Le castagne sono tra i prodotti più amati da grandi e piccini, tipico e saporito ingrediente per pietanze prelibate, anche delle nostre zone

Quando il vin non è più mosto, il marron è buono arrosto“: ebbene questo è proprio il periodo di mangiare castagne a iosa, come spuntino spezza fame o invitante ingrediente di pietanze gustose, dolci e salate.
Si è appena conclusa l’annuale Festa dei marroni di Combai, nello splendido borgo tra le colline del Prosecco, manifestazione dedicata al marrone Igp locale durata tre settimane a cavallo tra ottobre e il 1° novembre all’insegna dei prodotti tipici e della passione per il territorio.
Le castagne sono dunque uno dei prodotti tipici de #laterradellemeraviglie più amati da grandi e piccini, nonché dalla storia millenaria: si narra infatti che l’albero di castagno, della famiglia delle fagacee, fosse presente in area mediterranea oltre 10.000 anni fa e, insieme a olivo e quercia, è uno degli alberi tipici del nostro territorio.
Le castagne erano utilizzate sin dai tempi di Greci e Romani, al punto che molti autori ne descrivono le proprietà sui loro trattati più celebri, come Ippocrate, che le segnalava per il valore lassativo, o Varrone che raccontava come questi frutti fossero offerti in dono dai giovani innamorati alle proprie amate.
Le castagne secche sono molto nutrienti, e contengono il 59% di amido, il 4,7% di proteine , il 3% di grassi, oltre a molte vitamine (B1, B2, PP e C) e minerali tra i quali calcio, ferro e potassio.
Le castagne sono per definizione il frutto simbolo dell’autunno, e l’ingrediente di molte specialità diverse come il Castagnaccio o il Monte Bianco. Le castagne arrostite (caldarroste) sono elencate tra gli street food più caratteristici d’Italia, e un castagno inizia a fruttificare solo dopo i 15 anni di vita, ma, secondo gli esperti, le sue castagne saranno buone solo se l’albero è più vecchio di 50 anni.
Castagne o marroni? Non sono la stessa cosa, ad essere precisi: le prime sono i frutti della pianta selvatica e si trovano fino a 7 frutti in un riccio, a differenza dei marroni (nati da cultivar di ottima qualità) che possono essere al massimo tre. Marroni più grossi e zuccherini e castagne più rustiche e ideali per diventare caldarroste.
Per i più golosi, poi, ci sono i marron glacé, un dolce tipico francese nato nel 16° secolo, ed attualmente tra i pochi prodotti industriali per la realizzazione dei quali sono necessari molti passaggi a mano.
Inoltre, la castagna, nei proverbi veneti è storicamente protagonista: a noi di Sgaialand in particolare piace un detto popolare che la paragona alla donna, “La donna è come la castagna; bella di fuori, e dentro è magagna“.

Articolo precedentePadova Jazz Festival: si alzi il sipario della 19^edizione
Articolo successivoIl Sogno di Keribe: il romanzo fantasy e progetto musicale di Ilaria De Togni
Redazione Sgaialand
Un team tutto veneto formato da professionisti in ambiti diversi. La redazione Sgaialand Magazine racconta il Veneto che funziona, appassiona, cresce ed emoziona. Quello frizzante, curioso, impegnato, spesso eccellente, sempre sgaio.