Nel cuore di Venezia è custodita la sede della Tessitura Luigi Bevilacqua, la più antica tessitura in attività in Europa. Utilizza gli originali telai del 1700 della Scuola della Seta, dando vita a preziosi velluti soprarizzo con le stesse tecniche imposte dai Dogi che si sono susseguiti alla guida della città.
Nel 1500 a Venezia c’erano 6000 telai che producevano il velluto e migliaia di persone che lavoravano nei laboratori e nelle case. Tonnellate di fili di seta e mani esperte davano vita a disegni che ancora oggi sono di grande attualità. La storia della Tessitura Luigi Bevilaqua affonda le sue radici indietro nei secoli, iniziando nel lontano 1499, anno in cui Giovanni Mansueti dipinse, nella cattedrale di Vaduz (Liechtenstein) l’affresco San Marco trascinato nella sinagoga, indicando tra nomi dei committenti un certo Giacomo Bevilacqua Tessitore, antenato della nota famiglia veneziana.
La Tessitura vera e propria, tuttavia, venne fondata nel 1875 da Luigi Bevilacqua e dal suo socio Giovanni Battista Gianoglio, entrambi esponenti del movimento artistico Art and Crafts, che decisero di acquistare un edificio, in Fondamenta San Lorenzo (Sestiere Castello), e di farne la sede di una nuova manifattura tessile.
La scelta di questa prima sede non fu casuale, poiché si trattava di un’antica Scuola della Seta della Serenissima abbandonata all’inizio del secolo, di cui vennero recuperati macchinari e telai, ripartendo da punto in cui i tessuti italiani si erano fermati per trasformare in momento di crisi dell’artigianato in un’occasione di rinascita.
Il nostro punto di forza è che siamo gli unici a produrre un tessuto mantenendo gli stessi standard qualitativi di un tempo, perché produciamo il tessuto originale, dopo 130 anni, ancora allo stesso modo.
Alberto Bevilacqua, AD
All’inizio del Novecento, la Bevilacqua aveva oltre cento tessitrici, oggi ci sono 18 telai e 7 tessitrici che hanno il difficile compito di creare, con infinita pazienza, pochi centimetri al giorno di velluti che andranno ad abbellire case, show room e chiese ma saranno anche indossati sulle passerelle dell’alta moda.
Entrare oggi nella sede della tessitura Bevilacqua, nel sestiere di Santa Croce, significa fare un tuffo nel passato tra orditoi, telai in legno, fili di seta coloratissimi e un archivio storico che vanta più di 3500 campioni e di “messe in carta”, ossia i disegni tecnici che contengono le informazioni necessarie a forare le schede.
Per produrre un velluto bisogna, infatti, partire dal disegno del motivo che si vorrà realizzare. Ogni foro corrisponde ad un filo e ogni scheda rappresenta mezzo millimetro del disegno del tessuto da realizzare.
Una volta c’erano dei ragazzini sopra i telai che muovevano i fili su ordine del tessitore o della tessitrice, nel 1803 il francese Jacquard ha inventato queste macchine che vanno a leggere delle schede perforate. Ad esempio, per un disegno con un rapporto di 1,5 metri sono necessarie più di 3.000 schede forate.
Parallelamente alla realizzazione del disegno, si procede con la preparazione del telaio, che può richiedere fino a sei mesi di lavoro e l’annodatura a mano di 16.000 fili. Una volta che l’ordito è stato caricato sul telaio, le bobine sono al loro posto, le schede forate sono state inserite, è il momento di cominciare a tessere. Un lavoro di precisione e di pazienza, lunghissimo, che può richiedere anni per soddisfare un cliente: come nel caso del restauro del Palazzo Reale di Dresda. “Ci abbiamo messo tre anni, dal 2017 al 2019, per realizzare, con tre telai, 720 metri di velluto a mano cremisi su un campione originario che avevano salvato – ricorda Alberto Bevilacqua – Lo abbiamo rifatto uguale, con le stesse caratteristiche tecniche”.
Un tempo uno dei più importanti committenti era la Chiesa, poi il velluto fu introdotto nella moda dalla stilista Roberta di Camerino con la borsa Bagonghi e ultimamente c’è un importante ritorno nell’alta moda – collaboriamo con i più importanti stilisti italiani e stranieri.
I tessuti realizzati su committenza sono stati moltissimi, nella storia dell’azienda, così come le collaborazioni con grandi artisti, tra cui la svedese Maja Sjöström, che disegnò le stoffe per il Municipio di Stoccolma, e la stilista italiana Roberta di Camerino, che fece applicare a mano pregiati velluti sulla sua linea di borse Bagonghi.
Numerosi sono anche gli edifici prestigiosi che espongono, al loro interno, decorazioni realizzate con i tessuti Bevilacqua: dalle chiese di Venezia, come la Basilica della Salute, fino ad arrivare ai palazzi delle grandi capitali europee e mondiali, diventando elementi fondamentali di diverse azioni di restauro come nel caso del Cremlino.
Fin dalle origini, la Tessitura è stata diretta dai figli e dagli eredi di Luigi Bevilacqua, fino ad arrivare alla gestione odierna, presieduta dei fratelli Rodolfo Bevilacqua (presidente e responsabile della produzione) e Alberto Bevilacqua (amministratore delegato e responsabile marketing), che si impegnano costantemente per garantire prodotti di eccellente qualità come quelli realizzati dei loro predecessori.
TESSITURA LUIGI BEVILACQUA VENEZIA
sede storica
showroom/negozio
Santa Croce 1320
Venezia
COME ARRIVARE
in taxi
è possibile accedere dal Canal Grande a fianco al Giudice di Pace.
in vaporetto
vaporetto n.1 / 5.1 / 5.2 con fermata a Riva de Biasio.
a piedi
imposta il navigatore su Campo San Zandegolà, saremo di fronte in Campiello De La Comare.