Alla scoperta della Basilica della Salute di Venezia, tempio della spiritualità che segnò il Seicento
Realizzato come ringraziamento della città per la fine della grande pestilenza del 1630, il tempio votivo è opera di Baldassare Longhena e fu edificato tra il 1631 ed il 1681 sul luogo dove sorgeva l’antichissimo e fatiscente Ospizio della Trinità.
La cupola della Basilica della Salute caratterizza lo scenario del bacino di san Marco a Venezia da più di trecento anni, testimonianza autorevole dell’altissima spiritualità che segnò il Seicento veneziano.
Fu voluta dalla Serenissima come preghiera e come ringraziamento alla Vergine Madre di Dio per preservare la città di Venezia dalla terribile peste del XVII secolo.
La prima pietra della fabbrica venne posta il primo aprile 1631 e cinquant’anni più tardi, il 9 novembre 1687, essa venne solennemente consacrata dal Patriarca Alvise Sagredo anche se già da qualche anno si era iniziato ad officiare la s. Messa al suo interno.
Alla Basilica, che si trova affacciata all’imbocco del Canal Grande, si ha accesso da una imponente gradinata che sembra quasi emergere dall’acqua per poi continuare fino all’ingresso del Santuario.
Caratteristica è la doppia cupola, quella maggiore ideata pensando alla Corona del Rosario, e quella detta minore che funge da vero santuario.
Sulla sommità della cupola maggiore si trova la statua della Vergine con il bastone di Capitana de mar.
Si possono notare una serie ricchissima si statue che decorano la facciata principale e i lati esterni dell’edificio e poi continuano anche al suo interno seguendo il tema della glorificazione di Maria. Al di sopra del timpano centrale vi è la Madonna con il bambino e poi ai lati i principali Profeti che preannunciano il Messia e le figure mariane dell’antico testamento.
Foto di Carola Dall’Oglio