Dopo un percorso internazionale nel mondo digitale come Digital Project Manager per aziende multinazionali, Erica ha deciso di seguire la sua vera passione: il benessere degli animali domestici. Oggi è una terapeuta comportamentale per cani e gatti e ha fondato “Purrs And Tails”, un progetto che coniuga professionalità e amore per gli animali.
Non sempre i grandi cambiamenti arrivano con piani prestabiliti. A volte, la vita sorprende e ci guida verso strade inaspettate. Così è stato per Erica Gasparini, padovana di origine e da oltre dieci anni residente ad Amsterdam. Dopo la laurea in Mediazione Linguistica e Culturale all’Università di Padova, Erica ha sentito il bisogno di esplorare il mondo. Ha scelto di iscriversi a un Master in Human Aspects of IT presso l’Università di Tilburg, nei Paesi Bassi. Nonostante non avesse programmato di trasferirsi in Olanda, quell’esperienza accademica si è rivelata fondamentale: ha conosciuto studenti internazionali, superato la sfida dello studio in lingua inglese e imparato a confrontarsi con diverse culture. Dopo il master, ha iniziato a lavorare come Digital Project Manager presso Booking.com ad Amsterdam per poi collaborare con altre realtà e cogliere nuove opportunità professionali. Al momento Erica lavora part time come Lead Project Manager presso Yalla Cooperative, un’agenzia digitale che collabora con organizzazioni non profit, startup e aziende orientate all’impatto sociale.
La svolta professionale: nasce Purrs and Tails
Dopo anni nel settore tecnologico, Erica ha deciso di seguire il cuore e trasformare la sua passione per gli animali in una professione. Ha ottenuto la certificazione come Consulente della Relazione Felina® presso l’Istituto di formazione zooantropologica SIUA e come Hondenspecialist (Specialista dei cani) nei Paesi Bassi. Con queste competenze, ha fondato Purrs and Tails, offrendo consulenze personalizzate per migliorare la relazione tra animali domestici e i loro proprietari.
Erica propone percorsi su misura per cani e gatti, con l’obiettivo di risolvere problematiche comportamentali e migliorare la convivenza.
- Per i gatti: Erica aiuta a gestire comportamenti problematici come graffiature, aggressività o difficoltà di adattamento, e offre corsi per accompagnare i cuccioli nei primi mesi di vita.
- Per i cani: propone consulenze per risolvere comportamenti indesiderati come abbaiare eccessivo o tirare al guinzaglio e organizza corsi per cuccioli finalizzati a educare cani equilibrati e sereni.
Intervista a Erica Gasparini
Erica, cosa ti ha spinto a trasformare la tua passione per gli animali in una professione?
Ho sempre adorato gli animali, e da bambina sognavo di diventare veterinaria, ma ho cambiato idea in fretta quando abbiamo portato uno dei nostri gatti a fare una visita di controllo a seguito di un incidente. Quando gli hanno rimosso la fasciatura alla zampa ho capito che non sarei mai stata in grado di fare questo lavoro. Così ho messo quel sogno da parte, ignara del fatto che ci fossero altri modi di lavorare con gli animali. Mi piace il lavoro di Project Manager, soprattutto da quando faccio parte di Yalla, ma la vedo così: ho così tanti anni di lavoro davanti a me che limitarmi a questo lavoro mi sembra riduttivo, e visto che ho la possibilità, voglio arricchire il mio percorso professionale con altre esperienze. Un paio di anni fa ho fatto un percorso di ricerca personale per trovare cosa mi appassiona e che avrei potuto trasformare in una professione. L’argomento “animali” era una costante, quindi ho iniziato a informarmi su che possibilità ci fossero e ho scoperto che esiste il ruolo di “esperto in comportamento animale” (da non confondere con veterinario comportamentalista, il quale ha una laurea in medicina veterinaria) e mi ci sono tuffata!
Quali sono stati i passaggi fondamentali del tuo percorso formativo per diventare terapeuta comportamentale per cani e gatti?
In realtà quando ho iniziato il mio percorso formativo non sapevo se sarei riuscita a trasformarlo in un lavoro. La mia prima tappa è stata il corso (online) di Consulente della Relazione Felina® presso l’Istituto di formazione zooantropologica SIUA. I motivi che mi hanno spinta a iscrivermi sono stati certamente la voglia di approfondire la mia conoscenza e il desiderio profondo di dare al mio micione, ormai anzianotto (festeggiamo 16 anni tra poco), la miglior vita possibile nei suoi ultimi anni. Il corso è stato super interessante, ho imparato tantissimo e ho avuto la fortuna di avere una classe di colleghi affiatati e simpatici con cui è nato un rapporto di condivisione e supporto che dura tutt’ora.
