La coreografa di Dance Dance Dance si racconta parlando della danza in tv e nella pubblicità, di Verona e di tante curiosità e indiscrezioni sul programma di FoxLife

Olivia Lucchini è una ballerina di origine veronese, cresciuta nel mondo della danza tra tv e pubblicità e oggi tra i coreografi di culto del programma Dance Dance Dance (la finale andrà in onda stasera su Fox Life).
Con il suo background eterogeneo (dal classico, al moderno, alla street dance, dalle arti marziali alla formazione teatrale), Olivia si muove da anni sul territorio delle arti espressive: ha ballato per la tv, il teatro, in tour itineranti, partecipato a spot televisivi, videoclip, coreografato ballerini che hanno vinto riconoscimenti nazionali e curato la realizzazione di cerimonie di apertura e fashion show.
Ma non solo danza: Olivia Lucchini è stata la testimonial di un famoso marchio di abbigliamento, ha prestato la sua voce a spot radiofonici e recitato in opere di prosa in tanti teatri italiani.

L’abbiamo incontrata in un break prima della finalissima di Dance Dance Dance:
Mi sono avvicinata alla danza e alle arti marziali contemporaneamente. Anche se il ballo ha preso il sopravvento ad un certo punto, sono cintura nera secondo dan di Karate e credo che questa disciplina mi abbia molto influenzata nel mio modo di affrontare il lavoro, insieme ad altre esperienze artistiche che ho avuto un po’ per curiosità, un po’ per necessità professionale, come il teatro. Come ballerina mi sono esibita in TV, tour, eventi live, videoclip, ma mi sono sempre sentita più creativa che esecutiva e passare a coreografare è stato un processo abbastanza naturale per me. Nel tempo ho creato una mia identità artistica ben precisa: l’incontro e la collaborazione con Laccio, uno dei direttori artistici più prolifici in Italia negli ultimi anni, ha segnato l’inizio di un percorso che mi ha portata a sperimentare una lunghissima serie di situazioni diverse, creando coreografie per talent show, pubblicità, sfilate, eventi legati a famosi brand in Italia e all’estero, concerti, videoclip, grandi eventi musicali, spettacoli teatrali

Danza e televisione: è possibile, dunque, questo incontro?
La danza in TV è il prodotto di diversi fattori: qualità, produzione, creatività, livello tecnico. A seconda della proporzione tra questi elementi ci sono prodotti buoni e meno buoni

E poi è arrivato Dance Dance Dance, un nuovo format (sugli schermi italiani, quantomeno), con protagonisti alcuni personaggi famosi, spesso alle prime armi con la danza: “Dance Dance Dance è stata un’esperienza bellissima, faticosa e appagante. Gli allestimenti sono spettacolari, le canzoni iconiche, le coreografie complesse. Il lavoro prevede tempi strettissimi per la preparazione delle esibizioni. Come coreografa la sfida è stata quella di dare alle coppie di concorrenti, volti noti della TV, dello sport e della rete, gli strumenti per salire sul palcoscenico e rendere giustizia a dei numeri che nella realtà sono interpretati da professionisti della musica e della danza. Tutti i concorrenti hanno attraversato momenti di grande stanchezza fisica e mentale, ma devo dire che in più di un’occasione le coppie hanno superato le nostre aspettative. Molti concorrenti il primo giorno di prove non avevano idea di come si contasse la musica, non avevano mai memorizzato una sequenza di passi e non avevano mai sperimentato un ballo di coppia. E vedere il risultato di tanto lavoro in scena è stato veramente emozionante.
Con i concorrenti si è instaurato un bel rapporto sia umano che professionale. L’impegno e la fatica sono reali e hanno contribuito a creare un legame particolare, ci siamo sentiti un team, una squadra. Anche i conduttori ci hanno sorpreso dimostrando un talento per il ballo che nessuno si aspettava

Olivia continua, raccontando di Dance Dance Dance e di qualche aneddoto curioso:
La danza lega le persone tra loro in modo completamente diverso dalle altre forme artistiche, al punto che le distanze si annullano immediatamente. Se a questo si aggiunge che per mesi abbiamo vissuto insieme 8 ore al giorno, è impossibile non portarsi a casa qualcosa di ognuno. Gli outfit di Max Vado, i monologhi di Raniero Monaco di Lapio, la risata di Tania Cagnotto, il buonumore di Mirko Bergamasco, gli acciacchi di Beatrice Olla, la precisione di Clari Alonso, il cuore di Giovanni Tocci, la simpatia di Claudia Gerini, la contagiosa pazzia di Diego Dominguez.
Professionalmente le sfide sono state notevoli, e la frase che rappresenta meglio il programma è: “nel video sembrava più semplice“. I miei numeri preferiti sono stati Party Rock Anthem con la coppia Cagnotto-Tocci, divertentissimo, Love Yourself con Alonso-Dominguez, una coreografia complessa, con una serie infinita di interazioni con oggetti di scena e Try con Di Lapio-Olla, un pezzo molto drammatico con prese proibitive e un allestimento meraviglioso

Un programma di successo, Dance Dance Dance, dovuto, secondo Olivia, al ritmo sostenuto e al coinvolgimento del pubblico, “soprattutto grazie al daytime che permette di seguire i progressi delle coppie in sala prove, nell’innovazione tecnologica (la realtà aumentata per il pubblico a casa aggiunge elementi scenografici e dimensione alle performance) e naturalmente nella curiosità di vedere dei volti noti alle prese con miti della musica conosciuti da tutti, oltre alla cura dei dettagli. Scene e costumi sono incredibili

Dicendo danza, in realtà, si apre un mondo caleidoscopico fatto di una vasta gamma di coreografie e generi: cosa prediligi e perché?
Le mie playlist sono piene di musica acustica, mi piacciono le cover che stravolgono le versioni originali e mi piace molto la danza che racconta qualcosa. Sempre facendo riferimento a DDD ho trovato molto interessante un numero come il tango di Roxanne, dove è stato possibile fare un importante lavoro sui personaggi

Tu sei originaria di Verona: qual è il tuo legame con la tua città natale?
Sono molto legata alla mia città. La trovo bellissima e a misura d’uomo, anche se professionalmente nel mio campo non offre moltissimo. In questi ultimi anni ho viaggiato tanto e devo ammettere che qualsiasi altra città non regge il confronto. Ho imparato ad amare Milano, ma la competizione con Verona è molto dura

Tv, lezioni, programmi, spot: cosa c’è nel tuo futuro?
In questo ultimo periodo ho seguito, con la direzione creativa di Laccio, il progetto coreografico legato agli interventi promozionali Tim a Sanremo con la voce di Mina. Abbiamo realizzato 4 video che sono andati in onda nelle prime 4 serate e la performance dal vivo della finale con JSM, il ballerino tedesco che ha sbancato il web. Anni fa ero stata a Sanremo come ballerina, ma non mi sarei mai aspettata di tornarci un giorno da coreografa. In questo momento sono all’estero per allestire un concerto e sui miei impegni futuri non mi sbilancio: vediamo che succede, sono curiosa anch’io!

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Ilaria Rebecchi
Diploma di scuola media superiore, giornalista free lance appassionata di musica e piante, collabora saltuariamente con redazioni locali.