Alla scoperta del maestro del fumetto erotico Milo Manara: una vita all’insegna di modelle iconiche e delicatezza sexy su carta

«Il camionista non si attacca sul camion un quadro di Rauschenberg o di Jasper Johns, si attacca una bella pin-up. Devo alle mie pin-up il fatto di poter ancora divertire, di essere vicino alla gente: militari, camionisti, carcerati…»
A parlare è il grande fumettista Milo Manara, con i suoi anni passati a disegnare tavole ruggenti di sensualità ed erotismo tra modelle maliziose e delicatezza sexy.
Originario di Luson (Bolzano) e classe 1945, Milo Manara inizia a muovere i primi passi nel mondo del fumetto nel 1969, debuttando con il fumetto come autore di storie erotico-poliziesche della collana Genius, uno dei tanti fumetti noir nati come emuli del più famoso Diabolik, fino ad arrivare a lavorare per Corto Maltese e molto altro ancora.

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Manara è il maestro italiano del fumetto erotico in primis, tra l’erotismo comandato di Clauda nel “Gioco”: «L’erotismo mi appartiene totalmente. È un’etichetta che mi ha aiutato molto: non solo non la rinnego ma la guardo con una certa gratitudine», come ha affermato in un’intervista.
«Il segreto dell’eros? Tutto parte dallo sguardo», continua in una dichiarazione: «È dagli occhi che inizio a disegnare una figura. È quello il punto fondamentale. Posso anche licenziare un disegno non a posto sul piano dell’anatomia, ma mai lo farò per un disegno che non abbia lo sguardo come voglio. L’attenzione del lettore può cadere sulle gambe, sul seno o sul sedere, ma comunque tutto parte dagli occhi delle mie ragazze: è lì che inizia il rapporto tra la figura disegnata e il lettore».

Venere, il suo mito della bellezza, Linda Fiorentino tra le attrici predilette, Miele e Claudia i suoi personaggi del cuore, la collaborazione con Fellini e il problema della censura che lo preoccupò molto quando le sue opere furono messe al bando in Sudafrica ai tempi dell’apartheid.
Ma soprattutto le donne: le sue protagoniste e anche quelle che costantemente gli chiedono d’essere ritratte nei suoi fumetti, forti di una fantasia superiore a quella maschile, a detta dell’artista.
«Quando ho letto Barbarella ho contemporaneamente scoperto un universo per me, per le mie possibilità, per il mio lavoro… In quel momento ho deciso che avrei fatto quel lavoro lì, che io avrei fatto solo questo nella vita…»

Un grande Maestro, icona del fumetto e firma di spicco.

Milo Manara: la storia

Milo Manara nasce a Luson in provincia di Bolzano in una famiglia in cui Manara e i fratelli, per essere autosufficienti, fanno lavoretti sin da adolescenti (dall’età di dodici anni Manara realizzava pannelli decorativi su commissione).
Seguendo le sue inclinazioni naturali, si diploma a un liceo artistico privato. Si trasferisce a Verona dove inizia a lavorare come assistente dello scultore spagnolo Miguel Berrocal e nello stesso periodo si iscrive alla Facoltà di Architettura a Venezia. Insieme ad altri artisti, durante i movimenti del Sessantotto, contesta in maniera netta la Biennale di Venezia.
Improvvisamente, grazie alla moglie francese di Berrocal, Manara scopre il Fumetto, di cui non era mai stato durante l’infanzia o l’adolescenza un appassionato e viene affascinato dal carattere di produzione in serie del medium, che lo discosta dall’unicità dell’opera d’arte pittorica per apparentarlo molto di più alla letteratura, anche nei confronti del pubblico di massa per l’accessibilità dei prezzi. Manara vede nel fumetto la possibilità di costruire un proprio ruolo nella società, anche grazie a un rapporto con la retribuzione, nel campo editoriale rispetto a quello artistico, più onesto e aderente alla società, e decide pertanto di provare a cimentarsi con questo linguaggio. È così che debutta alla fine degli anni Sessanta come autore di storie erotico-poliziesche sulla collana “Genius”, e subito dopo in Jolanda de Almaviva, serie sexy di grande successo. Lascia intanto gli studi universitari.

Negli anni Settanta avvia la collaborazione con il “Corriere dei Ragazzi”, dove disegna una serie di fumetti sceneggiati da Mino Milani in cui vengono processati i grandi personaggi storici, La parola alla giuria. Nello stesso periodo, sui testi di Alfredo Castelli e Mario Gomboli, realizza Un fascio di bombe, fumetto sulla strategia della tensione nelle stragi di Stato, da poco ripubblicato in Italia. Subito dopo, assieme a Silverio Pisu, Manara dà vita a Lo Scimmiotto ad Alessio, il borghese rivoluzionario, che segnano il suo debutto nel fumetto d’autore. Collabora con la casa editrice francese Larousse, per cui realizza alcune storie inserite nelle raccolte L’Histoire de France en bandes dessinées, La decouverte du monde e L’Histoire de la Chine.
Nel 1978 crea il suo primo personaggio di successo e ne sceneggia anche la storia, pubblicata in prima battuta in Francia dalla rivista “(A SUIVRE)”: HP e Giuseppe Bergman, dove HP è un chiaro riferimento al suo maestro e mentore Hugo Pratt, trasformato in uno dei protagonisti del racconto; negli anni a seguire, Manara pubblica altri episodi dedicati a Giuseppe Bergman, che fisionomicamente ha le fattezze dell’autore e di Alain Delon.
Tra la fine del decennio e i primi anni Ottanta partecipa alla realizzazione della Storia d’Italia a fumetti da Enzo Biagi e crea, su commissione della rivista “Playmen”, Il gioco, storia ad alta densità erotica che dà un successo a livello mondiale, straordinario e inatteso, a Manara. Di questo periodo è anche il primo di due lavori su testi di Hugo Pratt, per il quale disegna due storie fondamentali per la sua carriera: Tutto ricominciò con un’estate indiana, pubblicata dalla rivista “Corto Maltese”, seguita da El gaucho, pubblicata da “Il grifo”. Oltre a un’altra storia importante, questa volta di ambientazione western, pubblicata ancora in Francia dalla rivista “Pilote”: L’uomo di carta.
Su sceneggiatura di Castelli, Manara disegna poi L’uomo delle nevi, per la collana “Un uomo, un’avventura”, edita da Cepim, oggi Sergio Bonelli Editore. Subito dopo crea Miele, forse il suo personaggio femminile più famoso, protagonista dei volumi Il profumo dell’invisibile di sei storie brevi intitolate Candid Camera.

