Abbiamo incontrato Marina Periti in occasione dell’inaugurazione di Fucina, primo Supper Club di Padova ideato e progettato insieme alla sua socia Angela Morsoletto.

36enne padovana, Marina si trasferisce a 20 anni a Milano e dopo una laurea triennale in Relazioni Pubbliche e Pubblicità ha lavorato per anni come addetta stampa nella moda.
Da cinque anni vive tra Venezia e Padova, l’anno scorso ha ottenuto il diploma di cuoca professionista, collabora con un prestigioso catering veneziano, e ha appena lanciato Fucina, il primo supper club a Padova.E allora scopriamo insieme di cosa si tratta!

Padova- Milano andata e ritorno passando per una carriera professionale nel settore della moda, una fermata intermedia veneziana e un arrivo nel mondo della cucina. Cosa ti ha spinto a tornare nella Terra delle Meraviglie e a cambiare radicalmente settore?

Se sei anni fa qualcuno mi avesse predetto che sarei tornata a vivere a Padova probabilmente gli avrei riso in faccia. Me ne sono andata a 19 anni, prima a fare la ragazza alla pari in Francia, poi a Milano, dove sono rimasta 10 anni. Il lavoro di ufficio stampa nella moda è stato il primo grande amore. Quello in cucina invece è l’amore maturo, che arriva dopo ma dura tutta la vita.

Sono tornata in Veneto per una proposta lavorativa che era il treno che passa una volta sola, e anche per ragioni familiari. Da quel treno poi sono scesa alla prima fermata, ma in Veneto ci sono rimasta.
La cucina è sempre stato il mio modo di prendermi cura degli altri, e col tempo mi sono resa conto che era diventato anche il modo di prendermi cura di me stessa.

Nel periodo veneziano quasi per gioco ho iniziato con un amico a organizzare qualche piccolo rinfresco per eventi privati: vernissage di mostre, cena in fornace a Murano, abbinamenti per degustazioni di vini di nicchia… lui è un grande artista in cucina, ed ogni volta era un successone, ci proponevano ingaggi più importanti ma non eravamo strutturati per farlo, e così in me cresceva la voglia fare sul serio.

Mi sono iscritta ad un corso professionale serale intensivo, poi lo stage alla Locanda Cipriani di Torcello, la collaborazione con un prestigioso catering veneziano, e l’incontro con Angela, dietro ai fornelli di scuola. Ci siamo messe a riprovare le ricette per l’esame insieme a casa sua, e ci siamo divertite un sacco. E’ buffo perché sembriamo due universi paralleli, ma abbiamo un sacco di gusti in comune.

Come nasce, cos’è Fucina e a chi si rivolge?

Fucina è un progetto che avevo in testa da tempo. Ma è grazie all’incontro con Angela, che è super concreta e tostissima, che il progetto ha preso vita. In un mese e mezzo abbiamo fatto tutto: immagine, comunicazione, allestimento dell’appartamento (nessuna delle due ci abita) con pezzi di recupero trovati nel corso di estenuanti giri per mercatini.

Sicuramente un ringraziamento speciale va a tutti gli amici che hanno collaborato con noi per grafiche, illustrazioni, fotografie, strategie digital…
Fucina è un supper club (o underground restaurant, home restaurant, pop up restaurant, hidden kitchen): una casa aperta, un laboratorio creativo dove si propongono occasioni di socializzazione mediata dalla passione per il cibo.

Fucina ha l’obiettivo di promuovere ed educare alla cultura del cibo buono e bello, coinvolgendo il pubblico in una serie di eventi che spaziano da serate supper club, a cene concerto, degustazioni, brunch, aperitivi. Per la bella stagione proporremo picnic, merende e secret restaurant in spazi privati e giardini. Siamo a disposizione dei nostri ospiti per eventi personalizzati, corsi amatoriali e progetti su misura.

(E poi crediamo nell’importanza di fare rete, di collaborare e condividere interessi con altri cuochi, produttori locali, realtà associative che operano sul territorio nei settori di arte, musica, cultura, impegno sociale.)
I foodies oggi cercano esperienze ricreative che abbiano al centro l’enogastronomia, momenti speciali e fuori dall’ordinario da vivere e condividere attraverso i social media. Il nostro target sono i curiosi, quelli che non hanno paura di sedersi a tavola con una decina di sconosciuti, iniziare a chiacchierare di quello che stanno mangiando e finire a parlare di tutt’altro.

Il concept di Fucina è una formula di successo ampiamente diffusa all’estero, quali sono gli aspetti che ti hanno maggiormente colpito e convinto a portare un Supper Club anche a Padova? Nel 2014 sono stata a cena in un supper club a Brooklyn – Ajito The Hideout , dove una chef giapponese e il marito videomaker ospitano sconosciuti nel loro loft e lei propone cucina tradizionale del suo paese.
L’idea di portare qui a Padova un concetto di ristorazione alternativa mischiata con l’associazionismo culturale, il senso di esclusività dato dal far accedere gli ospiti a spazi privati, il carattere un po’ underground di queste iniziative, mi hanno sempre affascinata.

Penso che un po’ di novità e un po’ di coraggio non facciano male a nessuno, soprattutto a Padova.

Come sta rispondendo la città alla vostra proposta?

Abbiamo appena iniziato, al momento in cui scrivo mancano due giorni al primo supper club. L’opening (che è consistito in una giornata aperta divisa in tre momenti: brunch, merenda e aperitivo+home concert) è stato un successone. Abbiamo ricevuto una grande energia da tutti, il progetto piace.

L’impressione è che in città ci sia una gran voglia di brunch. Nel giro di pochi giorni abbiamo avuto un numero di conferme impressionante per l’inaugurazione e ci è toccato chiudere le prenotazioni (è pur sempre un appartamento). Speriamo di avere la stessa reazione al calendario di eventi che proporremo.

Quali sono gli ingredienti che non mancheranno nella cucina di Fucina?

Io sono una fanatica della cucina asiatica, ho viaggiato in Thailandia, Indoesia, India e Sri Lanka, e nella mia cucina ho riportato un po’ di quei profumi e la prevalenza vegetariana (anche se mangio di tutto). Angela è appassionata di carne e pesce, e ama molto progettare finger food.

Come dicevo siamo due mondi apparentemente lontani ma che si integrano perfettamente, un concetto mai come oggi importante. Ci piace pensare che Fucina non si limiti ad un solo stile alimentare: non è né carne né pesce, né vegan né fusion, ma tutto questo insieme. Vorremmo raccontare tante storie diverse.

Se dovessi pensare a tre piatti tipici della Terra delle Meraviglie rivisitati da Fucina, cosa proporresti? 

Sicuramente la zucca in saor, con la cipolla rossa a contrasto sull’arancione della zucca, le uvette e pinoli. Il segreto è profumare il saor con qualche foglia di alloro e pochi chiodi di garofano.

Un cubo di polenta nera con busara di scampi (una ricetta di origine istriana, diventata un caposaldo della cucina veneziana – da provare assolutamente gli spaghetti alla busara dell’Anice Stellato di Venezia, un’oasi di buon cibo e cura dell’ospite a Cannaregio)

Un’insalatina di carciofi crudi (meglio se botoli di Sant’Erasmo, isola della laguna nord di Venezia, di stagione da aprile a giugno), accompagnata da una tartare di seppioline morbidissime condite solo con un filo d’olio extra vergine d’oliva di grande qualità.

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Redazione Sgaialand
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