Golosissime, colorate, famose in tutta Italia, ma particolarmente legate alla tradizione di Venezia: sono le fave dei morti!
Ogni anno prima del 2 novembre, giorno di commemorazione dei defunti, a Venezia è tradizione preparare o acquistare le fave dei morti, squisiti dolcetti a base di farina di mandorle di piccola dimensione che si presentano in 3 colori: bianchi, rosa e marroni. Le fave dei morti, o favette, oggi si trovano facilmente in tutta Italia e in diversi varianti, vi sarete quindi sicuramente imbattuti in questa tipica leccornia anche nelle vostre città. Va detto che quelle veneziane doc avrebbero anche i pinoli!
L’origine delle fave dei morti non è ben nota, molto probabilmente è da ricondurre al centro Italia, in Umbria; tuttavia vi sono diverse fonti che la legherebbero a Venezia e riconducono al capoluogo veneto la tipica forma della fava. Il legame di questo legume con la festività dei santi ha origini piuttosto datate: nella Roma antica le fave simboleggiavano le anime dei morti e questo legume si offriva in dono alle divinità dell’Ade. Erano davvero numerosi i rituali e le abitudini scaramantiche che prevedevano la cottura o masticazione di fave secche o una donazione sulla tomba del defunto. Oggi le favette dolci hanno preso il loro posto e hanno sostituito queste usanze, per la gioia dei golosi e di molti bambini che in ottobre aspettano, insieme alle caramelle di Halloween, questi simpatici e golosi dolcetti colorati.
Volendo indagare il loro rapporto con il capoluogo veneto, commentando l’origine del nome “Calle della fava” a Venezia, sul sito Venice explorer si legge:
[…] Alcuni invece vogliono che presso questo ponte vi fosse una bottega ove si vendevano quelle pastiglie che si preparano pel giorno dei Morti, e che appellansi fave. L’uso di preparare in detto giorno tali pastiglie ebbe l’origine seguente. Immaginandosi i gentili di leggere nel petalo del fiore della fava alcune lettere funebri, e credendo eziandio che l’anime dei morti trasmigrassero nelle fave, se ne cibavano nei funebri banchetti, e le offrivano ai Mani nelle feste Lemurie, gettandosele per rito dietro le spalle («Ovidio, Fasti, Lib.V»)
Veneziane o no, sta di fatto che noi di Sgaialand ne andiamo davvero pazzi e mentre vi scriviamo, sulla nostra scrivania se ne trova proprio un bel sacchettino pieno. Anzi, a questo punto dell’articolo, già ben più leggero!
A proposito di Halloween e dei festeggiamenti dei bambini: le Lumere in Veneto
Molti bimbi (e non solo) il 31 ottobre festeggiano Halloween e accendono le candele dentro le loro zucche intagliate, ma quanti conoscono anche l’antico rito veneto delle Lumere?
In questo periodo dell’anno, in Veneto, le zucche sono da sempre protagoniste della tradizione culinaria e già nei secoli scorsi si usava intagliarle per inserirci all’interno dei lumini e poi esporle nei davanzali o lungo i fossi.
Le zucche servivano a illuminare la strada alle anime dei cari defunti, ma anche a spaesare quelle dei morti più dispettosi. La sera, i ragazzi si divertivano ad andare in giro con queste zucche per spaventare i passanti soprattutto nei pressi dei cimiteri; poi andavano di casa in casa a chiedere frutta secca, nocciole e castagne.
In ogni famiglia, inoltre, si preparava il piatto dei morti con castagne, dolci, marroni, fave, e lo si lasciava sul tavolo o sui davanzali come dono per le anime.