Nato da un’idea del dolese Francesco Pavia, Crash Baggage è il progetto sgaio che non poteva mancare dalle nostre pagine virtuali. La filosofia del brand si racchiude nel payoff Handle without care e oggi vi spieghiamo perché vanno tutti pazzi per il brand di valigie dal design ammaccato.


Fondata nel 2013 a Mira, in provincia di Venezia, Crash Baggage disegna e progetta valigie, borse e accessori caratterizzati dalla scocca ammaccata: se la valigia nuova ha già le ammaccature che di solito vengono con l’uso, chi viaggia può finalmente farlo senza preoccuparsi di rovinarla. Da questa intuizione di Francesco Pavia, semplice ma sicuramente rivoluzionaria, nasce uno dei brand più creativi e coraggiosi del mondo della valigeria. Il naturale deterioramento di una valigia si trasforma nell’Estetica del Danneggiamento, che lancia un messaggio inequivocabile:“Non Ti preoccupare, goditi Il Viaggio!” e rende Crash Baggage il simbolo di chi viaggia senza aver paura dell’inaspettato.

Francesco Pavia e l’idea di business: storia di un crash


Classe 1990, Francesco Pavia entra prestissimo nel mondo della valigeria. A diciassette anni accompagna per la prima volta il padre, direttore commerciale di un marchio storico di valigie italiane, in Cina: inizia così il suo periodo di formazione sul campo, un rapidissimo giro d’anni durante i quali impara a conoscere la produzione, lo sviluppo e il design di prodotti di valigeria.
Quando racconta com’è nato il suo brand, Francesco ricorda che un giorno, seduto in aeroporto ad aspettare la valigia davanti ai nastri, sente due viaggiatori parlare dei propri bagagli, preoccupati che si siano rovinati fra un trasporto e l’altro.
Com’è possibile essere in viaggio e preoccuparsi della valigia? In fondo cos’è la valigia, se non
un contenitore che serve solo a spostare le proprie cose da un luogo all’altro, e su cui soprattutto non abbiamo nessun controllo per la maggior parte del viaggio? Un contenitore brutto, perlopiù, che proteggiamo avvolgendolo nella plastica, ma che non vediamo l’ora di nascondere nell’armadio e dimenticare fino al prossimo viaggio.


Tornato a casa scalda la sua valigia rigida con un phon da carrozziere e inizia a dare delle botte alla scocca: è nata la prima Crash Baggage. Per due anni Francesco lavora senza sosta al suo progetto: sceglie il nome, un logo giallo e un tono di voce fresco e ironico per la comunicazione. Nel mondo della valigeria non esiste niente del genere.


Crash Baggage debutta ufficialmente nel 2013 in occasione di Pitti Uomo a Firenze: qui viene presentata la prima piccola collezione di valigie ammaccate, le Pioneer.
Il successo è immediato e Crash Baggage entra nei più interessanti concept store del mondo, da Parigi a Tokyo, da Milano a Los Angeles. Gli ingredienti del successo? Stile inedito, comunicazione sopra le righe e una strategia commerciale che punta al mondo della moda e del design, più che a quello della valigeria tradizionale.
Il 2015 è l’anno della valigia trasparente Share. Crash Baggage si propone in modo sempre più deciso come un brand di lifestyle con cui chiunque può esprimere la propria personalità. Nello stesso anno la collezione si amplia con zaini e borse, sempre caratterizzati dalle iconiche ammaccature.

Oggi la collezione Crash Baggage si compone di valigie dalle diverse dimensioni, zaini, borse, accessori da viaggio e borracce in alluminio.
Le scocche rigide della maggior parte dei prodotti sono realizzate in policarbonato, un materiale resistente, leggero e flessibile, facile da ammaccare con precisione senza comprometterne le performance tecniche. Tessuti e altri materiali sono ottenuti da materie prime riciclate.
A un’estetica massimalista, contraddistinta da colori vivaci, il logo giallo brillante e l’aspetto vissuto della scocca, si contrappone un design essenziale, dove nessun elemento è di troppo e tutto è studiato per la massima funzionalità.

La filosofia del brand si basa sull’idea che ogni viaggio debba essere un piacere, un momento libero da ogni preoccupazione e a noi, onestamente, è venuta una gran voglia di partire!

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Redazione Sgaialand
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