Cosa succede quando al lavoro si prova invidia nei confronti di un collega? Una lettrice scrive alla nostra Psicologa per sfogare questo brutto sentimento nei confronti di una persona apparentemente “perfetta” in ufficio…
«Cara Giulia,
al lavoro provo invidia nei confronti di un collega, anzi, di una collega con la quale le cose non stanno andando bene.
Detta senza mezzi termini: la odio. Ha tutto, fa tutto perfettamente, è la preferita del nostro capo ed anche a livello personale ha davvero tutte le fortune di questo mondo: un fidanzato bello che la ama (mentre io sono single da una vita), genitori che la potrebbero mantenere (penso abbiano molte case all’estero). Sembra essere la persona più felice di questo mondo, e secondo me non lo merita.
La invidio tantissimo e non riesco nemmeno più a guardarla in faccia. Non è giusto che sia io a dover stare male quando lei ha sempre avuto ed ha tutto quello che voglio io.
Mi sta rovinando le giornate. Cosa dovrei fare?»
Marzia
Cara amica,
per parlare della tua invidia nei confronti di un collega, prendo a prestito le parole di Alberto Moravia e, per risponderti, ti porto al mare: immagina di essere al caldo sole estivo, immersa in un bagno ristoratore, con una palla di gomma.
L’invidia è proprio come quella palla di gomma che più spingi sotto i flutti più tende a tornare a galla violentemente.
In particolare, in ambito lavorativo, si potrebbe dire che l’invidia nei confronti di un collega è il sentimento che proviamo quando ci pare che qualcuno ci sorpassi ottenendo l’ammirazione altrui. In quel momento ci sembra che ci sia una profonda ingiustizia nel mondo: l’invidia torna a galla proprio perché è il tentativo che facciamo per recuperare la fiducia e la stima in noi stessi, attraverso la svalutazione dell’altro, che così diventa un essere mitologico.
Ma la cosa più importante rimane saperla maneggiare, quella palla di gomma, cioè saper distinguere, leggere ed affrontare l’invidia.
Come leggo dalla tua lettera, l’invidia sta rovinando le tue giornate e distruggendo il rapporto di fiducia e l’immagine positiva che tu hai di te stessa.
L’invidia infatti ti porta a vedere la meraviglia della vita dell’altro evidenziando invece come la tua vita non sia altrettanto splendida. L’autostima è la chiave di questo processo: più siamo invidiosi meno abbiamo stima di noi, e meno percepiamo il nostro valore, la nostra “meraviglia”.
Quando questi sentimenti diventano troppo forti una soluzione può essere prendersi una pausa per ristabilire gli equilibri: un po’ di sana distanza risolve spesso le contrarietà e aiuta a riequilibrare la percezione che si ha dell’altro. E soprattutto ci permette di migliorare con le nostre risorse, senza investirle nella rabbia e nel fastidio di vedere solo quello che ha o fa l’altro.
Altra utile idea può essere quella di ironizzare: se la nostra arcinemica ha davvero la casa alle Seychelles, il riconoscimento di tutti i componenti dell’azienda, il fidanzato a metà tra Adam Levine e Patrick Dempsey che la idolatra e, in ultimo, delle lunghissime e toniche gambe prive di qualsivoglia alone di cellulite, beh, fatti una risata e diglielo! Confessare con un sorriso che siamo un po’ invidiose del suo bellissimo fidanzato o della sua vita da sogno, ci renderà vincenti. Sia ai suoi occhi che ai nostri, perché non esiste niente di più forte della sincerità.
A maggior ragione, permettersi di svelarsi, dicendo quello che si pensa, può aprire un varco in quel mondo magico al quale vedi appartenere la tua nemica: magari questa sincera confessione verrà seguita da altrettante sincere confessioni: la sua vita potrebbe non essere poi così sfavillante, la casa potrebbe non essere una benedizione, ed il bellissimo compagno in realtà potrebbe non essere poi così invidiabile.
E magari non conosce nemmeno l’esistenza della cellulite ma invidia a sua volta i tuoi capelli fluenti e lucidi.
Insomma potrebbe darti un sano feedback sul tuo valore. Quello che al momento non riesci a vedere perché troppo concentrata ad osservare l’altro.
Concentrati meglio sui tuoi punti di forza, elencali, osservali ogni giorno. Chi ha bisogno di invidiare l’altro quando può essere sé stesso?