La Casa dei Tre Oci, splendida testimonianza dell’architettura veneziana di inizio ‘900, fu disegnata dall’artista Mario De Maria (Marius Pictor) e costruita nel 1913 sull’isola della Giudecca, al centro del bacino di San Marco, di fronte alla Piazza e a Palazzo Ducale.

La Casa dei Tre Oci è un progetto culturale della Fondazione di Venezia e dal 2012 propone grandi mostre fotografiche internazionali. Grazie all’impegno della Fondazione e al supporto organizzativo di Civita Tre Venezie, la Casa, al cui interno sono conservati il Fondo Fotografico De Maria e il Fondo Italo Zannier di proprietà della Fondazione di Venezia, è diventata progressivamente un centro in cui sviluppare e conoscere i linguaggi dell’arte contemporanea. Un Comitato Tecnico composto da rappresentanti della Fondazione e di Civita Tre Venezie, oltre che dal Direttore Artistico, garantisce la qualità della programmazione espositiva e culturale della dimora costruita da Mario De Maria nel 1913.

L’edificio costituisce uno dei principali episodi di architettura neogotica di Venezia, tanto da essere stato dichiarato nel 2007 dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto bene di interesse storico e artistico.
Dopo un accurato restauro ad opera di Polymnia, società strumentale della Fondazione di Venezia che l’acquistò nel 2000, la Casa dei Tre Oci è diventata nel 2012 uno spazio espositivo aperto al pubblico, campus privilegiato di elaborazione e confronto culturale sui linguaggi del contemporaneo, con particolare attenzione a quello fotografico. Lo spazio espositivo della Casa dei Tre Oci è un progetto di Fondazione di Venezia e Polymnia con Civita Tre Venezie, in collaborazione con Veneto Banca e Grafica Veneta.

casa dei tre oci

La Casa dei Tre Oci fu costruita nel 1913 in un momento storico in cui la Giudecca era luogo privilegiato di importanti cambiamenti architettonici e urbanistici, come l’edificazione dei nuovi apparati industriali dei complessi Junghans e il mulino Stucky, o la realizzazione di vasti complessi residenziali popolari e borghesi. Nata come casa–studio di Mario che la progettò seguendone con passione i lavori di realizzazione, fu poi del figlio Astolfo, pittore come il padre, che vi abitò con la moglie Adele. Da sempre luogo di produzione artistica e culturale, cenacolo di incontri e dibattiti, studio per gli artisti che partecipavano alla Biennale e spazio ospitale per gli intellettuali di passaggio a Venezia, fu fino alla fine degli anni ottanta un luogo vivo e attivo. Grazie ad Adele e a Giulio Macchi, con il quale si sposò dopo la morte di Astolfo, accolse e ospitò figure di fama internazionale, da Vittore Grubicy a Hundertwasser, dalla figlia di Peggy Guggenheim a Sciltian, da Morandi e Fontana a Dario Fo, che la userà come laboratorio per il suo Arlecchino del 1985.

Oggi la Casa dei Tre Oci rappresenta uno dei poli culturali più importanti di Venezia, con un calendario di iniziative e manifestazioni da non perdere e tenere sempre d’occhio. Per restare aggiornati su mostre, workshop, corsi e tutti gli eventi organizzati, vi suggeriamo di consultare il sito web ufficiale e i canali social Facebook e Instagram 

Video dalla mostra Lost+ Found di David Lachapelle del 2017

 

Testi e foto: credits Casa dei Tre Oci

Articolo precedenteDoodroo: è trevigiana la pellicola che trasforma l’iPad in carta da disegno
Articolo successivoTante Studio: a Padova il nuovo spazio creativo di Alice, Arianna e Guia
Redazione Sgaialand
Un team tutto veneto formato da professionisti in ambiti diversi. La redazione Sgaialand Magazine racconta il Veneto che funziona, appassiona, cresce ed emoziona. Quello frizzante, curioso, impegnato, spesso eccellente, sempre sgaio.