Una designer e pittrice veneta che realizza abiti esclusivi e che non seguono le tendenze, ma rispettano l’ambiente e il lavoro altrui: la storia di Greta Pigatto e del suo brand

Coraggio, etica e unicità di ogni capo: questo è il motto della fashion designer Greta Pigatto, disegnatrice e creatrice di capi originali e irripetibili dal tocco al tessuto, dal taglio all’intero confezionamento.
Allora entriamo nel mondo di questa giovane stilista originaria della Terra delle Meraviglie e nata a Breganze in provincia di Vicenza.

Greta Pigatto, l’intervista

Da bambina adoravo disegnare, sognavo di diventare una creatrice di cartoni animati della Walt Disney e ricordo che la mia camera era completamente decorata con i miei personaggi preferiti, disegnati con matite e gessetti. A otto anni ho scoperto i Manga e il Giappone, e mi sono perdutamente innamorata del segno grafico netto che caratterizzava le strisce e le stampe giapponesi. Ancora adesso, prima di iniziare a dipingere un capo, immagino una linea netta che scorre sul tessuto e che il pennello segue poi senza sbavature. Spesso aggiungo alcuni dettagli, particolari e persino dei piccoli difetti all’illustrazione perché se la vedo troppo decisa sembra una stampa tanto il segno è netto, mentre io la voglio diversa e imperfetta, insomma, più umana


Come hai cominciato il tuo percorso nel mondo della Moda?
Dopo la preparazione artistica del liceo, sognavo di diventare da grande una disegnatrice di cartoni animati: la grafica è stata la mia prima passione e mi sono avvicinata alla moda lavorando come grafica di prodotto per una nota azienda di jeanswear. La mia famiglia pullula di addetti ai lavori del settore: mia suocera ha lavorato trent’ anni in un’azienda che trattava cotone, jersey elasticizzato e filo di Scozia e le sono grata perché mi ha insegnato a lavorare questi materiali con l’obiettivo che vestano al meglio. Mia mamma è sarta e modellista e mi ha insegnato a creare i cartamodelli, la mia pro-zia a suo tempo brevettò una tecnica di insegnamento di taglio e sartoria. Da tutte loro ho ereditato la capacità di creare, immaginare ed abbinare un determinato tessuto al modello che più lo valorizzi alla prima occhiata. È pazzesco, quando mi ritrovo a scegliere i nuovi tessuti, appena li tocco, immagino già il modello finito. Ho deciso di creare una linea mia, perché sentivo il bisogno di indossare qualcosa di diverso e di valorizzare lavorazioni ormai dimenticate. Per ritornare all’aspetto meno digitale e più artigianale della moda. Insomma, ho compreso che dovevo ritornare ad usare le mani

In cosa il tuo brand si diversifica dagli altri?
Più che un motto ci sono due parole ricorrenti nel mio percorso: coraggio ed etica. Coraggio in quanto non riesco a scendere a compromessi. Uno dei motivi per cui mi sono licenziata nel 2007, pur avendo un contratto a tempo indeterminato, è stato quello che volevo a tutti i costi inseguire il mio sogno. In più non riesco a scendere a compromessi per interesse personale, riesco a fare una cosa solo se è giusta, e soprattutto odio mascherare i miei sentimenti per raggiungere una posizione o un obiettivo, ma ho bisogno di essere coerente con me stessa, vera, genuina, con tutti i miei limiti, per esprimermi senza filtri. È più forte di me.
Il mio brand, appunto, è per chi ha veramente bisogno di sentirsi unico ed esprimersi in un mondo che ci vuole tutti uguali, perché livellare e pareggiare tutto e tutti diventa più semplice. Ma l’uomo è nato come essere unico e la sua originalità è rara e preziosa che arricchisce l’umanità intera. Purtroppo questa cosa va scemando e si è quasi persa, anche se noto che un po’ alla volta cresce la richiesta di capi su misura e abiti su ordinazione, e le persone vogliono sempre di più un qualcosa di personalizzato, esclusivo e unico!
Da un anno a questa parte sto lavorando tenendo conto che con il mio lavoro offro la possibilità a chi mi segue di scegliere una Moda etica, eco-sostenibile e 100% Made in Italy. Nel percorso della fattura, dalla scelta della stoffa alla realizzazione di qualsiasi abito, nessuno viene sfruttato, e lavoro secondo un approccio etico di rispetto ed empatia, perché anche quando si acquista un capo da indossare occorre fare la scelta giusta, non solo stilisticamente parlando.
Ciò che mi contraddistingue resta comunque la pittura su tessuto, il fatto di decorare i capi con i miei disegni. Ora ho iniziato ad integrare la collezione delle t-shirts e dei top, ho creato nuovi modelli di pantaloni e cappotti non dipinti, e sta nascendo anche una collezione uomo che utilizza materiali di altissima qualità, tessuti dipinti in Italia a km 0

A proposito delle collezioni di Greta Pigatto: come cambiano di anno in anno?
Io sono per la slow fashion: creare un modello, testarlo, portarlo alla perfetta vestibilità. Ricercare il tessuto ideale richiede moltissimo tempo in quanto seguo tutto da sola e creo solo quando mi sento ispirata. Non lavoro più per le aziende di Moda, proprio perché i ritmi frenetici avevano completamente snaturato l’aspetto creativo del mio lavoro. L’ispirazione non la puoi ordinare, arriva quando meno te l’aspetti, mentre passeggio con mia figlia oppure quando corro tra le colline del mio territorio. Inoltre voglio essere una mamma e una moglie presente, non voglio che il lavoro si anteponga ai bisogni della mia famiglia: sono io che detto i tempi del mio lavoro non il contrario. I miei capi non nascono tenendo conto delle tendenze, ma sono esattamente come me e come quello che piace a me, per una persona vera, tenendo conto, ovviamente, della funzionalità, del comfort e di una scelta etica anche nei materiali e nelle lavorazioni

I sogni nel cassetto di Greta Pigatto:
Tra dieci anni spero di avere uno spazio più grande dove lavorare: al momento lo showroom-atelier è una stanza del mio appartamento e il laboratorio è nel seminterrato. Mi piacerebbe avere tutto sullo stesso piano, magari con un’entrata separata da quella di casa. E poi sogno di far conoscere il mio lavoro all’estero. Punto tutto sulla vendita diretta ai privati, cosa che permette di costruire bellissime relazioni: i miei sono clienti che ritornano, non acquistano solo una volta ma mi seguono e supportano, condividono i miei stessi valori, si riconoscono e capiscono quanto io ci metta il cuore in quello che faccio

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Redazione Sgaialand
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