Intervista a Elisa Bottai: ecco cosa vuol dire fare la region manager di Igers Veneto e chi sono gli Igers!
Il digitale e le nuove tecnologie oggi permettono di dare un grande contributo alla valorizzazione del territorio, grazie anche vere e proprie community estese, attive e sempre pronte a sfruttare i proprio canali per divulgare su ampia scala e in modo originale contenuti che troppo spesso risentono della disattenzione dei media o necessitano di una “voce” in più. Tra le community più influenti di Italia, va sicuramente menzionata quella di IgersItalia. Se non la conoscete o volete saperne di più, ecco cosa ci racconta Elisa Bottai, professionista nel campo della comunicazione e delle relazioni pubbliche, a capo della community Igers Veneto con il ruolo di Regional Manager.
Intervista a Elisa Bottai, Regional Manager di Igers Veneto
Tra le voci che ti descrivono, se si cerca il nome Elisa Bottai in rete, troviamo anche Member of Igers Veneto. Prima di tutto, cosa indica il termine Igers, in cosa consiste il tuo ruolo e da quanto lo ricopri?
“Igers, diminuzione di instagramers, sono le persone che fanno parte di una community internazionale, che condividono foto e immagini su Instagram. L’idea nasce in Spagna, ed è di Philippe Gonzalez (@philgonzales su instagram), che crea la community INSTAGRAMERS nel gennaio 2011, con lo scopo di aiutare le persone a condividere le proprie idee e metterle in contatto, non solo su instagram. Pochi mesi dopo, nell’Aprile 2011, in Italia, Ilaria Barbotti apre il profilo Instagram Igersitalia, mettendo così le basi per la nascita dell’associazione che è oggi. L’associazione si è da subito proposta di promuovere il territorio, le sue realtà, la sua grande ricchezza e varietà, attraverso Instagram. Igersitalia nel tempo si è strutturata per essere presente in ogni regione e in ogni città, e oggi sono poche le città che non hanno una community. Igers Veneto è stata fondata da Lorenzo Cinotti, poco dopo la nascita di Igersitalia, io mi sono avvicinata alla community fondando Igers Vicenza, la città in cui vivo, nel febbraio 2014, e verso la fine dello stesso anno ho iniziato a seguire anche Igers Veneto. Oggi ricopro il ruolo di “Regional Manager”di Igers Veneto, coordino tutte le community venete, e sono in costante contatto con ciascuna di loro. Siamo attivi ogni giorno online, cerchiamo belle foto che raccontino il nostro territorio, le selezioniamo tra quelle che contengono le hashtag che indichiamo, #igerseveneto per le foto scattate in tutto il Veneto, #igersvicenza per le foto scattate in provincia di Vicenza, e così per ogni città, e le condividiamo sui nostri profili instagram. Le attività del profilo IgersVeneto sono seguite da me e Elisabetta Rossi, con il supporto di tutti i local manager veneti per lo svolgimento di iniziative speciali, tipo challenge e progetti tematici, come ad esempi #12mesiinveneto, #scrittoriinveneto, etc. Il lavoro svolto fino a oggi ci ha portato a raccogliere sotto l’hashtag #igersveneto più di 500.000 foto, e per questo ringraziamo tutti coloro che ci seguono e utilizzano il nostro hashtag.”
Di quante community attive di Igers si costituisce la regione del Veneto oggi e in che modo interagite o vi supportate tra voi?
“Ogni provincia veneta ha una community attiva. Ciascuna community ha da 1 a 4 local manager, per un totale di 20 persone, e Igers Belluno, sta attualmente cercando un compagno di avventura. Siamo tutti in contatto, cerchiamo di incontrarci per un confronto e per programmare le attività almeno una volta l’anno. Spesso partecipiamo reciprocamente agli eventi organizzati. Online condividiamo informazioni ed esperienze attraverso un gruppo facebook, file condivisi su google drive, gruppi whatsapp. Siamo quasi tutti lavoratori (e 3 studenti), la maggior parte di noi si occupa di comunicazione e social media, abbiamo in comune l’amore per la nostra terra, e la voglia di impegnarci a raccontarla. C’è molta collaborazione tra di noi, e supporto per le iniziative e per gli eventi, senza questo spirito sarebbe impossibile riuscire a fare tutto quello che facciamo. Gli impegni sono tanti per tutti, e il tempo non è mai abbastanza, ma con un bel lavoro di squadra tutto è più semplice e piacevole”
Intervista a Elisa Bottai, Regional Manager di Igers Veneto
Le community di Igers sono molto attive nella promozione del territorio anche attraverso l’organizzazione di eventi, a chi si rivolgono principalmente le vostre iniziative?
