Il runner trevigiano Daniele Cesconetto si prepara all’ennesima sfida: #JoyClub6060, ovvero 60 maratone in 60 giorni per una grande causa. E noi l’abbiamo incontrato in esclusiva!
Un atleta a 360°, Daniele Cesconetto, che fino a 18 anni giocava a calcio come difensione nella squadra della Gemeaz San Polo.
Poi, il 13 giugno del 1997 parte militare e smette con il pallone: da quel momento, senza averci mai pensato prima, si appassiona alla corsa.
Nato ad Oderzo nel 1977, risiede a Cordignano (Treviso), ed è un ultrarunner italiano con all’attivo più di 270 tra UltraMaratone e Maratone (68 completate in meno di tre ore), e che nel 2002 ha indossato la maglia azzurra ai Campionati Europei di 100 Km in Olanda.
Correre, per Daniele Cesconetto, è la vita da ormai tanti anni, e oggi si appresta ad intraprendere l’ennesima grande sfida: tenterà di stabilire il Guinness World Record realizzando 60 maratone in 60 giorni, dall’8 gennaio all’8 marzo 2017. Il tutto sul tapis roulant, grazie alla collaborazione con una palestra del trevigiano.
La corsa, Daniele, è tutto ciò che avevi sempre cercato …
«Esattamente. Tutto iniziò con il servizio di leva all’aeroporto militare di Padova. Finito il turno, alla sera, molti Carabinieri tornavano a casa dalle loro famiglie. Io e Andrea Cecchetto, un altro militare, vivevamo in caserma. La prima volta siamo usciti a correre per ingannare la noia, ed è successa una cosa strana: dopo un centinaio di metri ho capito di aver trovato quello che stavo cercando da tempo.
Dopo il congedo ho continuato a correre. Vicino a casa mia, a San Polo di Piave, c’era un vigneto contornato da un perimetro di forma quadrata di un chilometro esatto. È stata la mia prima pista. Poi ho scoperto le marce non competitive della domenica, e in seguito le Maratone non competitive. La corsa per me è sempre stata una scoperta dopo l’altra. E questo non è cambiato nemmeno oggi. Nel 1999 ho corso la prima Maratona non competitiva, a Porcia. Sono arrivato al traguardo dilaniato, nel corpo e nello spirito. Però ho sentito che dovevo proseguire. A settembre, era il 26, sempre nel ’99 ho partecipato alla mia prima Maratona competitiva a Cortina. Sono arrivato al traguardo in 2 ore e 57′. Lì ho scoperto che per tanti finire una Maratona in meno di tre ore è un sogno»
Cosa è lo sport per te?
«Pura e semplice libertà. Per correre ogni giorno ho condizionato la mia vita, ad esempio cercando lavori che mi dessero la possibilità di avere ogni giorno del tempo solo per me. Credo sia una questione di scelte e di qualità della vita. E chilometro dopo chilometro la corsa, per me, è diventata Arte, con la A maiuscola. Non è semplice gesto atletico: dietro a quella serie di passi, uno dopo l’altro, che sembrano tutti uguali, c’è una miriade di aneddoti, esperienze, ricordi che, con gli anni, mi hanno permesso di dipingere un quadro. E mi piace quello che sto dipingendo. Manca solo una cornice adeguata, e ci siamo»
Poco più di un anno fa hai avviato un’iniziativa ispirata alla campionessa paralimpica di scherma Bebe Vio: ce la racconti?
«Nel maggio 2015 ho corso la prima Maratona su tapis roulant, l’unica superficie sulla quale non avevo mai corso. Ho conosciuto l’associazione XI di Marca e abbiamo iniziato ad organizzare alcuni eventi per raccogliere fondi per progetti benefici. A settembre del 2015 ho corso la prima 100 km sul tapis, Lele 100 for Bebe, dedicata all’associazione Art4Sport, che interpreta lo sport come terapia finalizzata al recupero fisico e psicologico di bambini e ragazzi portatori di protesi di arto. Io mi diverto molto a correre, come le prime volte, ma sono necessari stimoli sempre nuovi per continuare. Quando gli stimoli combaciano con incontri così forti e progetti tanto importanti come quelli di Art4sport, sento che bisogna abbracciarli subito. Tutti i chilometri che ho corso e corro sono solo numeri, la conseguenza del fatto che a me piace correre. Senza la corsa sarei un’altra persona, forse anche perché quando corro sto bene e sono fortunato a non aver mai avuto grossi infortuni. Credo che lo sport sia un maestro di vita, a tutti i livelli, non importano molto risultati o prestazioni. E quindi poter aiutare con la mia corsa i ragazzi di Art4Sport è stato uno stimolo potente»
Parliamo della tua nuova sfida, il Guinness World Record di 60 Maratone in 60 giorni.
«Durante #JoyClub6060 proverò a fissare il record Guinnes di 60 Maratone consecutive su tapis roulant nei 60 giorni che vanno dell’8 gennaio all’8 marzo. 7 ore per completarne ciascuna, un’ora in più del regolamento ufficiale della distanza corsa su strada. Il tutto si svolgerà presso la palestra Joy Club di San Vendemiano. Da lunedì al sabato correrò il pomeriggio, dopo il lavoro, che non sospenderò durante i due mesi (non ho così tante ferie!), mentre la domenica inizierò alle 8 del mattino.
L’idea è nata non tanto per il record, ma per cercare di fare del bene correndo. Tutto quello che raccoglieremo andrà interamente al progetto Via di Natale, che assiste i malati in cura presso il CRO di Aviano. Questo è l’unico obiettivo che mi importa davvero: se raggiungerò il record sarà una soddisfazione, ma anche solamente un qualcosa di più»
Correre, indoor o outdoor, non è la stessa cosa …
«Ma un chilometro è sempre un chilometro, al chiuso di una palestra o sul lungo mare al tramonto. Sicuramente indoor c’è da sconfiggere la monotonia della “strada”, perché non c’è il paesaggio che ti scorre davanti agli occhi. Però non ci sono nemmeno le variabili del meteo. Possiamo dire che c’è sempre il bel tempo»
Lo sport, secondo te, può davvero aiutare le persone, fisicamente e psicologicamente?
«Lo sport può aiutare le persone quando viene assaporato nel modo giusto, e cioè quando vengono accettate nello stesso modo le vittorie e le sconfitte con la consapevolezza che è una gran fortuna poter indossare le scarpe e partire. Che poi i chilometri siano 10 o 100 poco importa»
E che farà Daniele Cesconetto dopo #JoyClub6060?
«Prima, dal 24 al 29 dicembre, sarò ospite ad un evento benefico a Miami, negli Stati Uniti, in favore di un ospedale. Poi, che dire: la corsa ti disciplina a pensare al presente, quindi al momento sono concentrato sui 60 giorni della mia sfida e sull’obiettivo di portare più risorse possibili alla Via di Natale. Se ci riuscirò, la sera dell’8 marzo ci sarà sicuramente una grande festa. Il 9 invece riposerò. E poi vedremo!»
Tutta la redazione di Sgaialand tifa per Daniele Cesconetto, atleta appassionato, simbolo per lo sport e non solo.
Vai Daniele!