Una nuova lettera per la nostra Psicologa: il tema è quello dell’invidia tra amiche storiche. Perché esiste e come combatterla?
“Cara Giulia,
io e Laura siamo amiche da sempre. Ci siamo conosciute alle elementari e da allora siamo diventate inseparabili. Stesso liceo, stessa facoltà, stesso sport, stesso lavoro (in due aziende differenti). Laura è sempre stata quella che trainava e decideva, a me non pesava più di tanto e le litigate sono state pochissime in questi quasi 25 anni. Ma da un po’ di tempo le cose sono cambiate. Ho ricevuto una promozione e lei mi ha distrutta facendomi capire che non la meritavo, le cose si stanno facendo serie con l’uomo che frequento e lei mi ha detto che non ne vale la pena, che non è al mio livello, sto finalmente riuscendo a ritrovare il rapporto con la moglie di mio padre e lei mi dice che non ha senso perder tempo con quella strega. Ma cosa le succede? Sembra che ce l’abbia costantemente con me.”
Gae
Cara Gae,
mi sembra che la tua richiesta vada alla ricerca delle ragioni dell’atteggiamento di una persona che per molto tempo ti è sembrata speculare a te. Mi racconti che tu e Laura avete avuto un percorso molto simile, preso le stesse strade e percorso gli stessi bivi. Fino a che tu non hai iniziato a muoverti in modo più autonomo e personale, senza dunque proseguire nel rispecchiamento: hai ricevuto una promozione, hai deciso di migliorare un rapporto affettivo ipoteticamente molto significativo… insomma, hai fatto quel passo in più che Laura non ti perdona.
L’ipotesi è che Laura soffra di una grande forma di invidia nei tuoi confronti, che genera i comportamenti astiosi di cui mi hai parlato e che ti fanno soffrire o perlomeno ti fanno chiedere “ma qual è il problema?”.
L’invidia è un’emozione molto primitiva: secondo gli studi di Melanuie Klein, grandissima psicoanalista austriaca, l’invidia potrebbe instaurarsi sin dai primi 6 mesi di vita. Da un punto di vista psicologico nasce da un senso di impotenza per lo più inconscio, che fa percepire uno stato di inadeguatezza rispetto agli altri. La reazione del soggetto invidioso, che rimane al livello inconscio, consiste nell’aver bisogno di neutralizzare l’altro che invece mostra di essere felice.
Ovvero non si sa di essere invidiosi e ancor meno si percepisce il proprio senso di impotenza che viene mascherato perché si tratta di un sentimento sconvolgente che consuma la vita di chi lo prova: l’unico pensiero che ronza nella testa è che ciò che non può ottenere debba essere distrutto.
L’invidia infatti non è semplicemente desiderare un oggetto dell’altro, ma anche provare fastidio di fronte alla felicità dell’altro, perché ritenuto ingiusto.
E mi sembra che qui, di occasioni per parlare di una tua felicità ce ne siano molte, mentre Laura si strugge nell’idea di una sua “inferiorità”. Quindi che fare? Il primo suggerimento è quello di prenderti una pausa da questa relazione che abbassa un po’ la spinta di crescita che stai vivendo.
Non cedere mai alle provocazioni, aumenteresti solo il livello di aggressività. Invece in questi casi è utile ironizzare: risulta essere il modo più efficace per chiarire. Nulla è più disarmante della sincerità. L’ironia dà la misura del fatto che l’invidia non ti turba più di tanto perché riconosci che si tratta di un sentimento umano e che appartiene volontariamente o involontariamente a tutti. E che tu sei magnanima e la prendi sgaia!