Un’opera d’ingegneria, una tragedia e le montagne a custodirne i segreti: ecco la storia della Diga del Vajont, in immagini suggestive

La diga del Vajont è una diga oggi in disuso, progettata dal 1926 al 1958 dall’ingegner Carlo Semenza; fu costruita tra il 1957 e il 1960 nel territorio del comune di Erto e Casso (Pordenone), nella regione Friuli Venezia Giulia, lungo il corso del torrente Vajont, nota particolarmente per il disastro che vi è avvenuto nel 1963.

Negli ultimi anni è avvenuta una ripresa di interesse verso la diga e la tragedia del Vajont e si sono fatte frequenti le visite guidate da parte di specialisti interessati agli aspetti scientifici della diga, ma anche di gente comune.  La diga, oggi vista dal belvedere sulla strada S.R 251 L’ENEL, oggi proprietaria delle strutture e dei terreni, ha aperto al pubblico nell’estate 2002 la prima parte del coronamento sopra la diga, affidando ad alcune associazioni del territorio: (tra cui l’Associazione Pro Loco di Longarone) il compito di gestire le visite guidate.

Da sabato 11 agosto 2007, è stato aperto al pubblico, dopo l’inaugurazione ufficiale, il coronamento della diga. La gestione è affidata al Parco naturale delle Dolomiti Friulane. I turisti possono ora accedere all’intero percorso del coronamento, pur senza la prenotazione, ma solo nelle giornate di apertura al pubblico come precisato nel calendario annuale, per osservare con i propri occhi l’impressionante scenario della frana del Monte Toc e della valle sottostante di Longarone.

Non si possono ancora perlustrare, invece, le gallerie interne alla montagna, anche se, dal settembre 2006, è stata ideata una manifestazione podistica non competitiva, con cadenza annuale, denominata “I Percorsi della Memoria”, che permette al pubblico partecipante di poter attraversare anche le strutture all’interno della montagna. Per il 2013, in occasione del cinquantesimo anniversario del disastro, la regione Veneto ha stanziato un milione di euro per la messa in sicurezza e il recupero delle gallerie interne alla montagna, dette “strada del Colomber” (la vecchia statale 251). Nel 2014 il finanziamento è stato riassegnato dalla giunta regionale per la realizzazione del nuovo Centro Sanitario di Longarone, nell’ambito della fusione tra gli ex comuni di Longarone e Castellavazzo.

Foto: Elisa Parente Corte
Fonte: Wikipedia

Articolo precedenteTutto sui migliori mercatini di Natale del Triveneto
Articolo successivoSlow Beans: appuntamento nel bellunese con il mondo dei legumi italiani
Redazione Sgaialand
Un team tutto veneto formato da professionisti in ambiti diversi. La redazione Sgaialand Magazine racconta il Veneto che funziona, appassiona, cresce ed emoziona. Quello frizzante, curioso, impegnato, spesso eccellente, sempre sgaio.