Una straordinaria intervista doppia a due giovani campioni veneti, Mattia Furlan e Camilla Zampese, assi in BMX
Il BMX è considerato il motocross del ciclismo, una disciplina dinamica ed estrema, che richiede molto impegno e costanza negli allenamenti, ma che regala anche grandi soddisfazioni. Proprio per le abilità tecniche che un atleta di Bmx negli anni acquisisce, questo sport è considerato quasi una “scuola dell’obbligo” per tutte le altre tipologie di ciclismo. Sono sempre di più, infatti, i bambini che si avvicinano al Bmx, anche a partire dai 5 anni.
Nel Vicentino, esattamente a Creazzo, da oltre 30 anni è presente una delle maggiori realtà italiane di Bmx. Si tratta della A.S.D. Team BMX Creazzo che, oltre a vantare uno dei migliori circuiti europei, da circa 3 anni sogna l’Olimpiade con due tra gli atleti più talentuosi: Mattia Furlan e Camilla Zampese.
E come poteva la redazione di Sgailand Magazine perdere l’occasione di intervistare per voi due giovani talenti della #terradellemeraviglie del calibro di Mattia Furlan e Camilla Zampese?
Dove vivi e quanti anni hai?
Mattia: Ho 23 anni e vivo a Creazzo.
Camilla: Io 19 e, anche io, sono di Creazzo.
Tre aggettivi per descriverti.
Mattia: Sgaio, sportivo e sul pezzo.
Camilla: Timida, curiosa ed istintiva.
A quanti anni ti sei avvicinato alla BMX?
Mattia: Io ho iniziato a 4 anni. In realtà, la bicicletta è una cosa che ho nel sangue… provengo da una famiglia ciclisti. Sono stati per l’esattezza due miei cugini a trasmettermi la passione: uno, che è stato campione europeo di ciclismo su strada e poi è passato alla Bmx (ndr: Angelo Furlan), e l’altro, Marco, che ha corso in Bmx fino a circa 20 anni. Mi ricordo un particolare Natale con loro che mi chiedevano quando sarei andato al circuito a provare. Lì mi hanno convinto… e poi me ne sono innamorato.
Camilla: Circa dieci anni fa. Ho fatto danza fino a 9, ma il Bmx mi affascinava da sempre: vivendo vicino al circuito ero molto curiosa… Mi fermavo a guardare e mi chiedevo come sarebbe stato provare. Poi un giorno sono salita sulla bici e non ho più smesso!
Cosa ami della tua disciplina?
Mattia: La paura che ti mette e la continua adrenalina. È costante…ti spinge a volere sempre di più. Per me è diventata una droga.
Camilla: Beh, ci sono degli ostacoli che non credi di poter superare, ma poi ci riesci. Oltre ad essere soddisfatto da quello che fai, non sai mai dove puoi arrivare. È una sfida continua.
Quando si parla di BMX, si pensa a disciplina, spirito di sacrificio e tante abilità tecniche. E’ una visione realistica?
Mattia: Credo sia una visione corretta. Aggiungo inoltre che questo sport rende la vita più sicura, anche quando esci dalla pista. Guidando la macchina o il motorino si sviluppano dei riflessi. Anche se noi atleti veniamo considerati degli acrobati, dei pazzi. Quello che succede in pista è tutto controllato!
Camilla: Io condivido entrambe le cose e aggiungo che, per quanto riguarda la mia esperienza personale, il Bmx mi ha aiutata a gestire le mie paure. Mi rendo conto che al di fuori dello sport riesco ad affrontare tante situazioni diverse e difficoltose, cosa in cui non tutti i miei coetanei riescono.
Come si struttura la tua giornata?
Mattia: Io sono uno sportivo un po’ alternativo. Odio avere orari fissi e non condivido lo schema dello sportivo che alle 8 deve essere sveglio e alle 9 pronto in palestra. Posso gestire la mia giornata come voglio. So che devo fare due allenamenti al giorno e mi organizzo come meglio riesco. Capita, per esempio, che vada in palestra alle 2 di pomeriggio per il primo allenamento e alle 5 per il secondo. Così facendo me la godo molto di più, non la sento come un obbligo.
Camilla: Al momento, mi alzo presto per andare a scuola. Il pomeriggio un po’ studio, verso sera vado in palestra dalle 3 alle 4 volte alla settimana e 2 volte alla settimana vengo in pista.
Quali sono i tuoi primati personali?
Mattia: Ho 6 titoli italiani nelle categorie agonistiche, un terzo posto al campionato europeo junior, la medaglia d’argento alle Olimpiadi giovanili di Singapore e ho partecipato alle Olimpiadi europee dello scorso anno.
Camilla: Ho vinto 4 campionati europei. Da quando ho 13 anni, inoltre, ho sempre vinto il titolo femminile italiano e, infine, ho conseguito il quinto, sesto e settimo posto in vari campionati del mondo.
E la sconfitta che ti ha lasciato maggiormente l’amaro in bocca?
Mattia: La più vecchia al mondiale 2005. Avevo 12 anni e questa gara mi ha cambiato la carriera: dopo aver vinto tutte le manche, durante la finale mi sono agitato e sono caduto sulla linea di arrivo. Mi sono rotto il gomito e da allora non ho più una completa mobilità.
Per quanto riguardo una più recente, invece, quest’anno, ai Mondiali in Colombia, le cose non sono andate come avevo previsto. La gara è iniziata con una caduta, nulla di male, può succedere, ma io non mi sono qualificato per Rio. Quasi pensavo di non voler più correre. A poco a poco, però, ho ritrovato la sicurezza e la voglia di continuare a provare. Con il senno di poi, ora, vedo questa esperienza come un insegnamento.