Durante questo corso ho iniziato a guardarmi attorno alla ricerca di programmi di studio simili sui cani. Dopo molte ricerche ho deciso di iscrivermi al corso di Hondenspecialist qui in Olanda. A dire la verità non mi sentivo molto sicura di poter affrontare un percorso educativo interamente in olandese, ma ce l’ho fatta, finendo il corso a pieni voti 🙂 Ho imparato tantissimo sul mondo dei cani – diametralmente opposto da quello dei gatti! Fare questi due corsi mi ha dato delle solide basi di partenza e la voglia ed entusiasmo di avviare la mia attività. Come tantissime altre professioni, anche in questa non c’è fine a quanto si possa imparare ed approfondire. A marzo inizio un corso per diventare istruttore cinofilo, anche questo in olandese, yes!
Come hai deciso di fondare “Purrs and Tails” e qual è stata la sfida più grande che hai affrontato nel lancio di questo progetto?
Sai quel momento in cui ti si accende una lampadina in testa e dici: o la va o la spacca, io mi butto e vediamo cosa succede. Non ho niente da perdere, e dopo tutto ognuno di noi definisce che cosa sia il successo per se stesso. Ovviamente quando metti anima e cuore nella tua attività vuoi vederla fiorire e crescere, ma comunque andranno le cose ci sono tantissime lezioni da imparare in ogni esperienza. La sfida più grande per me al momento è costruire la mia presenza digitale sui social. Ci sono così tanti contenuti online che aggiungere cose nuove e rilevanti sembra impossibile, per cui devo stringere i denti e darmi da fare. Immagino che come la maggior parte delle paure, ciò che davvero spaventa sia l’idea e non la cosa in sé, per cui dopo un paio di post so che diventerà più facile (o almeno lo spero!).
In cosa si differenziano i tuoi percorsi rispetto ad altri servizi di consulenza comportamentale per animali?
Credo che tutti i consulenti che hanno seguito un percorso formativo siano capaci e, molto probabilmente, offrono servizi simili ai miei. Nel mio caso, vivo in una realtà internazionale, multiculturale e ricca di stimoli e penso che questo, unito alla mia empatia, curiosità e conoscenza del mondo animale, mi diano una marcia in più.
Hai notato differenze tra l’approccio italiano e quello olandese nel rapporto con gli animali domestici?
Che bella domanda 🙂
Per quanto riguarda i cani secondo me l’approccio è molto diverso. Per esempio, quando si adotta un cucciolo in Olanda raccomandano per i primi mesi di tenerlo nella gabbietta per 16-18 ore al giorno (ovviamente non continuative, il cucciolo ogni esce ogni oretta e mezza per fare i bisogni, giocare, mangiare, bere, ecc.). I motivi principali per questo approccio sono: assicurare che il cucciolo abbia il riposo di cui ha bisogno, evitare che faccia pipì in casa e rendere il cucciolo indipendente. A quel che ho capito, questo metodo non viene visto di buon occhio in Italia!
Per quanto riguarda i gatti, invece, vige l’idea generale (almeno in città) che i gatti debbano restare in casa – anche se hai il giardino. Se vuoi adottare un gatto da un gattile, una delle prime domande che ti fanno è proprio questa: hai un giardino? Farai uscire il gatto? Se si, è molto probabile che non te lo affidino. Ci sono vari motivi per questo, tra cui la sicurezza del gatto stesso e l’impatto che questo piccolo predatore può avere sulla fauna locale.
Quali sono i problemi comportamentali più comuni che ti capita di affrontare con cani e gatti?
Nei cani ci sono tantissimi casi di ansia da separazione, che si manifesta per esempio in problemi di vario tipo quando il cane è lasciato a casa da solo. Questo è solitamente dovuto a una differenza in comunicazione e espressione dei bisogni tra il mondo umano e il mondo canino. In generale, le persone dimostrano il loro affetto tramite attenzioni, carezze, sorrisi, insomma interagendo molto spesso con chi amano. Ovviamente i cani adorano tutto questo, ma la frequenza di queste interazioni può portare a stabilire un rapporto di dipendenza del cane nei confronti dei proprietari troppo forte, rendendo doloroso e difficile il distacco quando inevitabilmente i proprietari devono andare al lavoro o escono a cena.
Nei gatti, invece, ci sono spesso casi di aggressività e bullismo tra gatti che vivono sotto lo stesso tetto. Spesso le persone pensano che un gatto a casa da solo si annoi, soprattutto se loro sono fuori spesso. Questo può essere vero, ma la conclusione a cui generalmente volgono è quella di prendere un altro gatto per fargli compagnia, che non è sempre la cosa giusta da fare.
