Intervista ad uno dei più interessanti talenti musicali italiani: lei è ABA, all’anagrafe Chiara Gallana. Da XFactor al successo e ai tour
Finalista al concorso canoro più importante d’Italia, Chiara Gallana, in arte ABA è nata nel padovano 29 anni fa e sta scalando le classifiche al ritmo del suo primo album di inediti, “Oxygen”.
Capelli fucsia, un volto da copertina e un sorriso ammaliante: noi di Sgaialand Magazine lo sappiamo bene, visto che l’abbiamo ospitata durante la nostra cena di redazione qualche settimana fa, e non potevamo non intervistarla.
ABA si è fatta notare ad XFactor 2013 per la voce calda e potente e una forte presenza scenica. Guidata dal giudice Elio, ha superato un difficile percorso all’interno della settima edizione del programma televisivo riuscendo infine a convincere il pubblico ed arrivando fino alla finale al Mediolanum Forum di Assago dove ha duettato con Mario Biondi sulle eleganti note del brano “Close to you” di Burt Bacharach.
ABA studia canto e pianoforte dall’età di 14 anni e accompagna lo studio della musica a quello dell’economia. Dopo aver calcato numerosi palchi e aver partecipato a diversi concorsi durante gli anni di gavetta, nel 2008 approda nel Summertime Choir, celeberrimo coro gospel, che le offre la possibilità di completare la sua formazione e di esibirsi su grandi palchi in giro per l’Italia e l’Europa. Sulle note del cavallo di battaglia “I put a spell on you” di Nina Simone in versione blues, riesce ad entrare nella rosa dei concorrenti di XFactor nel 2013.
La predilezione per la musica afro-americana non è un mistero, il suo mito è Beyoncè e il mondo musicale che ABA preferisce attinge dal blues, soul, jazz e gospel. Subito dopo la finale di XFactor ha preso parte ad una puntata di Un Posto al Sole, interpretando se stessa come ospite musicale del bar vulcano, e ha cantato insieme al gruppo elio e le storie tese nel programma di Raidue il Musichione. Da marzo a giugno 2015 ha partecipato al fianco di Maurizio Crozza, alla trasmissione Crozza nel paese delle meraviglie su La7.
Grazie alla sua musica e alle collaborazioni con artisti nazionali ed internazionali, ABA si è esibita sui palchi italiani più importanti, come il Blue Note a Milano, il Bravo Caffè a Bologna, il Q club di Padova, il Teatro Politeama di Genova e l’Auditorium parco della musica a Roma, ha collaborato con artisti di grandissimo calibro come Mario Biondi, Elio e le Storie Tese, Cece Rogers, Giorgia, Luca Tommassini e molti altri.
ABA: l’intervista in esclusiva
“Ho cominciato ad appassionarmi alla musica da quando nemmeno ne ho memoria. Ricordo solo che ho tentato il provino per Lo Zecchino d’oro ma la timidezza mi ha portato a fare scena muta. Quella timidezza è totalmente sparita ed ora mi sento molto energica sul palco, tanto da arrivare a provare le audizioni di XFactor nel 2013 e riuscire a realizzare un sogno grande: vivere di musica!”
E poi è arrivato il tuo album “Oxygen”: come è nato questo progetto e quali sono le sue peculiarità?
“Oxygen è cresciuto in tre anni, subito dopo XFactor. Ho preferito lasciar sedimentare quell’esperienza, preparare un prodotto che fosse il più possibile rappresentativo di quello che volevo fare nella musica. C’è tanta varietà e verità nel disco, è pieno della mia vita e delle mie visioni sul mondo e sul mercato discografico. Sono contenta di aver partorito questo album con calma e avergli dato la forma più consona a me, non avrei sopportato l’idea di far uscire qualcosa di artefatto solo per sfruttare l’onda del talent, che pur mi ha dato tanto, ma che va sfruttato più per la parte musicale che per la parte commerciale, a mio avviso”
Quanto conta per te la dimensione live?
“La dimensione live è, letteralmente, vita. Mi esprimo al 100%, sono felice quando sto sul palco e posso sperimentare con la voce e la band. Sono nel mio habitat naturale. E se siete curiosi di scoprire cosa succede nei miei live potete scoprire tutte le date qui!”
La voce: è ancora una potentissima arma di seduzione nei confronti del pubblico e il più complesso “strumento” da utilizzare?
“Non direi che è il più complesso, ma forse il più completo. Puoi trasmettere testo, melodia, ritmo, malesseri ed emozioni. Sicuramente però è più facile trasmettere le emozioni che si stanno provando tramite la voce, una volta che si sa usare lo strumento. La voce mette a nudo, come gli occhi, bisogna saper usare bene il mezzo per potersi esprimere correttamente, sia artisticamente che emozionalmente”
Secondo te, come “sta” oggi la musica italiana?
“La musica bene, anzi molto bene, c’è tanta roba da ascoltare e da scoprire. Il mercato discografico, invece, malissimo. Le case discografiche non si sono ancora riprese dall’avvento di iTunes e soprattutto Spotify, e per questo evitano qualsiasi tipo di rischio e investimento, cercano di giocare sul sicuro e da qui la ripetitività dei fenomeni musicali mainstream contemporanei, uno la copia dell’altro. Ogni tanto, per fortuna, c’è qualche eccezione, all’estero soprattutto c’è molta più ricerca ed apertura”
Tu sei partita dal territorio Veneto, in particolare da Padova: quali sono stati i pro e i contro?
“Padova è molto fiorente per quanto riguarda la musica, quindi sono stata facilitata da una buona base di partenza, stimolante, anche se limitata. Milano è più caotica, più alienante, preferisco tornare a Padova dopo le riunioni di lavoro, per questo non mi sono mai trasferita nella capitale della musica italiana. Sto bene a casa dopo il turbinio di voci e relazioni. E mi piace molto girare per i locali di Padova e del Veneto per sentire concerti, anche di sconosciuti!”