La nostra selezione dei migliori giardini visitabili del Veneto, per una gita fuori porta alla scoperta delle meraviglie della natura (e non solo)
Primavera, tempo di avventure ed escursioni.
E quale momento migliore di questa stagione per visitare i più affascinanti giardini visitabili del Veneto?
Ecco la nostra selezione, tra ville, castelli e residenze antiche, per scoprire un mondo fatto di fiori, profumi, suoni e splendore!
I migliori giardini visitabili del Veneto
Villa Pisani – Stra (Ve)
Il parco di Villa Pisani è vincitore del Premio il Parco più bello d’Italia 2008.
Occupa un’intera ansa del naviglio del Brenta, per un’estensione di ben 11 ettari e un perimetro esterno di circa 1.500 metri. Venne realizzato, prima della villa, su progetto dell’architetto padovano Girolamo Frigimelica de’ Roberti, autore del famoso labirinto oltre che di alcuni degli originali padiglioni come l’esedra con due gallerie di glicine ai lati, la torretta al centro del labirinto e le scuderie sullo sfondo del grande parterre centrale.
Nel Settecento la spettacolare vista era arricchita da broderies con grandi statue colossali ai lati. L’organizzazione del parco per lunghe prospettive richiama i modelli francesi applicati da Andrè Le Nôtre a Versailles e si incrocia con la tradizione veneta del giardino cintato, aperto mediante portali e finestre che prolungano le viste sul Brenta.
L’elegante Coffee House settecentesca, circondata da un anello d’acqua, sorge sopra una collinetta artificiale, utilizzata per il deposito del ghiaccio durante la stagione calda.
In epoca napoleonica fu aggiunto il boschetto inglese a ovest e gli orti ornamentali furono trasformati in orangerie.
L’Ottocento austriaco si caratterizzerà, invece, per la grande attenzione dedicata alla botanica in vaso e in terra, con le serre tropicali e l’inserimento di grandi esemplari arborei, prima che il revival del ‘900 introducesse lunghe siepi di bosso e la grande vasca d’acqua del parterre. Al 1839 risale la costruzione di una seconda ghiacciaia, posta ad ovest delle scuderie tra gli alberi del boschetto. Una montagnola artificiale fu realizzata nella parte orientale nel 1853, a seguito del fallito attentato contro l’imperatore Francesco Giuseppe da parte di un indipendentista ungherese, come ricorda l’iscrizione incisa sull’obelisco commemorativo.
Il parco è stato interamente restaurato e oggi insieme al disegno generale esibisce durante l’anno una ricca collezione botanica.
Castello di Roncade – Roncade (Tv)
Entrare nel Castello e significa immergersi in una realtà fiabesca. Il maestoso complesso rinascimentale ricalca con fedeltà le fattezze del maniero antico, e i resti delle originarie fortificazioni sono sopravvissuti nel tempo.
Situato tra la chiesa parrocchiale e il centro storico, il Castello è l’unica Villa veneta esistente cinta da mura medievali. Queste abbracciano quasi per intero lo splendido giardino. Un fossato, simile a quelli dei racconti cavallereschi, circonda le mura medievali sovrastate da maestosi merli.
Alle estremità si erigono quattro torri che dominano il paesaggio, mentre ai lati dell’ingresso si elevano due imponenti torrioni, su cui si taglia l’aquila bifronte dei Giustinian.
Giardino Barbarigo Pizzoni Ardemani – Galzignano Terme (Pd)
Il complesso Monumentale di Valsanzibio è stato portato all’attuale splendore nella seconda metà del Seicento dal Nobile veneziano Zuane Francesco Barbarigo, aiutato dai figli Antonio e Gregorio. Fu proprio quest’ultimo, il primogenito Gregorio, Cardinale, Vescovo di Padova e futuro Santo, ad ispirare l’alta simbologia del progetto dovuto al principale architetto e fontaniere Pontificio Luigi Bernini. Infatti, l’allora Cardinale Gregorio Barbarigo volle che il giardino di Valsanzibio fosse monumentale emblema della via di perfezione che porta l’uomo dall’Errore alla Verità, dall’Ignoranza alla Rivelazione. Il Padiglione di Diana non era solo l’entrata principale via acqua alla tenuta dei Barbarigo nel 17° e 18° secolo ma questa superba e imponente porta d’ingresso, rappresentava, e rappresenta, l’inizio del Percorso di Salvificazione, voluto dal Santo Gregorio Barbarigo, che finisce davanti alla Villa, al Piazzale della Fontana del Fungo, dell’Estasi o, appunto, delle Rivelazioni.
