Cavità carsiche situate nel comune di Valstagna, nate migliaia di anni fa grazie alla forza dell’acqua: il mondo meraviglioso delle Grotte di Oliero
Voi avventurosi amanti delle escursioni: armatevi di torcia e caschetto e partite alla scoperta delle profondità della terra delle grotte di Oliero, cavità carsiche situate nel comune di Valstagna, originate migliaia di anni fa dalla forza dell’acqua che, scendendo dall’Altopiano di Asiago, ha scavato profonde gole rocciose affiorando poi a fondovalle, in prossimità del Brenta.
Il fantastico mondo sommerso dell’acqua delle Grotte di Oliero è incastonato tra due maestose corone di montagne, l’altopiano di Asiago e il Massiccio del Monte Grappa.
All’interno del complesso si possono ammirare quattro grotte tra le quali quella principale, il Covolo dei Siori, dove l’ingresso avviene tramite una piccola imbarcazione di legno e la visita prosegue a piedi tra stalattiti e stalagmiti che fanno da scenario ad un luogo incantato, mentre le altre due grotte rappresentano l’antica via d’uscita dell’acqua dell’altopiano di Asiago.
Oltre alle grotte, è possibile visitare il parco naturale, i musei di Speleologia e Carsismo A. Parolini e quello delle cartiere.
La scrittrice George Sand ha paragonato le Grotte di Oliero al paradiso terrestre, e la visita al parco delle grotte segue dapprima un viottolo che conduce al Covolo degli assassini e al Covolo delle sorelle, sovrastati da altissime pareti rocciose sulle quali si può ammirare un ricco campionario della flora rupestre, tra cui spicca per bellezza il Raponzolo di roccia. Il sentiero scende quindi fino alla conca tra le due grotte principali, completamente circondata dalle freschissime acque sorgive ed immersa nel verde di piante secolari. Qui si apre la bassa e larga imboccatura del Covolo dei Siori o grotta Parolini, dal nome del suo scopritore che la esplorò nel 1822.
Una visita in barca di circa 30 minuti permette di scoprire tutti i segreti di questo mondo sotterraneo, dove ha trovato rifugio un raro fossile vivente: il Proteo, un anfibio troglobio presente solo nelle cavità del Carso triestino e sloveno.
Un altro spettacolo suggestivo è regalato dalla Sala della colata, cascata di stalattiti alabastrine alta 14 metri dalla grande varietà di forme e tonalità.