Il golf, la passione, la fatica, i titoli e il territorio: intervista a Giulia Franchini, fuoriclasse del green

Classe 1978, laureata in Giurisprudenza a Parma e con un Master in Diritto dello Sport conseguito presso The European Law Students’ Association di Treviso.
Ma la carriera più strabiliante di Giulia Franchini è quella sul campo da golf: nel 2001 Semifinalista ai Campionati Italiani Foursomes e i due anni successivi ai Campionati Internazionali d’Italia presso il Golf Club Bogogno, nel 2005 vincitrice del Trofeo Nazionale “Segafredo Zanetti” all’Adriatic Golf Club Cervia, professionista di golf al Golf Club Colli Berici (VI) e all’Asolo Golf Club.
Nel biennio 2008-2010 ha lavorato per il Ladies European Tour di Londra e seguito i tornei del Ladies European Tour in giro per Europa, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti d’America, partecipato all’organizzazione della Solheim Cup 2009, del British Open e dei Dubai Ladies Masters.
Maestro di golf diplomata al Centro Tecnico Federale “Giuseppe Silva” (VT), ha ottenuto la certificazione Trackman di primo e secondo livello presso la Trackman University e nel 2012 ha iniziato la sua collaborazione con il Golf Club Asiago insieme al maestro Niccolò Bisazza, e proprio sull’Altopiano l’abbiamo incontrata.

giulia franchini golf asiago intervista sgaialand magazine ilaria rebecchi
Intervista a Giulia Franchini

Se sono una professionista di golf oggi è merito della mia famiglia e degli allenatori che ho avuto modo di incontrare nella mia carriera da amatour. Non sono professionista per caso, questo lo dico sempre, perché ciò che anima le mie giornate è la costante ricerca in campo tecnico. Noi allenatori abbiamo a che fare con la “materia umana “(così mi piace pensare ai miei allievi) e da questa materia dobbiamo essere capaci a estrarre il meglio. È questo che trovo affascinante del mio lavoro, avere a che fare con l’essere umano con tutti i suoi pregi e le sue imperfezioni. Non smetto di ripetermi che lo swing non è perfezione, è adattamento alle imperfezioni che ognuno di noi ha. In realtà fino a un certo punto della mia vita non avevo mai pensato di fare la professionista di golf, ho studiato da avvocato e a un certo punto mi sono ritrovata nel mare magnum della pratica professionale …un po’ di tutto ma di preciso il nulla. È questa vaghezza che mi ha fatto nascere il desiderio di fare qualcosa di estremamente concreto e pratico

Dagli esordi ad oggi: come è cambiata la tua vita grazie a questo sport?
Ho iniziato a giocare a golf a 11 anni. Questo sport mi ha sempre dato l’opportunità di visitare posti meravigliosi, veder crescere e conoscere campioni del calibro di Edoardo e Francesco Molinari, Diana Luna, Tullia Calzavara e Margherita Rigon, con le quali giocavo le stesse gare e condividevo le trasferte in giro per l’Italia.
Il golf mi ha insegnato ad essere umile, ad avere pazienza… da piccola giocavo a tennis e rompevo un sacco di racchette, poi al golf mi hanno inquadrato subito, il mio carattere irascibile ha sofferto tanto ma poi è migliorato. Non è uno sport generoso, bisogna lavorare duro per ottenere dei risultati, se guardo indietro e confronto la mia realtà con quella dei ragazzi di oggi mi accorgo che oggi è tutto più facile, la tecnologia ha dato una grossa spinta verso la semplificazione di questo sport.
Questo sport mi ha dato l’opportunità di viaggiare molto, di fare esperienze straordinarie come gli anni passati a lavorare a Londra per il LET (Ladies European Tour)

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Tornei, premi & co: quanto hai conquistato negli anni?

Il trofeo al quale sono più affezionata è il Gran Premio Città di Cervia, l’ho vinto per due anni consecutivi con un caddie davvero speciale, mia mamma, ed è stata l’ultima gara “seria” che ho giocato prima di passare al professionismo nel 2006.
La gara il cui ricordo mi emoziona di più è il Campionato Nazionale Foursome che ho giocato insieme a Paola Quartana: è una gara particolare perché il più grosso rimpianto che ho nella mia carriera da amatour è di non aver mai vestito la maglia azzurra, se non in due occasioni per gli Internazionali d’Italia. In quella gara a coppie io e Paola, nessuna delle due in nazionale, abbiamo sbaragliato tutte le azzurre che ci si sono presentate davanti, e siamo state sconfitte in semifinale solo da Diana Luna e Barbara Paruscio. Ho ancora a casa la palla che giocammo l’ultimo giro. In merito alla Nazionale gioco molto meglio adesso che allora! Me la sono sempre cavata con le mie forze e con la passione e l’impegno.
Adesso che alleno il team Asiago sono tante le gare che ricordo con affetto, i Campionati Nazionali Assoluti maschili di quest’anno dove siamo riusciti a mantenere la massima serie (A1) conquistata solo l’anno scorso, le convocazioni di due miei allievi in Nazionale, le gare degli under 12 e tante altre esperienze che mi hanno fatto crescere


