È stata la meta del nostro primo SgaiaTour per i nostri lettori ed è uno dei luoghi simbolo della città: la Specola di Padova è una meraviglia senza tempo che ammalia il centro della città di Padova, rendendosi irresistibile modella per moltissimi appassionati di fotografia.
Nell’immaginario collettivo di molti padovani, la Specola è la Torre di Galileo, il luogo dal quale, secondo una falsa tradizione, il celebre pisano eseguì le sue straordinarie scoperte astronomiche.
Come riporta il sito dei Beni Culturari, in realtà l’Osservatorio astronomico di Padova, situato all’interno della Specola, non fu mai frequentato dal famoso scienziato, perchè la sua edificazione sulla pre-esistente torre maggiore del Castelvecchio della città non fu messa in atto prima del 1767, quindi circa 150 anni dopo che Galileo lasciò Padova per trasferirsi alla corte dei Medici a Firenze.
La Specola è uno dei monumenti più conosciuti e attraenti di Padova e racchiude, in un unico luogo, molteplici aspetti dei vari periodi storici vissuti dalla città. Posta sulla Torlonga, la maggiore delle due torri dell’antico Castello di Padova, è alta 49,59 m per 252 gradini. La torre, fu fatta costruire da Ezzelino III da Romano, dominatore di Padova nella metà del XIII secolo, sui resti di un’antica postazione di avvistamento ed inizialmente era stata progettata per essere una prigione, in cui, secondo le testimonianze dell’epoca, trovarono morte oltre diecimila padovani.
Nel Trecento la Signoria dei Carraresi la tramutò in torre difensiva e fu così inglobata nel più vasto castello cittadino, che divenne poi noto nei secoli successivi con il nome di Castelvecchio. Per tutto il XIV secolo, la Specola si ritrovò dunque al centro della vita culturale, sociale e politica della città, vivendo un’epoca di grande splendore.
Con la successiva dominazione della Serenissima, si assistette poi a un lento declino degli antichi fasti, interrottosi solo nel XVIII secolo, quando sulla sommità della torre fu eretto l’Osservatorio Astronomico, e la porzione di castello ad essa limitrofa fu adibita a casa dell’astronomo, dove furono ricavati anche i locali di studio e l’officina. In questi 250 anni l’Osservatorio Astronomico di Padova ha continuato a produrre ricerca di alta qualità a livello internazionale, e dal 1994 ha aperto alla città il suo nucleo più antico, la torre appunto, trasformandola in museo astronomico. Nel percorso museale, che si snoda lungo tutta la torre, interessando le quattro sale che costituirono i principali ambienti di lavoro degli astronomi del passato (Sala Iscrizione, Sala Colonna, Sala Meridiana e Sala Figure), sono ora raccolti e illustrati gli strumenti utilizzati dagli astronomi padovani nel Settecento e nell’Ottocento.
L’Osservatorio si occupa principalmente di attività scientifiche riguardanti l’Astronomia e le Scienze dello Spazio, ma i suoi ricercatori possono ricoprire occasionalmente anche incarichi di docenza per il Dipartimento di Astronomia.
L’Osservatorio Astronomico, infine, ha sede anche ad Asiago: gli uffici e le foresterie si trovano all’interno dell’Osservatorio Astrofisico dell’Università mentre a Cima Ekar è situato il telescopio Copernico, il più grande telescopio presente sul territorio nazionale operativo tutto l’anno.
Se volete sapere come è andato lo SgaiaTour che abbiamo fatto nel 2015, ecco qui: https://www.sgaialand.it/sgaiatour-bilancio-del-primo-tour-veneto-di-sgaialand/
photo credits: Gaia Dall’Oglio