Elio e le Storie in Veneto: sarà davvero un tour d’addio?

Abbiamo incontrato al Gran Teatro Geox di Padova Elio e Faso di Elio e le Storie Tese in occasione della presentazione alla stampa delle date venete del tour d’addio. Ma sarà davvero un addio alle scene quello del celebre gruppo? Scoprite cosa ci hanno raccontato e ricordate che gli EEST vi aspettano a Padova il 21 aprile, a Verona il 1 maggio il e a Conegliano il 25!

 

Elio e le Store Tese in Veneto: ve ne abbiamo parlato qualche mese fa qui, quando vi abbiamo annunciato la loro data padovana. Oggi abbiamo incontrato al Gran Teatro Geox di Padova Elio e Faso, che ci hanno regalato un’ora di sorrisi e risate, come piace a noi Sgaie e come, del resto, ci aspettavamo. Sarà davvero un addio alle scene il loro prossimo tour? Cosa faranno da giugno in poi? Se pensate vi parlino di “pensione”, vi sbagliate di grosso! Ecco cosa ci hanno raccontato!

ELIO: “Questo tour è il piu importante degli ultimi 30 anni in italia, perchè è la fine di una band come noi che perde i pezzi, come il rinoceronte bianco, un’occasione imperdibile, anzi non è il più importante ma il più imperdibile, se ci perdi non ci siamo più!”

“Per quanto riguarda il dopo, stiamo discutendo su chi di noi farà lo youtuber e chi l’influencer, altri vorrebbero intraprendere la carriera di rapper. Ci siamo già sciolti, il 19 dicembre a Milano, poi abbiamo organizzato il tour per accontentare chi non è riuscito a venire in quel concerto, sarà un tour di un gruppo che si è già sciolto, penso l’unico caso al mondo, una figata pazzesca”

FASO: “Un concertone di 3 ore abbondanti perchè vogliamo appagare tutte le generazioni che ci hanno seguito, abbiamo molti fans che arrivano col figlio che porta il figlio, questo ci fa capire che siamo incartapecoriti. Ma non è vero, noi siamo al top, così interrompiamo adesso al top. Tre ore dai brani della prima era fino all’ultimo album, così sono tutti contenti. La scaletta è stata composta da una votazione con tecniche social, ma non possiamo comunque andare oltre le 3 ore!”

elio e le storie tese in veneto

Cosa scatta, cosa si prova dopo più di 30 anni di attività?

FASO: “30 date all’anno in 30 anni, se suoni sempre diventi come la patata. Sei in tutti i piatti, ma non dici niente”

ELIO: “Si collega lo scioglimento con la pensione, che è ciò che di più lontano vogliamo, quando siamo nati volevamo fare imprese eccezionali (ad esempio: abbiamo portato il termine “stitico” sul palco a Sanremo e girato film d’amore con Siffredi, abbiamo cantato una canzone lunga 12 ore con un bis di mezzora, collaborazioni con Santana, James Taylor, il coro delle voci bulgare). La nostra idea di scioglimento è quella di rilanciare, serve per mettere il punto ad una carriera eccezionale (nel senso che siamo un’eccezione rispetto agli altri) e cominciare a fare cose ancora più incredibili. Se volevate scrivere pensione cancellate subito, come dice Faso: se ci sei sempre, passi come una cosa ovvia e noi siamo tutto fuorchè ovvi”

Vi sentite una band interessante?

ELIO: “Siamo interessanti come i Monty Python, come noi sono un gruppo che ha fatto molte cose a gruppetti, sono sempre stati molto vari. C’è da dire che abbiamo troppe idee e EELST, in fondo, ci sta un po’ stretto”

