Da tutti fotografata, da molti conosciuta ma da pochi visitata, l’Isola di San Giorgio Maggiore è uno dei tesori della Laguna di Venezia di cui stiamo per svelarvi tutti i segreti.
Anticamente chiamata Isola dei cipressi, per l’abbondanza di questi alberi, questa perla della Terra delle Meraviglie deve il suo nome alla dedicazione di una chiesetta sorta già nel 790, mentre il termine Maggiore distingueva l’isola da un’altra, San Giorgio in Alga.
Donata nel 982 dal doge Tributo Memmo al monaco benedettino Giovanni Morosini, quest’area venne bonificata per costruire il monastero di San Giorgio Maggiore a fianco della chiesa, che sarebbe poi stata trasformata nella Basilica di San Giorgio Maggiore, la cui facciata, progettata da Andrea Palladio, può essere ammirata fin da Piazza San Marco.
Durante il periodo napoleonico l’isola divenne un presidio militare, e in questa occasione, sul lato nord dell’isola furono creati la darsena ed i magazzini di servizio, in modo tale da rendere l’isola un vero e proprio porto franco. Nel 1951 il Governo Italiano concesse l’utilizzo del monastero e delle aree adiacenti alla Fondazione Giorgio Cini, creando i presupposti per il processo di restauro e riqualificazione; questo evento costituisce il primo esempio in Italia di realizzazione di un organismo privato che pone tra le sue finalità principali la ricerca umanistica, in un periodo in cui al centro dell’interesse collettivo erano economia, scienza e tecnica.
Oggi, la Fondazione Giorgio Cini è un’istituzione culturale conosciuta a livello internazionale che continua a operare ispirata dalla vocazione originaria e si distingue per essere sia un centro di studi che un luogo di incontri e dibattiti su questioni contemporanee, allo scopo di fornire nuovi strumenti di analisi e di comprensione, oltre che occasioni propizie per “costruire un mondo nuovo”.
La Fondazione Giorgio Cini è anche un inestimabile scrigno di tesori letterari, artistici, musicali e archivistici e di diffusione della conoscenza racchiusa nell’abbazia benedettina e oltre che la sede del Centro Internazionale di Studi della Civiltà Italiana “Vittore Branca”, dedicato alla memoria del grande italianista e primo Segretario Generale.
Da quest’anno è inoltre possibile assaporare un esclusivo menù sapientemente contaminato dalla cucina siciliana nell’unico punto di ristoro di tutta l’isola: l’esclusivo San Giorgio Cafe con Filippo La Mantia, un’occasione imperdibile per assaporare questa piccola ma preziosa isola in ogni suo squisito aspetto!
Photo credits: copertina Gaia Dall’Oglio, articolo Edoardo Zaglia