Questo eccezionale esempio di giardino barocco consta di oltre 60 statue scolpite nella pietra d’Istria, in gran parte opera del Merengo (vedi nota 2), ed altrettante sculture minori che si integrano ad architetture, ruscelli, cascate, fontane, laghetti, scherzi d’acqua e peschiere, fra innumerevoli alberi ed arbusti, su più di 10 ettari di superficie. Inoltre, all’interno del complesso e tappa importante nel percorso di salvificazione, c’è il labirinto di bosso, la simbolica Grotta dell’Eremita, l’Isola dei Conigli e il Monumento al Tempo.
Il giardino di Valsanzibio, realizzato tra il 1665 e il 1696, grazie all’alto messaggio affidatogli dal Fondatore, è uno straordinario esempio di giardino simbolico interamente leggibile, di un gran giardino d’acque in completa efficienza e oggi si presenta come uno dei più estesi ed integri giardini d’Epoca mondiali, che è valso il primo premio come Il più bel giardino d’Italia nel 2003 ed il terzo più bello in Europa nel 2007. Il merito di ciò va alle assidue cure dei Nobili Homini Barbarigo durante tutto il Sei e Settecento, nell’Ottocento a quelle del Nobil Homo Michiel e, poi, dei Conti Martinengo da Barco, nei primi del Novecento dei Conti Donà delle Rose e dal 1929 dei Nobili Pizzoni dei Conti Ardemani. Proprietari da tre generazioni della intera tenuta, hanno riparato i disastri causati dalla occupazione militare e dal forzato abbandono dell’ultima guerra ed hanno recentemente ripristinato tutti i 33 punti d’acqua del Giardino compromessi da ottanta anni di progressivo impoverimento sorgivo.
I migliori giardini visitabili del Veneto
Castello di San Pelagio – Due Carrare (Pd)
Il giardino storico del Castello è un luogo incantevole tutto da vivere e visitare, passeggiando tra le rose e i suoi labirinti. Dal 1970 il Parco è stato oggetto di un accurato restauro con il censimento di tutte le specie botaniche tutt’ora presenti; i due giardini della villa, nelle loro differenti tipologie, sono stati arricchiti di nuove piante e soprattutto di migliaia di rose che, specie a maggio, ne fanno un grande spettacolo. Tra le piante più antiche una Lagestroemia Indica del 1700 e numerosi esemplari di Tilia cordata e Carpinus betulus ultra-centenari. Nel 2000 è stato creato un labirinto verde di 1200 mq, per raccontare il mito del volo di Icaro, senza dimenticare la funzione dei labirinti delle ville venete.
Nel 2007 è sorto il labirinto del “Forse che Si Forse che No” per sottolineare il concetto dannunziano di doppio.
Nell’incantevole Parco del Castello di San Pelagio, inserito nel network d’eccellenza dei Grandi Giardini Italiani, attiguo allo storico Museo del Volo dedicato a Gabriele d’Annunzio per la sua incredibile impresa, si trova l’accogliente punto di ristoro Secret Garden.
La location unica e ricca di memorie storiche è il luogo da cui partì il Poeta abruzzese per il “folle” Volo su Vienna il 9 agosto 1918.
Al Secret Garden si accede attraverso un cancelletto antico che, da via San Pelagio, affaccia sul Giardino Segreto, un tempo giardino privato della famiglia Zaborra e luogo in cui D’Annunzio usava ritrovare la pace. Qui dimorano piante ultracentenarie dalla bellezza inestimabile. Al centro si trova una antichissima vasca ovale in pietra il cui uso sembra sia stato termale e statue antiche che arredano in modo armonioso il magico giardino.
