Simona, la mia amica tutta Vespa e vintage, è tornata a trovarmi, con le consuete dritte per eventi a tema e consigli per piacevoli gite sulle due ruote. Dove ci porterà oggi?!Gaia

L’inverno ce lo siamo lasciati finalmente alle spalle ed ecco arrivare le tanto attese prime belle giornate di primavera.

Il sole, l’aria tiepida e il tripudio di colori che la natura in rinascita ci offre fanno scattare nella nostra mente i primi buoni propositi per l’estate e la voglia di qualche gita fuori porta.
Tra le mete più ambite per le vacanze estive spicca senz’altro un’isola tra le più belle della nostra Italia, la Sardegna.
Ho avuto la fortuna di esserci stata con la mia amata Vespa ed ora condivido con voi il mio diario di viaggio. Pronti a partire con me?

Correva l’anno 2000 e si cercava qualche idea per una bella vacanza.
Dopo serate passate a cercare qualche offerta viaggio tra cataloghi e televideo (ebbene sì, al tempo i pacchetti viaggio venivano pubblicizzati anche sulle pagine del televideo) che proponevano quasi solo Djerba e Sharm El Sheikh‎ abbiamo spento la tv, gettato i cataloghi nel cestino e deciso di cambiare radicalmente stile di viaggio.

Con alcuni amici ci siamo armati di senso pratico e pazienza, e caricate le Vespe come se non ci fosse un ritorno (provate ad immaginare la difficoltà di farci stare i miei abiti in uno zaino ancorato a fatica al porta pacchi della vespa…), abbiamo dato inizio a quella splendida vacanza.

Siamo partiti da Lonigo (VI) di notte per raggiungere alle prime ore del mattino Livorno, per imbarcarci poi sul traghetto che ci avrebbe portato dalla terraferma all’isola.
Il viaggio in notturna non è andato male, nonostante il freddo pungente sugli Appennini e il fatto che, cullata dall’andatura “tranquilla” e dal costante ronzio della Vespa, mi sono abbioccata e ho rischiato di scivolare dalla  dueruote ogni 2 tornanti, senza che nessuno se ne accorgesse.

Arrivati ad Olbia, dopo 10 ore di traghetto trascorse cercando di dormicchiare alla meno peggio, in sella ai nostri mezzi ci siamo avviati verso Badesi (SS), la base di partenza delle nostre gite sull’isola per i successivi 10 giorni, dove ad attenderci c’era la proprietaria del nostro appartamento, una minuta signora anziana che ci diede il benvenuto avanzando verso di noi con un sacchetto di nylon da cui spuntava la punta di un grosso coltello evidentemente ben affilato… ho pensato “ecco, ci siamo, vacanza finita”… in realtà erano solo le nostre posate nuove.

Sono state due settimane intense alla scoperta dei meravigliosi scorci dell’isola, dei sapori, dei colori e soprattutto della straordinaria ospitalità delle persone del posto.
Abbiamo fatto subito amicizia con i proprietari di un piccolo market dove vendevano dei salumi e formaggi strepitosi; in quei giorni le mie forme sono talmente lievitate che al mio ritorno a casa mi è stato gentilmente chiesto se ero in dolce attesa, ma credetemi che la bontà di quei prodotti non poteva accettare un rifiuto.

Che il mare della Sardegna fosse di una bellezza disarmante l’avevo sempre sentito dire, ma non me ne ero mai resa veramente conto fino a quando non l’ho potuto ammirare con i miei occhi.
Abbiamo dato il via alla scoperta dell’isola iniziando dalle località più vicine alla nostra “postazione base”:
Isola Rossa, straordinariamente bella soprattutto alla luce del tramonto, quando le scogliere acquistano un colore meravigliosamente infuocato; Castelsardo, con il suo affascinante centro storico e la simpaticissima Roccia dell’Elefante, che ovviamente non ho potuto non immortalare; le più conosciute Porto Cervo e Porto Rotondo; ma se devo nominare una località che della Sardegna mi ha stregato, non posso che dire Stintino.
Essendoci andati in pieno agosto, le strade erano molto trafficate ma, con un sorpasso spavaldo, sbarazzarsi dell’interminabile fila di macchine fu un gioco da ragazzi.
All’orizzonte un mare dal colore indefinibilmente bello, di un azzurro e una limpidezza che non pensavo potessero esistere, sabbia bianchissima e acque cristalline. Sarei rimasta lì in eterno, sdraiata al sole in quel posto magico… così immagino possa essere il paradiso!

Visitate le coste, ci siamo addentrati nella Barbagia alla scoperta del suo territorio aspro, articolato e selvaggio, talmente articolato da rimanere a piedi senza benzina tanto erano distanti tra loro le stazioni di rifornimento.
Abbiamo raggiunto la meravigliosa Orgosolo e ammirato i suoi caretteristici murales dipinti sulle facciate delle case e gli outfit d’altri tempi di alcuni paesani, con i loro completi eleganti dai colori scuri e la coppola in capo.

2000 km percorsi in sella alle nostre ronzanti due ruote allo scoperta di un terra affascinante che non dimenticherò… e non lo farà neanche il mio lato B, credetemi.

Simona

Articolo precedenteSei fashion anche quando non lo sai.
Articolo successivoTendenza Normcore: tutte le s-dritte!
Contabile di professione, vespista per passione. Il suo accessorio preferito? Un contagioso sorriso. Smartphone sempre alla mano, Simona immortala a ogni ora del giorno ciò che la circonda e la affascina. Amante e appassionata della vita all'aria aperta, dei suoi adorati 5 gatti, delle gite fuori porta sulle due ruote... purché siano rigorosamente vintage! Saliamo in Vespa con lei?!

4 COMMENTI