Una lettrice scrive alla nostra Dott.ssa Giulia Disegna per parlare del coming out della compagna che tarda ad arrivare: come accettare questa situazione?
“Ciao Giulia,
Sono Giovanna, una ragazza di 25 anni e ti scrivo per un problema che riguarda me e la mia partner.
Stiamo insieme da 5 anni ormai, ci amiamo moltissimo ma c’è un problema che si sta facendo sempre più pesante nella nostra relazione: io ho fatto coming out e lei no. Lei continua a dire di non essere pronta a dichiararsi, e che non vuole che l’opinione che gli altri hanno di lei possa cambiare, ma secondo me sono solo scuse. Ci sono passata anche io in prima persona e, per quanto a volte possa essere difficile, si sta meglio dopo averlo fatto. Sono davvero stanca di sentirmi riconosciuta solo a metà: io la amo, ma non riesco più ad accettare di essere sempre nel retroscena della sua vita. Solo i nostri amici più stretti e la mia famiglia sanno di noi, ma come posso ormai pensare di costruirmi una famiglia con una persona che non vuole esporsi? Se avremo un bambino insieme dovrò fare finta di essere la zia? Ti chiedo aiuto per capire come posso fare ad accettare questa situazione.
Grazie mille,
Giovanna”
Ciao Giovanna,
capisco bene la difficoltà che stai vivendo circa il coming out della tua compagna che aspetta a svelare la vostra relazione. Mi sembra che più che problematizzare il futuro possa essere utile pensare al presente. Ovvero focalizziamoci sul problema attuale cioè il fatto che non ti senti riconosciuta.
E questo è doloroso perché in ogni relazione affettiva che viviamo noi cerchiamo un riconoscimento, un rispecchiamento. Ma, dall’altra parte, anche la nostra partner cerca in noi un rispecchiamento. Quando hai fatto coming out dici tu stessa che è stato difficile. Poi le cose sono migliorate ma la pressione precedente è pesantissima. E per ogni cosa ci vuole un tempo personale, unico.
Penso che fare il proprio coming out sia un po’ come avere il primo rapporto sessuale: bisogna aspettare il momento giusto ovvero non è consigliabile farlo se non si conoscono i contraccettivi, le malattie veneree o le posizioni giuste. Ma come per alcuni soggetti il momento giusto arriva ai diciassette anni, per altri arriva ai venticinque. Per altri addirittura ai trenta. C’è un timing giusto per ogni cosa. Ma questo non significa che ci sia meno amore o meno impegno nella relazione.
Quindi prendilasgaia e parlatene insieme. Raccontale cos’è stato per te il poterti dichiarare. Raccontale dei sentimenti che hai provato, delle paure che hai attraversato, dei punti fermi che hai messo.
Ma soprattutto esplora con lei le sue paure, le sue motivazioni. Anziché metterti contro il suo tempo, mettiti a fianco del vostro tempo. Un vostro tempo fatto di condivisione, di risate. Sai che cos’è la sindrome della poiana? È una definizione un po’ scherzosa della tendenza di molti film a tema lesbico di concludersi con un finale tragico (generalmente la morte violenta di una delle protagoniste).
Per quanto sia una sindrome fittizia, ha una base reale: quante persone sentono che il loro orientamento sessuale possa essere un problema che “farà far loro una brutta esperienza”? Magari la tua compagna sta vivendo una situazione simile. Forse il suo tempo non è ancora arrivato perché la paura sta vincendo. E la paura si combatte sempre in due. Cerca di ricordare bene a te stessa quanto il vostro rapporto abbia seguito a sua volta un tempo specifico, un tempo fisiologico cha parte dal piacersi, dall’annusarsi all’innamorarsi, ad amare. E le fasi non possono seguire processi differenti, pena la costruzione di una relazione sbilenca e poco stabile.
Permettile di rispecchiarsi in te, per poter trovare il suo tempo ed uscire dalle retrovie, prendendola sgaia insieme.