Parco Sigurtà – Valeggio sul Mincio (Vr)
L’antica storia del Parco Giardino Sigurtà risale al 14 maggio del 1407, quando, durante la dominazione veneziana di Valeggio sul Mincio, il patrizio Gerolamo Nicolò Contarini acquistò l’intera proprietà che al tempo aveva una funzione puramente agricola.
Si trattava infatti di una fattoria o meglio, come ci raccontano antichi documenti, di un “brolo cinto de mura“: terre coltivate con foraggi racchiuse all’interno di un’alta e sicura muraglia. Nell’ambito del brolo esisteva però anche un altro spazio: un piccolo e geometrico giardino, adiacente alla casa principale, dedicato all’ozio dei nobili.
È da qui che risalgono le antiche origini del Parco Giardino Sigurtà.
La storia del brolo continua e nel 1417, per dare lustro alla sua proprietà, il nobile Contarini fece costruire, su un edificio già esistente, una “Domus Magna”. La struttura era caratterizzata da uno stabile principale, dove viveva la famiglia Contarini, e da abitazioni minori destinate ai dipendenti che lavoravano le terre.
Villa Mosconi Bertani – Arbizzano di Negrar (Vr)
Alla fine del Settecento anche a Verona cominciarono a diffondersi complessi naturalistici in armonia con la moda del tempo (inizio del Romanticismo), che vedeva prevalere il giardino all’inglese (paesaggistico, romantico, con piante esotiche, viali, luoghi isolati, angoli con finti ruderi archeologici) su quello italiano, prevalentemente verde e regolare. Su quella scia i fratelli Giacomo e Guglielmo Mosconi sistemarono i terreni retrostanti alla villa, dando loro una duplice destinazione, di giardino e di bosco. Costruirono il laghetto, alimentato dalle sorgenti presenti nella proprietà, l’isoletta al centro su cui si ergono alti Taxodium, raggiungibile mediante un ponticello di legno e la casa per il caffè ispirata a simili costruzioni nord europee. A definire il progetto di parco romantico partecipò anche Ippolito Pindemonte a cui si devono alcune influenze di origine inglese.
Per il valore storico e ambientale il parco di Villa Mosconi Bertani è censito tra gli ottanta parchi della lista dei Grandi Giardini Italiani.
A parte delle piante sulla isoletta di carattere esotico e qualche cedro del Libano, gli alberi presenti sono quelli più consoni con le tipologie di bosco.
Su una sponda del laghetto si trova lo chalet costruito su suggerimento del poeta Ippolito Pindemonte, il quale era rimasto colpito da alcune fonti e praterie viste in Francia, dove era solito trascorrere periodi di vacanza ospite di amici di Jean-Jacques Rousseau di cui, a sua volta, era molto amico. Nel pomeriggio era usata per leggere, magari al ritorno dalle passeggiate, mentre la sera si prestava per i giochi di società, scacchi ad esempio o per momenti allietati dal suono dell’arpa, suonata dalle figlie della contessa.
Nel parco inoltre è presente una ghiacciaia, anch’essa costruita verso la fine del Settecento e usata fino alla prima metà del secolo scorso.
All’interno del giardino sono ancora presenti statue e sedute oltre a una piccola fontana zampillante. L’ampia area cintata da un muro, posta alle spalle della villa, non solo racchiude il giardino ma anche un vasto vigneto tanto da dare al complesso paesaggistico le valenze di un giardino-campagna. Una cancellata ritmata da pilastri a bugnato con cuspidi e vasi decorativi racchiudono la corte signorile antistante alla villa, delimitando il giardino anteriore. Questo presenta un disegno regolare con ampia aiuola circolare centrale utilizzata oltre che per ornamento, anche per regolare il senso di percorrenza delle carrozze in ingresso e in uscita dalla villa e una piccola vasca circolare.
