Il Lazzaretto Nuovo è un’isola che testimonia la grande mente intuitiva dei veneziani e la bellezza dell’ecosistema lagunare che ha reso Venezia unica al mondo.

Forse non tutti gli sgaialandiani sanno che il concetto di “quarantena” è un’avanguardia tutta veneziana risalente al XV secolo. Fu proprio in questi anni, infatti, che gli abitanti della città lagunare, dopo aver capito che solo l’isolamento poteva interrompere il diffondersi di determinati virus contagiosi, come quello della peste, istituirono un luogo, il cosiddetto “Lazzaretto Nuovo” a 3 km a Nord-Est di Venezia vicino alla bocca di porto del Lido, destinato ad accogliere per un tempo lungo quaranta giorni, persone e merci potenzialmente contagiate e contagiose provenienti da tutto il mondo.

Era il 1468 e questa struttura ospitante si andava ad aggiungere a quella del primo Lazzaretto, definito appunto “vecchio” del 1423, che costituiva, invece, il primo ospedale pubblico per malattie contagiose della storia occidentale situato su un’isola in bacino San Marco. 

Il Lazzaretto Nuovo di Venezia

Il Lazzaretto Nuovo, un’isola di nove ettari dei quali 3500 mq edificati, era una vera e propria soglia tra la laguna e la città di Venezia nonché simbolo di un metodo preventivo avanguardistico nel trattamento delle malattie contagiose che dimostrava quanto i veneziani, già nel 1468, avessero una mentalità intuitiva e lungimirante in questo settore della medicina che ancora oggi viene approcciato con la stessa metodologia.

Quella del Lazzaretto nuovo, l’unica isola veneziana recuperata dall’abbandono e riportata alla collettività con un progetto non profit, è frequentata da decine di realtà locali e internazionali e migliaia di persone ogni anno attraverso visite guidate, workshop, mostre ed eventi, ma gli aspetti più importanti di questa isola sono tre e abbracciano tre diversi ambiti di studio da quello storico-archeologico a quello ambientale, fino a passare a quello legato al progetto di recupero dell’isola, promosso nel 1977 e giunto fino a oggi per rendere questo luogo una vera e propria piattaforma di lifelong learning. 

Il Lazzaretto Nuovo: la storia

Dal punto di vista storico, l’isola del Lazzaretto Nuovo ha vissuto tutti i diversi usi che hanno caratterizzato le oltre sessanta isole della laguna di Venezia: quello agricolo quando questo luogo veniva utilizzato per coltivazioni e allevamenti, quello religioso a partire dalla fine dell’XI secolo quando l’isola divenne di proprietà dei monaci benedettini di San Giorgio Maggiore, l’uso sanitario durante la diffusione della peste nel XV secolo e, infine, un uso militare nel corso del ‘800 quando l’isola venne utilizzata come sistema difensivo lagunare.

Il periodo più importante per l’isola del Lazzaretto nuovo è, senza dubbio, quello della Repubblica Serenissima, che ha visto il suo uso applicato all’ambito sanitario quando diventa il lazzaretto di quarantena e per tre secoli è soglia di Venezia da oltrepassare per raggiungere il centro della città.

L’aspetto ambientale

L’isola, inoltre, ha un significato importante anche dal punto di vista ambientale in quanto ospita il sentiero delle barene, la passeggiata naturalistica dell’ecomuseo che racconta questo particolarissimo ambiente dell’ecosistema lagunare. Quello delle barene è un ambiente a rischio estinzione, ne è scomparso, infatti, il 70% nel corso dell’ultimo secolo, ma fondamentale dal punto di vista ecologico, paesaggistico e di impatto sull’economia, sul territorio così come sull’identità di Venezia e dei suoi abitanti. Il percorso delle barene, ancora oggi attraversabile, ricalca il giro di ronda dei militari dell’isola del Lazzaretto Nuovo, estendendosi fuori dalla cinta muraria per circa un km. 

Curiosità

Oltre all’aspetto storico-archeologico e a quello ambientale, il Lazzaretto Nuovo ha anche la funzione di deposito per i beni archeologici della soprintendenza. La struttura ospita, infatti, gratuitamente tutti i reperti di migliaia di indagini archeologiche grazie all’accordo tra le associazioni Ekos Club, Archeoclub di Venezia e il Ministero della Cultura. 

Ultima chicca dell’isola, poco conosciuta è quella di avere uno dei primi impianti di fitodepurazione d’Italia, una tecnologia che permette di depurare le acque di scarico a favore di un basso impatto ambientale. 

 

Per info e visite all’isola del Lazzaretto nuovo

consultare il sito lazzarettiveneziani.it

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