FASO: “A Sanremo, il nostro grande obiettivo era arrivare ultimi e ci siamo riusciti, (noi lo scioglimento lo abbiamo annunciato un anno fa, ma non ci credeva nessuno): questa è l’ennesima prova che, quando annunciamo una cosa, accade. Quando siamo andati al festival ci siamo accorti dell’ antichità di una gara di canzoni all’era dei social, anacronistica, mantenuta in vita artificialmente, allora ci è venuto in mente che dopo la prima serata i titoli erano su Fiorello e sui vestiti di Michelle. Il futuro del Festival è senza le canzoni, noi porteremo avanti questa idea con forza dopo il 30 giugno, parleremo alla RAI di un’idea che sembra pazza (sembrava pazzo all’epoca anche chiamare un gruppo Elio e Le Storie tese, se è per questo), quella di portare avanti il concetto di un festival solo con presentatori, 5 o 6, e ospiti, un presentatore che presenta un presentatore che presenta un ospite, valletta, spot, ospite. Ma non anticipiamo troppo, sennò succede come nel nostro primo disco che abbiamo cambiato l’accento in alcune parole per fare una scemata e poi gli 883 ci hanno fatto una carriera.

FASO: “Anche ascoltando la radio (25 anni che facciamo Cordialmente su Radio Deejay), ci siamo accorti che il conduttore fa vita difficile: dopo aver raccontato cosa ha fatto ieri e oggi, deve interrompersi per mandare un pezzo. La musica è un virus che interrompe cose interessanti, già riducendo i pezzi a 3 minuti e mezzo contro pezzi come Bohemian Rhapsody da 5 minuti. Basta allora con la musica, teniamola come sottofondo per pubblicità, sennò dopo viene a noia”

In questi anni è cambiato tutto nella musica. 

FASO: “In questi anni è cambiato molto, per la musica italiana negli anni ’70 c’era più creatività, si rischiava, anche a livello cantautoriale. Tutta questa energia creativa è andata sfumando e si è arrivata all’appiattimento di oggi con testi banalotti e accordi tutti uguali. I giovani emergenti ci sono, li trovo nei locali, ricevo cd e chiavette… suonano molto bene e hanno belle idee, peccato che oggi i locali chiedano di far cover di qualcuno e la musica originale non interessa. Ai nostri tempi potevamo fare un tour a Milano da quanti locali c’erano e chiedevano musica nuova, oggi si è invertito”

ELIO: “Questo era il pensiero che c’era dietro a “La Canzone Mononota”: andare incontro ai gusti del pubblico che va verso la semplificazione e, infatti, abbiamo quasi vinto. Chi ha raccolto il nostro messaggio? Nessuno, se devo citare un gruppo, però, cito i The Kolors, perchè hanno puntato come noi all’aspetto fisico e suonano, hanno un’esperienza di club e non sono improvvisati. Più di loro si merita di raccogliere il testimone Mangoni, si merita la sua chance, potrebbe essere lo spin off di EelST”

ELIO: “Sciogliersi non è una scelta comoda, sarebbe  sempre venuta gente ai nostri concerti, ma non siamo fatti per fare le scelte comode. La prima volta a Sanremo non era comoda, abbiamo rotto il muro, venivamo dall’underground, abbiamo però aperto la strada ad un sacco di gente che non ci sarebbe mai andata, come Agnelli degli Afterhours, i Subsonica etc.. nel ’96 mi era arrivata una telefonata accorata di Pelù che mi chiedeva di non andarci, e poi quest’anno ci è andato ospite. Siamo sempre stati all’avanguardia e anche questa scelta di scioglierci lo è, una scelta che aveva fatto anche Carosone che è un artista che ammiriamo”

Ma quand’è stato il momento in cui l’avete deciso seriamente?

ELIO: “Seriamente non è una parola che ci appartiene, l’abbiamo annunciato sul palco a Londra”

Dopo farete come i Pooh?

ELIO: “impossibile, sono inarrivabili, vorremmo”

FASO: “però vorremo essere assoldati  da un magnate russo per tanti soldi, quest sì. Lanciamo un appello: serve un gruppo per le feste di compleanno della piccola figlia del magnate?”

Insomma, cosa ci riserveranno ancora Elio & Co? Noi siamo dell’idea che sia molto meglio non perderli di vista e che ne vedremo ancora delle belle, diverse, ma belle!

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Redazione Sgaialand
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