Villa Trissino Marzotto – Trissino (Vi)
Villa Trissino da Porto Marzotto è un complesso monumentale italiano situato a Trissino, in provincia di Vicenza, e composto da villa superiore, villa inferiore, monumentali ingressi tardo-barocchi, cedraia o limonaia, fontana ottagonale, cavallerizza e oltre cento statue che abbelliscono il grande parco, dal quale si gode il panorama della valle dell’Agno e della campagna circostante. È strettamente legato alle vicende della famiglia Trissino, antichi feudatari della zona.
Villa Trissino Marzotto fa parte del percorso delle ville venete ed è ritenuta tra le più belle dimore del Settecento vicentino anche per la felice integrazione tra il costruito e i giardini. Infatti, la sistemazione settecentesca, dovuta all’architetto Francesco Muttoni, si caratterizza soprattutto per la creazione di viali e cammini tracciati ai diversi livelli della collina e di passaggi coperti e scoperti. L’obiettivo era creare dei belvedere, rivolti a diversi punti dell’orizzonte, e giardini pensili con funzione di terrazze panoramiche. Per massimizzare il dialogo tra edifici e natura si è fatto ricorso anche a reminiscenze di forme orientali nel gioco delle figurazioni floreali e nei pinnacoli al sommo dei pilastri, come nel cancello d’ingresso al giardino.
Il corpo d’ingresso, ossia la parte più antica della villa, fu rifatto nel 1832 con rivestimento di bugne rustiche in cotto.
All’interno dell’edificio si trova la collezione completa di sei arazzi (il ciclo delle Quattro Stagioni e due scene di vita agreste), realizzati dalla scuola belga di Willem de Pannemaker attorno al 1550 su disegno di Giulio Romano. Importanti sono gli arredi della villa e gli affreschi dei fratelli Tommaso e Andrea Porta, che adornano un corridoio, il salotto del caminetto rosso e la grande sala centrale.
Alla morte del Muttoni (1747) i lavori proseguirono sotto la guida dell’architetto veronese Girolamo Dal Pozzo che creò il cosiddetto prato verde: un ampio spazio rettangolare aggraziato da nicchie con statue di Orazio Marinali, prospiciente l’ala settecentesca della villa e richiuso dal recinto della cavallerizza. Alla vista, riporta alla memoria le corti interne dei castelli, ma è aperto lateralmente agli adiacenti giardini tramite una sequenza di archi. La cavallerizza è un prato sopraelevato sul quale era possibile fare un breve giro a cavallo; è raggiungibile dal basso attraverso due rampe a chiocciola percorribili dai cavalli e dall’alto attraverso due balconate che partono dal piano nobile della villa.
La villa superiore è circondata da un esteso giardino, nella cui zona più a valle si trova la villa inferiore, fatta costruire nel 1746 e che, dopo l’incendio del 1841 causato da un fulmine, andò in parte distrutta. Due anni più tardi la villa fu ricostruita, sostituendo l’originale frontone triangolare con un trofeo, e furono innalzate quattro torri merlate agli angoli, le quali, insieme alla folta copertura di piante di edera, conferiscono alla villa l’attuale aspetto di rudere di un castello.
Intatte sono rimaste le due grandi scalinate, le terrazze pensili e il vasto terrapieno la cui parte centrale è occupata da una notevole peschiera ottagonale, decorata da una statua a ciascun vertice, tutte raffiguranti divinità mitologiche, ancora opera del Marinali. Degna di nota è anche la doppia gradinata che porta alla sottostante fontana del Nettuno e alla balaustra che si affaccia sul vasto bosco, ricco di grandi querce, tassi, cedri del Libano, pini dell’Himalaya, lecci e sequoie secolari.
All’interno del parco, muovendosi dalla villa superiore a scendere verso la villa inferiore, sono disposti vari luoghi decorati da più di cento statue, per lo più a soggetto mitologico, opera della bottega dei fratelli Orazio e Angelo Marinali. S’inizia col viale dei limoni, che dall’edificio padronale conduce al parterre ottagonale coi suoi giardini all’italiana, disegnati da Muttoni. Il viale delle ortensie sfiora l’oliveto e arriva alla villa inferiore; risalendolo verso la villa superiore porta alla cosiddetta camera verde e al belvedere coi suoi roseti.
Images from: Grandi Giardini Italiani