Con passione e creatività: ecco come cucinare le erbe selvatiche della Terra delle Meraviglie! Ma prima bisogna imparare a conoscerle e distinguerne le caratteristiche. Ecco qualche dritta utile

Ad ogni stagione la sua pianta ed erba selvatica. La natura, anche se ultimamene sempre meno rispettata, riesce comunque ancora ad offrirci in ogni stagione abbondanti alimenti naturali che rendono più interessanti e gustosi i nostri piatti. Non serve essere un grande chef per mettere nel proprio piatto un ingrediente che prima non conoscevamo o un tipo di alimenti di cui ignoravamo il valore nutrizionale ed ancora prima la possibilità di essere commestibile ma basta essere curiosi e provare.

Le erbe selvatiche, dette anche spontanee, hanno aiutato molto gli abitanti della Terra delle Meraviglie in tempi in cui la saturazione economica, politica e sociale era molto difficile. Si trovano spontaneamente nei campi, lungo gli argini, erano gratuite e nello stesso tempo ricce di nutrienti e sali minerali. Negli anni successivi alle grandi guerre l’uso delle erbe spontanee aveva perso un po’ il suo appeal, forse perché si associava molto ai quei periodi di grande difficoltà e forse perché il mercato offriva sempre più prodotti, provenienti anche da regioni e paesi lontani e si sa la curiosità del gusto conduce spesso e velocemente a seguire abitudini diverse. Ma negli ultimi anni, complici anche i grandi chef, le erbe spontanee sono rientrate ad essere di grande interesse e curiosità per sempre più persone ma spessa non sappiamo come trovarle e come sceglierle.

Come cucinare le erbe selvatiche della Terra delle Meraviglie

Utilizzare per uso alimentare piante spontanee è stato definito fitoalimurgia (dal  greco phytón  =  pianta  e  dal  latino alimenta urgentia, alimentazione  in  caso  di  necessità,  urgenza alimentare).  Inoltre fare uso di queste piante in cucina favore la salvaguardia della biodiversità locale ossia aiuta a fra meglio il nostro territorio e di conseguenza le persone che lo abitano.

Prima di descrivere alcune di queste piante spontanee presenti sul nostro territorio è necessario fare alcune importanti raccomandazioni. Per prima cosa bisogna saper riconoscere con certezza la specie poiché raccogliere una pianta sbagliata potrebbe condurre ad intossicazioni o disturbi per la salute. La seconda, regola, da applicare sempre nella scelta degli alimenti che consumiamo, è di non prendere erbe e piante selvatiche in luoghi inquinati. Per chi ha un piccolo orto la soluzione migliore è dedicare uno spazio alla coltivazione di queste piante che aiutano molto anche la salubrità dell’ambiente e delle altre colture per chi ha un terrazzo queste erbe e piante possono integrarsi con i fiori e le piante che siamo soliti piantare.

come cucinare le erbe selvatiche sgaialand magazine veneto nord est food eleni pisano

Come cucinare le erbe selvatiche della Terra delle Meraviglie

Tra le erbe spanane più note e semplici da riconoscere nella Terra delle Meraviglie:

  • Biancospino (Crataegus monogyna). Si riconosce subito per i suoi fiori candidi e per le spine aguzze. In autunno il fiore del biancospino si trasforma in frutto (con varie gradazioni intense di rosso) ed in questo momento si possono raccogliere le sue bacche. In cucina queste bacche si adattano molto bene a creare delle marmellate, sono ottime in accompagnamento a dolci al cioccolato ma anche per la preparazione delle carni rosse, stufate, sono molto adatte in sostituzione di aromi come chiodo di garofano o noce moscata.
  • Carota selvatica (Daucus carota). Vista la sua larga diffusione spesso la si associa ad una pianta infestante invece le sue radici sono molto ricche di carotene che colora il piatto e fornisce un’ottima fonte di fibre e nutrienti. In cucina si utilizza molto nella preparazione di primi piatti.
  • Raperonzolo (Campanula rapunculus). Il suo nome è il diminutivo di ‘campana poiché i suoi fiori hanno proprio la forma a di una campana. Del rapereonzolo in autunno si mangiano le radici, basta sbucciarle ed aggiungerle ad un’insalata. Hanno un retrogusto leggermente dolciastro che ricorda quello delle noci e nocciole.
  • Bruscandoli, tra i più noti tra i veneti, sono i giovani getti del Luppolo selvatico (Humulus lupulus) che crescono rampicanti e selvatici lungo siepi e fossi. I bruscandoli hanno proprietà sedative  e calmanti tanto che spesso si usano  in metodo di medicina tradizionale in infusione In cucina notissimo in Veneto il risotto di bruscandoli che ci fa sentire subito il sapore del territorio.
  • Le rosoline, come si chiamano in Veneto, sono le foglie della pianta del papavero (Papaver rhoeas). Queste rosette vanno raccolte quando sono giovani e tenere e si cuociono in “tecia” con olio, aglio e sale. Ottime come contorno o sul pane accompagnato da un formaggio semi-stagionato.

La lista sarebbe molto lunga, quindi non resta che attendere la prossima puntata per raccontarvi altre curiosità su come cucinare le erbe selvatiche. Nel mentre… buone passeggiate gustose!

 

 

 

Articolo precedenteAd Auto e Moto d’Epoca 2017 protagonisti i Millennials: ecco MyFirstClassic
Articolo successivoIl video del matrimonio: ecco i 5 migliori videomakers della Terra delle Meraviglie
Eleni Pisano
Perché Eleni? Perché nel sangue porto un po’ d’Italia e di Grecia. Dopo molti anni di lavoro nell'ambito della comunicazione e della cooperazione internazionale, ho fatto di una mia antica passione un lavoro. Mi piace fare e parlare di cibo, lo affronto, almeno ci provo, nei suoi molteplici aspetti. Corsi di cucina, consulenze commerciali, sperimentazioni e degustazioni, incontri formativi per tecnici di settore, laboratori didattici. Amo l'ambiente, le spezie, i viaggi, la scoperta e il Veneto, of course, anche se da Padova mi sono trasferita per amore a Milano.