Le gondole di Venezia

Niente è più caratteristico delle gondole di Venezia, snelle, scure, iconografiche e immortalate nella storia dell’arte sin dal XV secolo.
Tra il 1600 e il 1700 che la fisionomia delle gondole di Venezia, utilizzate sempre più per il trasporto privato di rappresentanza, si avvicinò a quella attuale, e nel corso dell’Ottocento, la poppa e la prua si alzano ancora rispetto al pelo dell’acqua, per migliorare la manovrabilità dello scafo, la cui lunghezza si assesta definitivamente attorno agli 11 metri. Si introduce anche una prima leggerissima asimmetria, che viene accentuata in modo deciso solo all’inizio del Novecento, sempre per esigenze di manovrabilità, così come sia la prua che la poppa vengono alzate ulteriormente. Lo scafo si snellisce leggermente e cambiano anche le dimensioni del ferro di prua, che vengono ridotte per ottenere il bilanciamento ottimale rispetto alle mutate proporzioni.
Quando Venezia era una città con un numero di abitanti molto più elevato dell’attuale e non erano stati realizzati i cospicui interramenti dei rii (avvenuti in epoca ottocentesca) le gondole di Venezia costituivano il mezzo di trasporto per eccellenza. Le permanenze a bordo potevano quindi essere piuttosto lunghe e, con il clima invernale veneziano, la copertura del fèlze (una cabina smontabile) consentiva confortevolezza e intimità.
E il tradizionale colore nero? È dovuto all’origine per l’uso consueto della pece come impermeabilizzante dello scafo e in seguito esteso a tutta la barca come conseguenza dei decreti suntuari del Senato veneziano – a partire dal 1609 – stilati per limitare l’eccessivo sfarzo nella decorazione delle gondole, anticamente coperte di stoffe preziose e dorature.

Foto di Carola Dall’Oglio

Fonte: Wikipedia

 

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Redazione Sgaialand
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