Il cuco è con molta probabilità il primo giocattolo sonoro dell’antichità e la sua origine si perde davvero nella notte dei tempi. Particolarmente conosciuti e diffusi in Veneto, i cuchi trovano nel Museo dei Cuchi di Roana la loro casa delle meraviglie. Vi raccontiamo qualche curiosità a riguardo!
I cuchi, antichi strumenti popolari a fiato, vantano una lunga, lunghissima storia la cui orgine è difficile da individuare con esattezza, tanto da far nascere il noto detto veneto “vecio come el cuco”. Lo si trova nelle civiltà più remote, in forme di animali e umane e pare siano stati inventati per imitare gli uccelli, per riti magici finalizzati ad allontanare gli spiriti cattivi e nel corso del tempo furono usati come difesa usata dai contadini contro i predatori di coltivazioni. In tempi più vicini ai nostri, invece, il cuco era comunemente il giocattolo dei bimbi poveri che si comprava nelle bancherelle delle sagre paesane.
I cuchi sono legati alle antiche tradizioni di tutto il mondo e se ne possono facilmente trovare in America Latina, in Asia e nella nostra Europa. In Italia sono presenti soprattutto in Veneto e a Cesuna di Roana, sul nostro amato Altopiano di Asiago, si trova il Museo dei Cuchi, unico nel suo genere e per questo prezioso patrimonio della Terra delle Meraviglie. Ed è qui che ogni anno, il 25 aprile festa di San Marco, Santo Patrono di Canove si tiene la sagra del fischietto popolare.
Oggi troviamo in commercio con molta facilità il fischietto in ceramica, che quindi si ripropone rinnovato nei materiali, nella forma e nei colori, ma mantiene la sua aura magica, romantica e anche di allegria, come tradizionale oggetto di festa.
Un tempo, nelle sagre di paese il cuco rappresentava spesso un pegno d’amore: il “moroso” donava il cuco alla “morosa”, la quale sarebbe stata lieta di suonarlo come segno d’amore per il suo innamorato. Il cuco più comune è quello che raffigura un uccello, più precisamente un cuculo e dovrebbe riprodurrne un suono molto simile.
Importante nel Veneto sono stati e sono i cuchi di Nove e di Bassano, note cittadine della pianura vicentina: in queste zone, se all’inizio i cuchi erano piccoli e raffiguranti uccelli, soprattutto galli, col passare dei secoli l’uomo rappresentò anche sè stesso e imitò le simbologie delle grandi religioni che gli erano sempre sembrate lontane con la loro magnificenza, per cui molto spesso si inventò i propri idoli.
Il cuco poteva anche avere un serbatoio d’acqua per ottenere un suono più dolce, più modulato, mentre se la parte destinata al suono la si lasciava a secco, il suono diventava più acuto con delle variazioni che potevano dipendere dalle dimensioni della cassa, dall’inclinazione del beccuccio o dalla stessa creta con cui era stato creato.
Pare che il cuco, oltre a portare fortuna abbia veri e propri poteri magici, ereditati dalle antiche tradizioni:nei momenti di malinconia o sconforto, convogliando i sospiri attraverso il cuco, ne uscirà un magico suono e rilassante che evocherà il canto del cuculo, infallibile richiamo d’amore e di giovinezza! Ecco perchè è consigliato di tenere un cuco sempre a portata di mano, magari sul comodino!