Una grande sfida in solitaria tra nevi e sacrari militari per ricordare i caduti della Grande Guerra: è il progetto 16alminuto di Enrico Antonello
« 16alminuto è la sintesi di esperienze intense vissute nello Scoutismo e tra gli Alpini, e delle mie competenze nel coaching, fuse insieme in una sfida personale. Una sfida per proclamare anche il Rispetto e la Gratitudine per quei ventenni d’inizio ‘900 ispirati da quegli ideali che ancora oggi sostengono la nostra società »
Così afferma Enrico Antonello, originario di Piazzola sul Brenta, che con il progetto 16alminuto partirà dall’Ossario del Pasubio per 304 km fino al Sacrario di Pian de Salesei.
16alminuto perché è la media dei passi per ogni minuto che Enrico Antonello dovrà mantenere per 6-7 ore al giorno durante la traversata in programma tra il 10 e il 20 febbraio (a seconda del meteo potrebbe cambiare la data ufficiale – ndr): dopo 30 anni di esperienza non-alpinistica in montagna, 250 tra uscite, bivacchi, campi estivi e invernali vissuti da educatore scout durante tutte le stagioni dell’anno, 6 mesi a Sarajevo in missione di Peacekeeping con gli Alpini del 7° Reggimento di Feltre, Enrico si appresta a sfidare sè stesso per raggiungere un obiettivo, superando limiti, ostacoli e difficoltà lungo il percorso.
Ma chi è Enrico Antonello? «Compiuti 17 anni ho iniziato a fare il cameriere per pagarmi le lezioni di chitarra, sognando di diventare un virtuoso delle sei corde. A 19 anni, grazie agli scout, ho scoperto la mia vera vocazione: l’educazione. Continuo ancora oggi ad indossare l’uniforme scout, a volte da formatore, altre da esperto di scouting, ben responsabile di contribuire al sogno “di rendere il mondo un po’ migliore di come l’ho trovato”. Prima di laurearmi ho trascorso un anno tra le Penne Nere del 7° Reggimento Alpini. Prima Bassano e poi Belluno come recluta, quindi Feltre, fino a Sarajevo. Infine Sappada e San Candido con il Plotone Alpieri, gareggiando nei C.A.S.T.A., i Campionati sciistici delle truppe Alpine.
Ho fondato una società agricola con zappa, trattore e culo alto, coinvolto nel sogno dell’agricoltura biologica, testimoniando che le risorse della Terra non ci appartengono, ma sono un prestito dai nostri figli.
A 30 anni ho sposato Giorgia: la mia vela, muscolo di questa nave che, con Alberto e Agnese, chiamo famiglia.
Sono in tutto e per tutto una persona normale con emozioni, desideri, difetti e soprattutto sogni. Non sono un alpinista, piuttosto un appassionato di montagna. A 40 anni passati sono ormai complice accondiscendente al suo gioco e non resisto alla seduzione del suo fascino: verdeggiante e profumata d’estate, candida e frizzante d’inverno, granitica e implacabile tra le altre crode, maestra impareggiabile con le sue lunghe e pazienti salite, laconica e impietosa quando esige rispetto.
40 anni sono una bella età per fare dei bilanci, prendere consapevolezza, far pace con alcuni rimpianti e pasticci del passato e pensare al futuro. Alcuni mesi fa ho avuto l’occasione di riflettere intensamente sui miei sogni. Sono stato invitato a declinarli in obiettivi e da questa riflessione, aiutato da un gruppo di sognatori a loro volta, ha preso forma 16alminuto»
16alminuto nasce dall’obiettivo di Enrico Antonello di portare un saluto emozionato a tutti quei ragazzi caduti tra le trincee alpine del Primo Conflitto, attraverso uno stile di viaggio che mi possa avvicinar loro, per celebrare una guerra sublimandola alla Pace, forte dell’esperienza negli Alpini: «Da marzo 2001, per 12 mesi, sono stato tra le fila del 7° Reggimento Alpini di Feltre. In particolare ho trascorso sei mesi a Sarajevo, assieme a dei ragazzi formidabili e un “Signor ufficiale”, l’allora capitano Riccardo Bassani. Un’esperienza davvero significativa: l’alchimia tra diverse persone e il modo in cui quel gruppo ha interagito mi ha fatto vivere il significato di Alpinità. Non è stata solo una piacevole esperienza di “Naja” perché tutti i ragazzi con cui ho condiviso sei mesi della mia vita, 24 ore al giorno, e non è un’esagerazione, desideravano fortemente fare ed essere Alpini: per tradizione familiare, per giocarsi una chance nel mondo del lavoro, per carriera. La scelta di Marco, Alessio, Tommaso, Michelangelo, Niccolò era una scelta dettata da desiderio e da valori»
E poi c’è un nonno eroe: «Fin da piccolo provo una grande ammirazione per quell’eroe che mi accompagnava in passeggiata fino a pochi mesi prima di salire in Paradiso. Dal ’99 covo il desiderio di rendere omaggio alla sua memoria e a chi, come lui, ha risposto a una chiamata! Una delle forti motivazioni alla base di 16alminuto è dunque un tributo alla memoria di quella epica generazione, adottando uno stile rispettoso fatto di lunghi silenzi, freddi pungenti e salite faticose. Giovanni Bertolini è stato un personaggio “storico” di Tremignon, gestore del bar e dell’alimentari del paese, Cavaliere di Vittorio Veneto, Patriota e… mio nonno!
Durante la “Guera Granda” combatté sul Grappa quale caporale nel 15° Battaglione bombarde, protagonista diretto del Canto di Natale del celebre tenore Giacomo Lauri Volpi, leggendario episodio di tregua durante la notte Santa del 1917.
Al termine del conflitto, lavoratore instancabile, seppe crescere sei figli. La sua pensione lo vide attivo nelle gare di marcia, godere dei piaceri della famiglia e soprattutto impegnato nel realizzare il monumento ai Caduti di Tremignon sotto il quale oggi spicca il suo mezzo busto»
10.000 metri di ascesa e 9.000 metri di discesa da compiere in circa 17 giorni in solitaria, in autonomia alimentare dormendo in ricoveri di fortuna e in truna, passando per il Monte Zebio che fu teatro di scontri cruentissimi, il Sacrario Militare Leiten di Asiago, i Cimiteri Inglesi tra i boschi a sud di Asiago, il Cimiero Militare Francese di Conco, il Sacrario Militare del Monte Grappa fino ad arrivare al Sacrario di Pian de Salesei.
In bocca al lupo per 16alminuto, Enrico, eroe contemporaneo.