Un progetto nato in Veneto da 3 amici con la barba, e dedicato a chi porta la barba: ecco Avere La Barba

Da qualche anno è tornata di moda la barba, simbolo di una nuova emancipazione maschile che rompe gli schemi, donando all’uomo un’allure di tendenza e vintage al contempo: a sposare la filosofia dell’Avere La Barba è da qualche anno un omonimo progetto, nato in territorio veronese per condividere consigli, prodotti, progetti e la filosofia di vita.
Avere La Barba è soprattutto un movimento: “In un’Italia distrutta dalla crisi economica e sociale l’ultima speranza per un giovane è Avere la Barba e un’Idea. Non è una moda, la moda è un’illusione. Avere la Barba è una realtà”.
A raccontarlo è Alessandro Toso: “il progetto è nato in Veneto nell’ottobre del 2013 con Claudio Traina e Diego Santi. Cercavamo un libro sulla barba ma l’unico disponibile era di illustrazioni di motociclisti barbuti. Non ci sentivamo rappresentati e volevamo realizzare un volume che raccontasse le passioni delle persone con la barba”.
Un blog e una pagina Facebook dove si incontrano quasi 38mila adepti, tanti eventi che li hanno visti tra i partner come il FuoriSalone 2015, e un laboratorio, un luogo dove Alessandro, Michele e Diego di Avere la barba concentrano la loro creatività e il loro amore per la barba, uno spazio professionale dove inserire i prodotti specifici per la barba prodotti come l’Olio da barba e lo Shampoo da barba, i luoghi della barba, ovvero i migliori luoghi dove vivere la propria barba, e i consigli di esperti barbieri su come mantenere in salute e curare la propria barba.
E dopo tre anni di lavoro, è arrivato l’atteso libro dei ragazzi di Avere La Barba: “composto da 3 parti, la prima con interviste fatte a persone con la barba, la seconda con illustrazioni e disegni inviati e infine poesie e racconti sul tema”.
Il fascino dell’uomo con la barba, ma non solo: “Quando inizi a farla crescere c’è sempre un motivo. La barba è qualcosa di intimo, trasversale, antico: vogliamo permettere a tutti di raccontarla”, affermano i nostri tre.

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Redazione Sgaialand
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