Camilla: Beh, recentemente ne ho avute, ma la prima è quella che ricordo con più amarezza. Da piccola, dal 2006 in poi, ho vinto tutti i campionati europei. Una volta però, dopo essermi qualificata in tutte le manche, ho perso il titolo per un soffio. Questa esperienza mi ha distrutta, ma, allo stesso tempo, mi ha insegnato che bisogna pedalare fino alla fine e che la pista finisce solo dopo il traguardo.
Parliamo della tua stagione 2016.
Mattia: Io sono contentissimo della mia stagione. Sono caduto poco ed evitare gli infortuni per una stagione intera è fondamentale. In Italia il mio peggiore risultato è stato un secondo posto. In tutte le gare in America, eccetto in una, sono sempre arrivato in finale. Forse mi è mancata un po’ di cattiveria, un po’ di fortuna, nelle gare di coppa del mondo, però, facendo un bilancio totale, è stata una figata di stagione. Ho viaggiato molto, conosciuto tante persone e, soprattutto, fatto quello che amo.
Camilla: Penso la più brutta da quando ho iniziato. Doveva essere l’anno migliore, mi ero molto impegnata e avevo persino sacrificato un anno di scuola per allenarmi. Ad ottobre 2015, sono andata in America e sono tornata lo scorso marzo. Mi ero allenata molto. Sono contenta perché penso di essere cresciuta tanto: mi sono allenata in una situazione diversa dall’Italia. Mi sentivo migliore. Ho fatto la prima coppa del mondo, secondo me una delle mie migliori; ero l’unica della mia squadra ad essersi qualificata. Poi la gara è andata male, potevo fare di più, non so cosa sia successo. Al mio ritorno, però, il tecnico della nazionale mi ha tolta dalla squadra e mi è crollato il mondo addosso. Forse ero io a non andare bene? Me lo chiedevo in continuazione. Eppure è stata una mia mancanza. Ho sempre visto il negativo della situazione. Forse non ero pronta per l’Olimpiade, stavo facendo il passo più lungo della gamba. In seguito, durante un’altra gara a Manchester, sono nuovamente caduta ed altre paure si sono aggiunte. Non è stato un bel periodo. La svolta è arrivata quando ho deciso di mettere una fine a questa situazione negativa, gareggiando solo in Italia per un po’, preparandomi per la stagione successiva con grinta e determinazione, ma soprattutto tornando a divertirmi. Perché questo sport deve essere divertimento.
E cosa ti aspetti dal 2017?
Mattia: Sicuramente spero di evitare per un altro po’ gli infortuni. Inoltre spero di riuscire a creare una squadra nuova a livello nazionale, con una mentalità nuova. Il futuro probabile tecnico della nazionale, infatti, mi ha chiesto di trainare la squadra, di essere un motivatore per i miei compagni. C’era bisogno di una persona con alcune caratteristiche ed io sembravo essere quello giusto. Lo so, sono uno sportivo atipico, mi piace molto divertirmi, ma quando si tratta del mio sport non c’è nulla di più importante. Il mio obiettivo è quello di riuscire a tirare fuori nelle nuove leve italiane la vera passione.
Camilla: Dopo un periodo negativo, ho ricominciato a divertirmi molto sulla bici. Il mio obiettivo personale, quindi, è quello di continuare su questa strada, con questo mood, e di avere sempre tanta passione, non solo durante l’allenamento, ma anche in gara. Voglio riuscire a vedere sempre il bello delle cose, senza ansie. Sono tanti anni che pratico questo sport e voglio ricominciare a provare le stesse sensazioni che provavo agli inizi.
Doveri e piaceri della BMX.
Mattia: Doveri non ne ho. Quando una cosa è una passione, non hai doveri! Il piacere è la sensazione di volare.
Camilla: Secondo me, il Bmx è uno sport che da molti piaceri perché ti da la possibilità di viaggiare tanto e io, a soli 19 anni, ho già praticamente girato il mondo. Inoltre, ti spinge sempre oltre. Non lo considero un dovere, ma fare uno sport comporta sacrifici e tanto impegno.
Oltre allo sport, cosa c’è nella tua vita?
Mattia: Gli amici, la festa. In realtà non ho molto, il Bmx occupa una grande fetta della mia vita, ma non la cambierei per nulla al mondo!
Camilla: Io sono legata alla mia famiglia, agli amici. Mi piace molto viaggiare, sia per il Bmx per motivi personali. Inoltre, sono molto appassionata di musica e mi piace andare ai concerti.
Cosa consiglieresti ad un giovane che vuole iniziare a praticare questo sport?
Mattia: Trova la pista più vicina a te e vai! Il problema a volte è proprio trovare la pista, a Vicenza siamo gli unici. A Verona, per esempio ce ne sono tre, ma il Bmx è comunque uno sport di nicchia.
Camilla: Più che ai giovani, io farei una bella campagna per invogliare le ragazze. Non riesco a capire per quale motivo si tengano distanti a questa disciplina. Forse perché in Italia è uno sport poco conosciuto…
Salutiamo in modo simpatico i vostri fan!
Mattia: Abbiamo dei fans? Fatevi vivi se ci siete! (ride)
Camilla: Chiedo l’aiuto da casa… di solito non sono molto spiritosa come persona! (ride)