Giocare a golf viene spesso considerato un passatempo per persone di una certa età e molto abbienti: sfatiamo i luoghi comuni e scopriamo le caratteristiche più belle di questa disciplina sportiva: 
Sì è vero, il golf è stato per anni sinonimo di sport da ricchi e anziani …non lo è! Per me il golf è una disciplina sportiva al pari del calcio, del basket o di qualsiasi altro sport.
È come se si considerasse vera in assoluto l’affermazione “il tennis è uno sport da vecchi” questa affermazione come quella che etichetta il golf uno sport da anziani è del tutto fuori luogo. Certo abbiamo un movimento Seniores importante ma bisogna considerare di che categorie e di che livelli di golf stiamo parlando. L’elite del golf italiano è costituita da atleti che si preparano in palestra e passano ore ad allenarsi sul campo. Se restringiamo la visuale alle categorie seniores non abbiamo uno spaccato effettivo del mio sport. In merito alla ricchezza penso che al giorno d’oggi la ricchezza non stia solo nel potersi permettere dei bastoni di ultima generazione ma riguardi soprattutto l’avere tempo da dedicare a questa disciplina. I progettisti più moderni dei campi da golf hanno oggi uno scopo ben preciso: progettare i nuovi percorsi in modo che la buca 3 e la 6 siano vicine alla club house in modo che i giocatori possano sentirsi liberi di giocare un paio di buche invece che 9 e poi tornare a lavorare. Sui costi effettivi del golf ci sono un sacco di pregiudizi, intanto per giocare non è necessario associarsi ai Circoli più blasonati, ma è sufficiente iscriversi a un campo pratica e pagare la tessera Federale oppure usufruire del “tesseramento libero” presso i Circoli. Poi con il tempo si possono fare scelte diverse, certo associarsi a un Circolo è preferibile perché così si aiuta il movimento e la sopravvivenza di questo sport che ha costi gestionali importanti. L’offerta oggi è molto varia, un consiglio però, se decidete di iniziare affidatevi a professionisti PGAI e Fig (Professional Golf Federation of Italy- Federazione Italiana Golf) perché ne vale del vostro benessere fisico: sono gli unici che hanno una preparazione certificata in Italia. State lontano dagli abusivi perché non solo ci metterete il triplo del tempo ad imparare ma soprattutto metterete nelle mani di una persona non qualificata la salute della vostra schiena e delle vostre articolazioni

Tecnica, calcolo, precisione, esperienza: cosa conta di più e perché?
Il golf è un misto di diverse abilità, per giocare bene ci vuole un fisico atletico, una buona tecnica e tanta esperienza perché è quella che fa la differenza nel gestire le emozioni che durante un giro possono combinare brutti scherzi. La precisione è strettamente legata alla tecnica, una tecnica corretta è fondamentale per essere ripetitivi e precisi

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Giocatrice e insegnante: come gestisci le tue giornate e quali sono i differenti approcci?

Da giocatrice quando scendo in campo lo faccio con la voglia di divertirmi. Questo è lo spirito con cui affronto le gare. Mi diverto quando non penso a quello che devo fare ma la palla vola quasi automaticamente. Per giocare mi alleno molto sia in campo che in palestra.
Quando indosso il cappello del tecnico mi immergo completamente nella materia, sono attenta ai particolari, ricerco l’empatia con il giocatore che ho davanti, e… non accetto tutti.
Come gli allievi sono liberi di scegliere il proprio maestro, mi sento libera di non insegnare a qualcuno, in dieci anni mi è successo solo una volta, e credo ancora di aver preso la decisione migliore

5 campi da golf imperdibili nel territorio del Triveneto, per la tua esperienza.
Il Veneto è davvero una regione meravigliosa dal punto di vista golfistico, la mia classifica in ordine sparso dei campi veneti, secondo la mia personale esperienza è: Asiago, il campo dove gioco di più è quello che cambia notevolmente durante un giro se le condizioni atmosferiche variano nel corso della giornata, Venezia, perché è un linx per eccellenza e il vento fa la differenza, Cà della Nave, il più sfidante, disegnato da Arnold Palmer (il mio disegnatore preferito), Padova, quello al quale non rinuncerei mai e Creazzo perché in 5 minuti ci arrivo e ci gioco con papà

Dove sarà Giulia Franchini nel futuro?
I miei prossimi appuntamenti da insegnante sono, i Campionati Triveneti a squadre, i Campionati Italiani a squadre under 18, i Campionati Italiani individuali di diverse categorie mentre da giocatrice mi sto preparando per i Campionati Italiani Professionisti e alcune pro am

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Ilaria Rebecchi
Diploma di scuola media superiore, giornalista free lance appassionata di musica e piante, collabora saltuariamente con redazioni locali.