Un amico di Sgaialand scrive a Giulia per raccontare il suo continuo bisogno di mangiare cioccolato, legato ad un periodo pesante nella sfera privata e lavorativa.

Cara Giulia,
ultimamente è stato un periodo un po’ pesante a lavoro e non riesco a sfogarmi se non ritrovandomi a mangiare cioccolato senza limiti. È difficile uscire la sera, mi sembra di avere il vuoto intorno. Contemporaneamente, inoltre, ho chiuso una storia. Brutto periodo.
Sono spesso triste e l’unica cosa che sembra darmi felicità sono proprio i dolci: sento un forte bisogno di mangiare cioccolato, anche una tavoletta intera ogni sera. E mi rendo conto di esagerare anche con altri dolci, ma non riesco a limitarmi. Finisco interi sacchetti di biscotti in una sola serata, da solo. E mi vergogno tantissimo, perché la bilancia sale e il mio appeal con l’altro sesso diminuisce.
Cosa dovrei fare?”
Marco

Caro Marco,
sebbene la terra delle meraviglie porti alto il motto “omo de pansa, omo de sostansa”, mi sembra che tu stia vivendo questa improvvisa voracità come conseguenza di un periodo pesante. E, da quello che scrivi, il periodo pesante è inerente sia al lavoro che alla vita privata.
Mangiare cioccolato senza limiti: quello che mi racconti è collegato ad una forma di alimentazione incontrollata. Cioè mangiare grandi quantità di cibo in un breve periodo, senza aver però la necessità di eliminare quello che hai mangiato.
L’aumento di peso diventa un sintomo ma anche una causa del malessere. Sai, in questo casi è difficile capire esattamente quale sia la causa scatenante ma la spiegazione che mi sembra più immediata è quella del “riempire”: più ci sentiamo vuoti più cerchiamo di riempire quel vuoto. E lo facciamo con il cibo che funziona come consolazione. A maggior ragione parli di cibi dolci, nella tua lettera.

Le cose dolci effettivamente aumentano il livello di endorfine e dovrebbero farci sentire come meno dolorosi i problemi emotivi. La Nutella è meravigliosa, ma oltre i cinque cucchiai ti posso assicurare che non darà affetto o comprensione rispetto a come ti è andata la giornata.
La spinta a mangiare cioccolato o altri cibi è una risposta ad un’emozione come tristezza, paura, noia, rabbia. Diventa quasi una “fame emotiva” in cui si riempie la pancia per colmare il vuoto di un’emozione, che non possiamo accettare e perciò cerchiamo di coprire.

La soluzione allora è proprio capire qual è l’emozione che la fame cerca di colmare.
Prima di agguantare una tavoletta di cioccolato e nocciole o di tuffarsi in un mare di biscotti, prova a fare un profondo respiro e chiederti “ho davvero fame?”, “sto mangiando perché ho fame o lo faccio solo per piacere?”, “mangio per riempire un vuoto che non so bene come spiegare?”.
Già essere in grado di farsi queste domande ti potrà aiutare moltissimo a non vedere più il cibo come un rifugio.
Quando riuscirai a capire se la tua è proprio fame o se è una risposta per calmare l’ansia potrai iniziare anche a riconoscere se hai fame di qualcosa che il cibo non può dare.
E quindi potrai tornare a prenderla sgaia!

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Giulia Disegna
Psicologa per vocazione, divoratrice di libri, dipendente dalle serie TV. Perennemente in Converse nere e con un amore per i viaggi e per la fotografia. Lunatica, entusiasta, ama il mare e Dolores O'Riordan. Per Sgaialand cura parte della sezione Salute e Benessere rispondendo alle domande dei lettori e aiutandoli a prendere la vita in maniera sgaia, cercando di superare le avversità quotidiane con positività e benessere.