La Greenway del Sile è un percorso pianeggiante ideale per podisti e ciclisti, dalle sorgenti del Sile a Jesolo
Una lunga pedalata dal Sile alla Laguna veneta: la Greenway del Sile è una delle “pedalate delle meraviglie” di cui si può godere in Veneto.
Un percorso lungo e tranquillo, pianeggiante e percorribile a piedi e in bicicletta, che conduce al mare, con un ultimo pezzo, a Jesolo, che attraversa il paese.
Scorci senza paragoni per chi si avventurerà dalla città di Treviso a Jesolo, appunto, munito di borraccia e forza di volontà, e questo ultimo tratto realizzato corre lungo la grandiosa opera di deviazione del Sile fatta per salvare la Laguna dall’interramento, ovvero l’Argine San Marco.
Greenway del Sile
Il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile ha una straordinaria strada verde che l’attraversa dalle sorgenti alla Laguna: oltre 125 km percorribili a piedi, in bici e in barca, e spina dorsale di un sistema a rete, che collega tutti i principali siti di interesse per il visitatore che vuole conoscere il territorio del Parco, scoprendo via via le sue particolarità.
Si tratta di km di tracciati di mobilità sostenibile, sia all’interno che all’esterno del territorio del Parco.
La Greenway del Sile, ovvero il Girasile, segnala i quattro “Tesori del Sile”:
– nel Gusto attraverso il collegamento delle risorse agricole, ittiche, agrituristiche presenti sul territorio, con particolare attenzione alla valorizzazione della produzione tipica come il Radicchio Rosso di Treviso I.G.P. ed il Radicchio Variegato di Castelfranco Veneto I.G.P., il Radicchio verdolino o Verdon, l’Asparago bianco di Badoere I.G.P., la patata dolce di Zero Branco, la Casatella Trevigiana, la Trota e lo Storione del Sile, mediante promozione, degustazione, acquisto, divulgazione nelle “Fattorie Didattiche” e nei “Punti di Accesso Tematici” al Parco;
– nella Natura, che rafforza la naturalità del Parco attraverso una “rete ecologica” diffusa, costituita da oasi naturalistiche come l’Oasi di Cervara, relitti boschivi come il “Gran Bosco dei Fontanassi” tra Casacorba di Vedelago (TV) e Torreselle di Piombino Dese (PD), cave rinaturalizzate come ad esempio le “ex-cave Carlesso” riconquistate dalla natura e ora zona umida di pregio, “Alberi Patriarca” come la “Grande Quercia della Sorgenti”, la “Torbiera” di Casacorba ed i “campi chiusi” delle risorgive;
– nell’Arte, mediante il collegamento delle risorse culturali, architettoniche, testimoniali, archeologiche e di archeologia industriale come le ville storiche, l’area archeologica di Altino, le strade romane come la via Claudia Augusta e la via Annia, i capitelli votivi, il “Cimitero dei Burci”, i singoli mulini, i complessi molitori e le antiche fornaci;
– e, infine, nell’Acqua, mediante la navigabilità e fruizione integrata del fiume attraverso l’interscambio tra auto, camper, bicicletta, barca, in particolare quelle della tradizione fluviale come la “pantana”.