Nel 1987 inizia la collaborazione con Federico Fellini. Il grande maestro riminese, al quale Manara aveva dedicato una storia breve, Senza Titolo, lo aveva molto influenzato, soprattutto con 8 1/2. In seguito al loro incontro, Fellini gli chiede le illustrazioni per una sceneggiatura che pubblica sul “Corriere della Sera”. Da qui Manara, con il consenso del regista, trasforma il testo di Fellini in uno straordinario fumetto, Viaggio a Tulum, apparso su “Corto Maltese”. Il rapporto tra i due si consolida: Fellini rimette mano a uno dei suoi progetti più personali e insieme danno vita a Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet, pubblicato da “Il grifo”. Manara realizza inoltre i manifesti dei film di Fellini Intervista La voce della luna.

All’inizio degli anni Novanta, realizza le tavole a fumetti del Cristoforo Colombo di Enzo Biagi. In questo periodo tra le tante collaborazioni internazionali illustra un libro di racconti di Pedro Almodovar, El fuego y las entrañas. Illustra anche Fantasex, raccolta di racconti di erotismo e fantascienza, cui fa seguito la trasposizione fumettistica di tre classici della letteratura: Gulliveriana, Kamasutra L’asino d’oro. Disegna poi tre storie di carattere sociale: Ballata in si bemolle, dedicata al tema dell’usura, Rivoluzione, sull’imbarbarimento generato dalla televisione, e Tre ragazze nella rete, ispirata al mondo di Internet. Il decennio si chiude con il ritorno di Giuseppe Bergman con quella che si può considerare una delle sue storie più belle, A riveder le stelle – Le avventure metropolitane di Giuseppe Bergman, riflessione sull’arte all’inizio del nuovo millennio, attraverso il ricordo di tre grandi amici scomparsi: Andrea Pazienza, Federico Fellini, Hugo Pratt.

Dopo tante pubblicazioni in Francia è la volta degli Stati Uniti, grazie ad una collaborazione con la DC Comics per la sua etichetta adulta Vertigo, per cui realizza la storia di Desiderio nel volume Sandman – Notti Eterne. Qualche anno dopo, anche la Marvel Comics commissiona un lavoro a Manara: in coppia con Chris Claremont, nasce una storia degli X-Men femminile, X-Men:Ragazze in fuga.
Realizza 46, una storia a fumetti tra sogno e realtà su Valentino Rossi, che prende il titolo dal numero della moto del campione italiano, pubblicata su “Rolling Stones” e poi in volume, mentre su sceneggiatura di Vincenzo Cerami, al suo esordio nella scrittura di un fumetto, pubblica Gli occhi di Pandora.

Dall’inizio degli anni Duemila, Manara lavora al progetto Il pittore e la modella, un viaggio nella storia dell’arte pittorica a partire dal rapporto pittore-modella.
Su testi di Alejandro Jodorowsky disegna poi un fumetto sulla casata de I Borgia, in quattro puntate, tra il 2004 e il 2010.
Con l’espandersi della comunicazione multimediale, l’attività di Manara si diversifica orientandosi anche verso la realizzazione di storyboard e la consulenza per campagne pubblicitarie, come quelle per Chanel, per lo spot firmato da Luc Besson, Fastweb, Eminence, Permaflex e Yamamay, contributi e progetti realizzati per Internet e il computer, come Gulliveriana, un cd-rom su una sua storia, seguito da Il gioco del Kamasutra.
Nel 2008 Manara sigla un accordo di esclusiva con Napoli COMICON per la cura e la gestione di tutte le sue mostre, in Italia e all’estero, in conseguenza negli ultimi anni moltissimi sono stati gli eventi, le mostre, i festival a cui Manara ha partecipato in tutto il mondo, dal Brasile, alla Francia, alla Germania, al Belgio, alla Polonia, alla Norvegia e fino alla Corea del Sud.
Dopo numerosi premi e riconoscimenti in Italia e all’estero, il 20 febbraio 2009 l’Accademia di Belle Arti di Macerata il titolo di Accademico Honoris Causa.

NB: Lo sapete che è in corso una splendida mostra a Palazzo Pallavicini di Bologna, intitolata “NEL SEGNO DI MANARA. ANTOLOGICA DI MILO MANARA”? Si tratta di un’esposizione tra le più importanti mai realizzate sulla vasta e celebre produzione artistica del famosissimo fumettista. Un evento animerà alcune le sale dello storico palazzo – un tempo sede di fasto e corte di importanti personaggi storici – fino al 21 gennaio 2018 e rende omaggio all’artista con un percorso espositivo di ben circa 130 opere. Fateci un salto e raccontateci come è!

 

All images copyright: Milo Manara website

 

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Ilaria Rebecchi
Diploma di scuola media superiore, giornalista free lance appassionata di musica e piante, collabora saltuariamente con redazioni locali.