Gli spaventosi diavoli delle Alpi, i Krampus, sfilano nella notte di San Nicolò, un’affascinante tradizione che si rinnova ogni anno il 5 dicembre
La notte del 5 dicembre nei paesi dell’arco alpino – tra Trentino Alto Adige, Austria, Baviera e Friuli Venezia Giulia – quando il sole tramonta e le tenebre avvolgono le vallate, si rinnova l’antico rito di San Nicolò (il nostro Babbo Natale) e dei suoi mostruosi accompagnatori, i Krampus. Centinaia di demoni spaventosi e selvaggi dai volti terrificanti, con lunghe corna e corpi ricoperti da pelli animali, escono dai boschi in cui vivono e come un esercito invasore si riversano nei paesi. Anticipati dal rumore dei loro campanacci, urlano, gridano e con fruste e rami infuocati vanno a caccia di bambini (e adulti!) cattivi.
Attenzione quindi: nelle fredde serate di montagna tra mercatini e vin brûlé, potreste incappare in queste orde di demoni, legate a spaventose e affascianti tradizioni arcaiche, residuo di un mondo pagano oggi scomparso. I Krampus (parola che deriva dall’antico termine dell’area tedesca “kramp” ovvero “artiglio”) hanno origini antichissime, collegate all’ancestrale lotta tra Bene e Male, luce e buio: ai Krampus, il male, si contrappone San Nicolò, il bene. Un rito che ha a che vedere anche con le ricorrenze legate al solstizio d’inverno e le paure degli antichi popoli di montagna per l’arrivo della stagione fredda, del buio e delle tenebre.
Secondo la leggenda in un periodo di carestia i giovani di un villaggio di montagna si travestirono con pellicce, pelli e corna di animali e depredarono i villaggi vicini delle scorte per l’inverno. Presto però si accorsero che c’era il Diavolo tra loro, riconoscibile da zampe e zoccoli. Impauriti chiamarono il Vescovo Nicolò che scacciò il maligno.
Una tradizione che è rimasta nei secoli e si festeggia tradizionalmente la sera del 5 dicembre (vigilia di San Nicolò) nei paesi delle Alpi orientali di lingua tedesca, oggi riproposta come sfilata. Il corteo si apre con San Nicolò dalla barba folta e bianca che distribuisce dolci ai bambini buoni, solitamente trainato su di un carro e accompagnato da una schiera di angeli. Appena il sole tramonta fanno il loro ingresso i Krampus che si lanciano in rincorse e inseguimenti per le vie dei paesi alla ricerca dei bambini cattivi.
Tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo, la figura del Krampus è stata protagonista di una serie di fenomeni di riscoperta e si sono creati numerosi gruppi di ritrovo, vere e proprie associazioni formate da centinaia di giovani. La sfilata richiede settimane di preparazione e nasconde una dedizione sorprendente. Ogni costume è un capo unico e il punto di forza sono le bellissime maschere di legno intagliate artisticamente. Vere opere d’arte che richiedono ore di lavoro manuale per intagliare, dipingere, laccare il legno, inserirvi corna, occhi di vetro, denti mostruosi e lingue sporgenti. Una maschera può arrivare a pesare anche dieci chili.
Qualche curiosità: a travestirsi da Krampus possono essere solo gli uomini scapoli. La regola fondamentale è che la maschera non deve mai essere tolta in pubblico, ne va dell’onore del Krampus! E sì, il Diavolo può essere anche donna (la Krampa) ma è sempre un uomo vestito con abiti femminili. I colori fondamentali di questa festa sono il rosso e il nero, con cui spesso anche i diavoli sono agghindati.
In Alto Adige la sfilata dei Krampus dalla storia più antica è quella di Dobbiaco, che si svolge dal 1996 e quest’anno si terrà la sera di sabato 9 dicembre. Gruppi di Krampus provenienti da Italia, Germania e Austria si incontreranno a centinaia anche a Bressanone, Chiusa, Colle Isarco, Laives, Lana, Merano, Ortisei, Termeno e Vipiteno (martedì 5 dicembre); Bolzano (venerdì 8 dicembre); Castelrotto (sabato 9 dicembre).
In Friuli Venezia Giulia le grandi esibizioni dei gruppi dei Krampus inizieranno sabato 2 dicembre a Coccau (Tarvisio) e proseguiranno domenica 3 dicembre a Cave del Predil; martedì 5 dicembre a Tarvisio Camporosso, Fusine, Rutte Piccolo e Malborghetto, Valburna, Ugovizza; mercoledì 6 dicembre a Coccau, per finire venerdì 8 dicembre a Pontebba.
Video credits: Armin Rogger
Foto cover: Sergio Delle Vedove