Una mamma ingegnere che si è reinventata tra creatività, bijoux e arte del vetro: ecco Amabito, tra creazioni e personalizzazioni

La storia di Roberta è di quelle che spingono alla creatività, perché hanno proprio in essa il loro fulcro. Una storia che parte dall’università e arriva alla creazione di un progetto, un brand, un laboratorio, Amabito, dove nascono straordinari gioielli in vetro.

Ma andiamo con ordine.
Roberta è originaria di Chioggia, ha studiato ingegneria biomedica e poi bioingegneria a Padova laureandosi nell’aprile del 2009. Dopo un master a Verona e la collaborazione con l’ospedale di Borgo Roma a Verona iniziata durante la tesi, lavora con l’ospedale di Abano Terme.
Si sposa, pensa alla maternità e presto arriva il suo primogenito, ma il lavoro che stava per iniziare sfuma a causa della soppressione del progetto al quale sarebbe stata coinvolta.
Durante il 2010 sono rimasta a casa e ho spedito una montagna di curriculum senza ricevere mai risposta, neanche una. In quell’anno ho rispolverato le mie passioni: fin da piccola ho sempre realizzato i regali per mia mamma e le mie sorelle a mano facendo orecchini, collane e accessori per capelli usando i materiali più svariati a partire da perle in carta fino a fiori di perline e accessori per capelli in legno. A ben guardare ho sempre vissuto all’interno di un contesto in cui il valore dell’artigianato è alto poiché mio nonno paterno era maestro d’ascia, costruiva barche, e io ho passato svariate primavere nei cantieri navali tra le barche in costruzione prima e tanti pomeriggi nel suo laboratorio poi quando ha iniziato a realizzare quadri in legno intagliati e intarsiati

Roberta rispolvera un materiale che aveva usato parecchi anni prima per realizzare le bomboniere per il battesimo di suo figlio: il fimo, con il quale realizza orecchini e collane fino a maggio 2011 quando apre un blog intitolandolo Amabito: “Una parola inventata che contiene le lettere dei componenti della mia famiglia. Il blog mi permetteva di condividere ciò che creavo e in più mi ha permesso di conoscere tante altre persone che realizzavano gli oggetti più vari con grande creatività e alcune con grandi capacità, alcune di quelle ancora le sento, alcune nel tempo sono diventate amiche.

Ho aperto la pagina Facebook che però inizialmente non seguivo e poi a cascata molti altri social network come Pinterest e Instagram, il più giovane ma il mio preferito attualmente.
In tutto questo non ho mai smesso di mandare curriculum sempre senza ottenere risposte.
Con il blog ho scoperto alcune persone, per lo più all’estero, che realizzavano perle in vetro a casa, in una semplice stanza e poi ho trovato un corso per imparare a realizzare perle in vetro a Murano che sarebbe iniziato poco dopo e in cui c’era ancora qualche posto disponibile. A giugno 2011 ero già a Murano e ho frequentato il mio primo corso intensivo di lavorazione del vetro

amabito sgaialand magazine
Finito il corso, l’entusiasmo è protagonista della vita di Roberta e del progetto Amabito: “Un’estate a lavorare con il vetro per realizzare le perle, poi un altro corso sempre a Murano e infine l’apertura del mio negozio su Etsy, nato per ripagare il costo dei corsi e dell’attrezzatura per fare le perle

Non solo manualità, per Amabito, ma anche creatività e attività di comunicazione sul web, un piccolo stan-by di qualche tempo per l’arrivo del secondo figlio e poi la ripartenza del progetto:
Sono ripartita dai social e dal prodotto. Ho scelto di abbinare alle mie perle in vetro solo acciaio e allumino e mi sono messa a studiare meglio come funzionavano e come potermi raccontare, ma ancora mi mancava qualche passaggio.
L’alluminio già lo usavo da molto e l’ho scelto per la sua leggerezza, ottima per bilanciare il peso del vetro, e per l’incorruttibilità, ossia la sua caratteristica di non variare mai nel tempo ma di rimanere sempre uguale.
L’acciaio inox l’ho invece adottato perché non ero soddisfatta dei metalli da bigiotteria perché nel tempo si deteriorano e quindi svalutava i miei gioielli. È un materiale fantastico: rimane sempre uguale a se stesso, ha un colore che adoro ed è rigido

amabito sgaialand magazine
Nel 2016 arriva un altro bimbo e Roberta lavora sul personal branding, sfornando dopo poco due nuove linee per Amabito: la collezione astronomica perAsperaAdAstra, che mette insieme la formazione fortemente scientifica, lo stupore per la bellezza e l’amore per il fatto a mano, e una collezione che sta per uscire ilMioFilo, con collane personalizzate che raccontano la storia della persona che le indossa come una linea del tempo.

In un certo senso mi sento un ingegnere “antico” di quelli come Leonardo che realizzava opere d’arte stupende e studiava il funzionamento del mondo realizzando macchine fantastiche o come Gaudì nella cui architettura la matematica che la tiene in piedi prende forme di una bellezza mozzafiato, uomini in cui la bellezza e la funzione non sono slegati, ma anzi una cosa rende l’altra più se stessa

 

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Ilaria Rebecchi
Diploma di scuola media superiore, giornalista free lance appassionata di musica e piante, collabora saltuariamente con redazioni locali.