Il gatto è un animale tendenzialmente solitario, e la sua socialità è definita “facoltativa”. Ciò significa che è lui a decidere con chi vuole stare e quando. Per esempio i proprietari di gatti avranno notato che il loro felino adora stargli vicino, seguirli nelle varie stanze della casa e godere della loro presenza, ma a modo suo. Spesso introdurre un altro gatto, soprattutto se lo spazio è limitato e se l’inserimento avviene troppo in fretta, può creare tensione, litigi e aggressività in casa. Ovviamente dipende tantissimo dai gatti in questione e dalla loro personalità. Per chi legge – se hai già un micio e stai pensando di adottarne un altro, parliamone per capire se è una buona idea 🙂
Che consiglio daresti a chi desidera intraprendere una carriera nel settore del benessere animale?
La prima cosa da tenere in mente è che la maggior parte del lavoro lo si fa con le persone – gli animali sono l’argomento centrale della conversazione, ma sta ai proprietari cambiare il proprio comportamento, seguire la terapia proposta e mettersi in gioco per migliorare la vita insieme. La seconda è trovare il percorso di studi allineato con il proprio modo di pensare e vivere l’animale. Ci sono scuole di pensiero diverse, soprattutto nel mondo canino, che ha visto grandissimi cambiamenti negli ultimi trent’anni. Il mondo felino in realtà è un po’ meno concreto da questo punto di vista. Io sono sempre disponibile per fare una chiacchierata con chiunque sia interessato a questo lavoro e condividere la mia esperienza.
Come vedi il futuro di “Purrs and Tails” e quali progetti vorresti sviluppare?
Ho tante idee in mente, soprattutto nel campo dell’educazione. Per esempio vorrei fare dei webinar in diretta che coprono le basi della relazione con il cane o con il gatto, i loro bisogni di specie, come dare loro una vita felice dentro le mura domestiche e rispondere ad eventuali domande. Mi interesserebbe molto fare questo tipo di lavoro a livello aziendale – lo so che sembra strano, ma qui sta diventando abbastanza normale portare il cane in ufficio, o lavorare pienamente da casa.
Adottare un animale è una responsabilità enorme, che non va presa con leggerezza. Vorrei aiutare le persone che stanno prendendo questa importante decisione affinché sappiano cosa significhi e come assicurare una convivenza serena e soddisfacente per tutti i membri della famiglia – con e senza coda.
Offri consulenze in più lingue. Come questa competenza multilinguistica arricchisce il tuo lavoro?
Vivo in una città molto internazionale, quindi l’inglese è la mia base. Ci sono molti italiani che vivono qui, e sono sicura che troverebbero più piacevole fare una consulenza nella loro lingua. Per quanto riguarda l’olandese a dire il vero non sono ancora a mio agio a fare consulenze perché l’ascolto mi richiede molto impegno.
C’è una storia particolare di un animale che hai aiutato che ti è rimasta nel cuore?
Sono andata a casa di una ragazza che aveva un bassotto ansioso e aggressivo con chiunque – o quasi – li visitasse.
Ho seguito le solite regole di quando si entra in casa per una consulenza: sedersi il più in fretta possibile e non dare attenzioni al cane. Lui all’inizio ovviamente ha abbaiato, ma appena mi sono seduta si è calmato. Ho iniziato a parlare con la proprietaria e a farle domande per capire la situazione, guardandolo ogni tanto con la coda dell’occhio. Tempo 20 minuti è venuto a sedersi sul divano assieme a me, e a fine consulenza era in braccio a farsi fare le coccole. Questo è successo quando stavo ancora studiando ed è stato un momento che mi ha dimostrato perfettamente come sia possibile conquistare la fiducia di un cane spaventato comunicando nella sua lingua: i cani percepiscono lo sguardo diretto negli occhi come una minaccia. Sforzandomi di non guardarlo (non è sempre stato facile perché era carinissimo!) è come se gli avessi detto che non doveva aver paura di me, non ero lì per fargli del male. La padrona era stupita e a me ha davvero scaldato il cuore!
Come funziona una consulenza? È solo in presenza o anche in via digitale?
Dipende 🙂
Per problemi comportamentali dei gatti si può benissimo fare in videochiamata. Spesso i gatti hanno paura degli estranei e si vanno a nascondere, quindi anche se andassi in casa non li vedrei… Incontrarsi online in questi casi è più piacevole per tutti. È sempre possibile integrare la consulenza fatta online con video e foto.
Con i cani, invece, è necessario essere in presenza per poter osservare tutte quelle micro (e non solo) interazioni tra proprietario e cane che a volte avvengono in modo automatico e che aiutano tantissimo nel creare una terapia specifica.
Purrs&Tails – Erica Gasparini
sito web
hello@purrsandtails.com