Una chicca particolarmente sgaia della Terra delle Meraviglie è senza ombra di dubbio la Fontana delle Tette, un’antica statua custodita nel cuore di Treviso, di cui oggi vi vogliamo raccontare storia, segreti e curiosità.
Realizzata nel 1559 su ordine del Potestà della Repubblica di Venezia Alvise da Ponte in seguito a una forte siccità che aveva colpito la città di Treviso e le sue campagne, la Fontana delle Tette divenne fin da subito uno delle opere cittadine più rappresentative della Serenissima poiché, in onore di ogni nuovo Potestà, dai suoi seni sgorgavano vino rosso e bianco che i cittadini potevano bere liberamente per tre giorni.
In seguito alla caduta del domino veneziano, la statua (originariamente collocata all’interno del Palazzo Pretoriano) venne gravemente danneggiata dai soldati dell’esercito di Napoleone, che la consideravano un simbolo del potere delle leggi locali.
Oggi l’antico manufatto può essere ammirato all’interno una teca situata sotto il portico del palazzo dei Trecento in Piazza dei Signori, mentre la copia realizzata nel 1989 dallo scultore peruviano Miguel Miranda Quinones è situata nel cortile di palazzo Zignoli a Treviso, accessibile dalla galleria che collega il Calmaggiore, la strada principale del centro storico di Treviso, alla piazzetta della Torre e alla calle del Podestà.
La fontana si presenta oggi alla vista come un busto femminile particolarmente giunonico con abbondanti seni dai quali zampilla acqua fresca all’interno di una vasca a forma di conchiglia, affiancata da una targa che ne riassume la storia attraverso le parole dettate nell’Ottocento del medico trevigiano Matteo Sernagiotto.
Simbolo di buon auspicio di fertilità, abbondanza e floridezza di cui la città gode grazie alla vicinanza del fiume Sile, questo sito è anche annoverato tra i luoghi portafortuna d’Italia: si narra infatti che appoggiare le mani sui suoi seni mentre si esprime un desiderio ne favorisca la realizzazione… e chissà che non aiuti anche a far scaturire nuovamente vino di tanto in tanto, desiderio di tanti veneti di sicuro!