“Le nostre iniziative sono rivolte innanzitutto a chi ha un profilo instagram, a chi piace scoprire e raccontare il territorio che lo circonda, a chi piace socializzare non solo con like e commenti su instagram, ma soprattutto con sorrisi e voglia di condividere esperienze partecipando ai nostri eventi. Finora abbiamo organizzato moltissime iniziative, per dare un’idea, all’incirca 70 dal 2016 ad oggi, tra instameet, instawalk, challenge, collaborazioni con eventi e manifestazioni, etc. Tutte le community venete si sono impegnate in progetti molto diversi tra loro, spaziando tra i musei e l’arte, compresa la Biennale di Venezia di arte, architettura e cinema, le mostre fotografiche e gli incontri con i fotografi (Salgado, Fontana, Mc Curry), la storia e la memoria della Grande Guerra con il coinvolgimento del Dipartimento di Storia dell’Università di Verona, la letteratura, con percorsi dedicati a scrittori veneti, l’artigianato, le produzioni enogastromiche -dal formaggio di Asiago con visita in malga, al prosecco di Valdobbiadene, alla vendemmia sui colli euganei, al picnic tra i vigneti di Soave, i marroni di combai, il radicchio di Treviso, gli asparagi di Badoere, il prosciutto crudo di Montagnana- l’architettura, dalle ville storiche all’archeologia industriale, i parchi, le Dolomiti, le terme, i centri di ciascuna città Veneta, i borghi e i colli. Abbiamo inoltre collaborato con i TEDx di diverse città, con l’Esercito Italiano in occasione di alcune commemorazioni, tra cui quella che ha coinvolto il presidente della Repubblica ad Asiago per il centenario della Grande Guerra, con il FAI, l’Università Cà Foscari di Venezia, diversi Festival, etc.”
Quali ricordi con maggior piacere e soddisfazione?
“Negli anni sono stati talmente tanti che faccio un po’ fatica a selezionarli. Ci provo. Non posso che partire da 2 eventi che riguardano Vicenza, perché sono i primi che ho organizzato in prima persona. Per l’edizione 2014 di Vicenza Jazz, la community era ancora in fasce, ma aveva già raggiunto la credibilità necessaria a consentire al gruppo di fortunati partecipanti, di assistere alle prove del gruppo di apertura del Vicenza jazz Festival all’interno del Teatro Olimpico. In quell’occasione, oltre al privilegio di essere all’interno del Teatro Olimpico insieme solo al gruppo che suonava, è stata bella la situazione che si è creata con gli artisti, che incuriositi, hanno iniziato ad interagire con noi, si sono fatti scattare foto che hanno condiviso sul loro proflio instagram, e con uno di loro, il più attivo su instagram dei 4, sono ancora in contatto. Un altro instameet a cui sono particolarmente legata è quello che ha portato alla scoperta delle botteghe storiche di Vicenza, un po’ perché sono realtà che adoro, un po’ perché mi ha colpito l’entusiasmo non solo di chi ha partecipato, ma anche di chi ha visto le foto su Instagram da tutta Italia e dall’estero. Ricordo con piacere che alcuni vicentini partecipanti non conoscevano tutte le attività coinvolte, e hanno apprezzato molto l’instameet perché ha consentito loro di conoscere pezzi di città così magici che ignoravano.”
Usciamo da Vicenza, e andiamo a Venezia, per uno degli instameet forse più “faticosi” (per numero di partecipanti) che abbiamo gestito. Insieme a IgersVenezia, abbiamo fatto vedere Venezia dall’alto da luoghi esclusivi e solitamente non aperti al pubblico, ai 170 partecipanti al World Wide Instameet 11. In quell’occasione parteciparono anche turisti stranieri, il più lontano arrivava da Dubai, ha scoperto l’instameet dall’immagine che avevamo condiviso su Instagram, e si è iscritto. Lo ricordo con grande piacere perché è stato un evento bellissimo per i luoghi magnifici visitati, e perché è stato un instameet internazionale, in cui si è concretizzato il potere di connessione di Instagram tra persone che amano scoprire il territorio e condividere le esperienze. Altri instameet molto belli sono stati, in provincia di Belluno, alla scoperta della città e delle sue realtà artigianali, a Verona, in relax nella natura colorata del Parco Sigurtà durante la fioritura dei tulipani, a Treviso con le barche sul Sile e un “instacamp” di 2 giorni a Moriago della Battaglia, tra bellezza naturalistica e memoria storica, a Padova passeggiando sui Colli Euganei tra vigneti e borghi, non senza la degustazione di prodotti locali, a Rovigo alla scoperta via acqua del Parco del Delta del Po, delle sue bellezze naturalistiche e delle sue produzioni tipiche. E potrei andare avanti ancora, perché davvero tutte le community si sono e si stanno impegnando moltissimo per creare eventi di scoperta e condivisione, e ricordi belli ce ne sono proprio tanti!”
