3 ragazzi e 1 ragazza a Venezia. La solita gang bang romantica? No, è Rugagiuffa, la prima web serie veneta!
L’intervista ai creatori della serie che spopola
Rugagiuffa è la prima webserie comica realizzata da un gruppo di giovani veneziani.
Racconta la storia di quattro coinquilini alle prese con le vicissitudini che ogni giovane d’oggi deve affrontare, tra case in affitto, lavori non trovati e amori che muoiono prima ancora di cominciare. Il tutto a Venezia, città che storicamente ha ospitato set cinematografici e televisivi di ogni genere, e qui volta al mondo del web, senza però quella patina da cartolina con cui è solitamente raccontata. Esiste infatti una città che vive di quotidianità straordinarie, di tradizioni riadattate, di stereotipi messi in crisi.
Abbiamo incontrato i creatori (e protagonisti di Rugagiuffa), che ci hanno raccontato di questo spassoso progetto ambientato nella Terra delle Meraviglie.
“La web serie è nata in un periodo in cui Lorenz (uno dei protagonisti delle prime due stagioni) organizzava molte cene e feste in casa sua (che poi sarebbe diventata la casa della prima stagione di Rugagiuffa). In quei momenti di aggregazione abbiamo sentito il bisogno di fare qualcosa di diverso.
Da subito abbiamo cercato un giusto equilibrio tra spontaneità e messinscena: tutti i protagonisti erano alla loro prima esperienza attoriale ma sono stati seguiti da una acting coach proveniente da formazione teatrale. Andando avanti con le puntate abbiamo sperimentato e imparato sempre di più dai nostri errori. Ad ogni stagione abbiamo cercato di fare un passo avanti per quanto riguarda la parte tecnica, attoriale, di regia e di scrittura”
Con Rugagiuffa Venezia viene vista da una diversa prospettiva:
“Raccontare delle storie attraverso le immagini a Venezia è molto difficile, in ogni inquadratura si corre il rischio di creare un immagine-cartolina, ovvero un’immagine che è bella non per merito della storia o dell’inquadratura ma perché il soggetto ripreso è già bello di suo.
Per questo motivo nella prima stagione i protagonisti non escono quasi mai di casa. Quando i personaggi hanno cominciato ad essere più definiti e non correvano più il rischio di essere schiacciati dall’estetica della città, abbiamo cominciato ad uscire e a girare in esterni. Nei nostri video cerchiamo di raccontare Venezia dal punto di vista dei suoi abitanti, ovvero focalizzandoci sullo sguardo dei personaggi. In questo modo siamo riusciti anche a dare una nostra lettura di feste tradizionali come Redentore e Regata Storica”
E recentemente è uscita la nuova stagione di Rugagiuffa:
“A differenza delle scorse stagioni, quella nuova è stata scritta tutta prima di essere girata. La narrazione ha uno sviluppo più orizzontale e tutte le puntate sono direttamente collegate tra loro.
Per la prima volta collabora con noi una piccolissima troupe composta dal fonico Simone Sacchi e dal direttore della fotografia Luca Bragagnolo.
Avendo questa stagione molte più spese rispetto alle precedenti, abbiamo cercato più modi per finanziarla. Per il momento siamo riusciti a sostenere una parte delle spese col crowdfounding e con la vittoria di un bando del comune di Venezia: Venice in traslation.
Dobbiamo inoltre ringraziare i tantissimi amici, attori e collaboratori ci hanno dato e ci stanno dando una mano alla realizzazione di questo progetto”
Cosa significa raccontare il Veneto, in particolare Venezia, nel mondo del web?
“Fin da subito abbiamo avuto un enorme supporto da parte dei veneziani. Forse perché, a prescindere della qualità della nostra serie, c’era bisogno di una narrazione diversa della città. Una Venezia non solo città dell’amore che sta morendo, ma città che, seppur acciaccata, continua ad essere vissuta.
Andando avanti col tempo ci siamo resi conto di un grosso rischio che si corre a Venezia: l’autoreferenzialità. Infatti, essendo unica al mondo, rischi di parlare di cose che si capiscono solo in isola. Il nostro intento invece è quello di parlare del particolare per dire qualcosa di universale”
Quali sono le possibilità del web e in particolare delle web serie, visto che siamo nell’era del trionfo delle serie tra TV e digitale?
“Eh… se avessimo le idee chiare saremmo già pieni di soldi!
Sicuramente è un momento di passaggio, il mondo del video sta cambiando o meglio è già cambiato e si sta cercando di capire che cosa sia diventato. La cosa interessante è che se i video in piattaforme come facebook e youtube sono sempre più brevi e privi di una storia, in altre piattaforme le serie stanno avendo sempre più successo. E si parla di storie che durano molte stagioni per un ammontare di decine di ore. Noi rispetto a questi due mondi ci poniamo esattamente nel mezzo”
Dietro a Rugagiuffa ci sono attori, registi, sceneggiatori e professionisti del settore culturale:
“Marco Paladini (Pala nella serie) è archeologo e si occupa della gestione culturale dei Lazzaretti in laguna.
Francesca Zanotti (Fra) è laureata in ebraico e lavora come assistente alla comunicazione.
Nicolò Vianello (Mala) lavora come social media manager.
Alessandra Quattrini (Gloria) è anche autrice ed acting coach della serie. Laureata in Traduzione e diplomata all’accademia teatrale veneta, ha fondato la compagnia teatrale Gesti per Niente e lavora come attrice ed insegnante di teatro.
Silvio Franceschet autore e regista della serie, è laureato in arti visive. Lavora come regista e montatore anche in altri progetti. Nel 2016 il suo documentario ViteVitae è stato selezionato al festival Visioni Italiane e al Piemonte Movie glocal film festival.
Alberto Valentini (autore) è laureato in scienze della comunicazione. Lavora come amministratore di un negozio che vende oggetti di design e artigianali costruiti con materiali riciclati”
E qual è il pubblico di Rugagiuffa?
“Il nostro pubblico è formato soprattutto da Veneziani, veneti e gente che ha vissuto a Venezia. Ma il consenso sta crescendo anche fuori dalla regione come confermano i due premi nazionali vinti al Roma Web Fest (migliore attore italiano del web) e al Cortinametraggio (premio Rai fiction alla miglior web-serie inedita). Qualcuno ci ha anche detto che il dialetto veneziano coi sottotitoli, se ben dosato, può essere un fattore di novità. A breve metteremo anche i sottotitoli in inglese per cercare allargare il bacino di utenza”
Non solo Rugagiuffa ma anche R Production: di cosa si tratta?
“Parallelamente alla web serie abbiamo sviluppato diversi progetti tra cui: una web serie girata a Firenze dal titolo “You Say love, I say tomato” (di prossima uscita), “Cocal” un racconto pulp pubblicato nel 2016 nell’antologia “Reflusso Crossmediale”.
Per noi è stato un passaggio quasi naturale far diventare Rugagiuffa il nome del collettivo che svilupperà i prossimi lavori paralleli alla web serie. Nel canale youtube e sulla pagina Facebook, quindi, comincerete a vedere nuovi video, sketch, storie e nuovi personaggi”