Secondo la tua esperienza diretta ed il tuo punto di vista, il tessuto economico locale risponde positivamente a questo tipo di proposte e attività o vi ancora difficoltà a far percepire i benefici della comunicazione tramite social network e community?
“C’è grande entusiasmo, ma anche tanto timore. Instagram negli anni è cambiato molto, ed è tuttora in costante evoluzione. La spontaneità e il valore iniziale sono stati affiancati da chi ha fame di fama, di like, followers, commenti. E questo ha generato uno scenario che crea molte perplessità in chi deve decidere di investire. Io ci tengo a precisare sempre che il valore di un’attività promozionale legata a Instagram non deve essere misurata solo quantitativamente. I numeri purtroppo si gonfiano fin troppo facilmente, attraverso pratiche scorrette, e son numeri senza alcun valore, bolle vuote. Questo crea qualche difficoltà, e una perdita di fiducia generalizzata. Un altro elemento che gioca a sfavore è la difficolta di garantire un ritorno. La comunicazione degli eventi di community è spontanea e senza filtri, chi partecipa condivide in autonomia i contenuti che preferisce, noi chiediamo di utilizzare hashtag predefiniti, in modo da raccogliere e non disperdere tutte le foto della giornata, e di condividerne il più possibile. Risultati concreti e inconfutabili ci sono stati, ad esempio a seguito di un instameet a Vicenza che ha coinvolto 4 musei, siamo venuti a sapere che sono stati organizzati dei pullman per visitare i musei raccontati, da persone che hanno visto le foto su instagram, e nella stessa occasione dalla Russia e dal Canada abbiamo ricevuto richieste via twitter di informazioni specifiche, per arrivare in quei musei da Venezia, in cui avevano un viaggio in programma. Istituzioni e aziende dimostrano interesse, ma non sempre sono disposti a investire cifre adeguate, e come in tutte le cose, se a monte c’è una strategia e gli eventi si inseriscono e si integrano nella strategia di comunicazione, con un’organizzazione meticolosa mirata al raggiungimento degli obiettivi preposti i risultati arrivano. Coinvolgere le community instagramers nelle attività di comunicazione significa ottenere contenuti creati da persone reali, che partecipano attivamente e raccontano un’esperienza con la propria sensibilità, creando valore. Per questo cerchiamo di creare eventi coinvolgenti, con molti spunti fotografici e curiosità da raccontare, occasioni per divertirci insieme, il valore aggiunto di questo tipo di eventi risiede in questo aspetto e nella potente forza comunicativa della rete creata dalle community.”
Si è da poco conclusa l’Assemblea Annuale di Igers Italia, quest’anno svoltasi nella splendida Sicilia. Quante sono le community di Igers oggi a livello nazionale e che sviluppi prevedi per la vostra realtà in costante crescita?
“Un bellissimo weekend, insieme da tutta Italia in una regione davvero splendida! Oggi le community sono 113, siamo davvero in tanti. Prevedere gli sviluppi in uno scenario che cambia così in fretta non è semplice, sicuramente Igersitalia si sta impegnando perchè i contenuti creati e pubblicati su Instagram siano trasparenti. La volontà è anche quella di far un po’ di ordine cercando di perseguire come community l’obiettivo di crescita, ma nel rispetto in primis del regolamento di Instagram, e della legislazione vigente. A questo scopo è nato il comitato scientifico per la redazione di un codice etico“
Tre motivi per cui consiglieresti di intraprendere un percorso come il tuo o di diventare membri di una delle community più influenti ed estese d’Italia?
1. Il nostro territorio è bellissimo, tutto! E lo devono sapere tutti
2. Far parte di una community nazionale e internazionale è un valore aggiunto che consente di avere contatti ovunque e arricchirsi dalle reciproche esperienze
3. Nei nostri eventi spesso riusciamo a includere visite esclusive ed esperienze uniche, sei sicuro di volerle perdere?