Fino al 4 giugno è possibile visitare la mostra “Andrea Palladio. Il mistero del volto”, al Palladio Museum di Vicenza: quale sarà il vero volto dell’architetto più celebre della storia?
La mostra “Andrea Palladio. Il mistero del volto” al Palladio Museum parte dalla consapevolezza che del più conosciuto architetto degli ultimi cinque secoli non esiste un ritratto cinquecentesco.
O meglio, sappiamo da Vasari che ne sono esistiti almeno due: un primo ad opera del pittore veronese Orlando Flacco ed un secondo, attribuito a Tintoretto, che compare in un inventario del 1599. Di entrambi però si sono perse le tracce.
Per questo gli inglesi nel Settecento si sono inventati una faccia di Palladio, che compare all’inizio della prima traduzione in inglese de I Quattro Libri dell’Architettura, pubblicata a Londra dall’italiano espatriato Giacomo Leoni fra il 1715 e il 1720.
Ma il Palladio “inglese” è vestito alla moda del Settecento e, nonostante Leoni dichiari l’incisione basata su un ritratto di Paolo Veronese, sembra un’invenzione. Pochi anni più tardi gli italiani rispondono con un ritratto diverso, pubblicato sulla guida al Teatro Olimpico del 1733. L’autore dice di averlo copiato da un ritratto presente alla Rotonda, ma è il ritratto giusto? Non lo sappiamo perché l’originale fino ad oggi era introvabile.
Ma allora, la faccia di Palladio che siamo abituati a vedere è vera o falsa?
Per la prima volta al Palladio Museum con “Andrea Palladio. Il mistero del volto” si tenta di ricostruire tutta la complicata storia del volto del mitico architetto, esito di una accanita ricerca scientifica che si snoda lungo cinque secoli fra dipinti falsificati, equivoci e cantonate. E non mancano colpi di scena, alla luce di nuove scoperte negli Stati Uniti e in Russia.
Nel 1845 l’abate Antonio Magrini dice che a Vicenza esistevano un ritratto dipinto di Palladio presso la famiglia Conti, un busto di marmo di Palladio del ‘600 nella villa Forni Cerato di Montecchio Precalcino, un busto di marmo di Palladio del ‘600 nell’atrio del palazzo del conte Ottaviano Barbaran Capra e un busto di marmo di Palladio del ‘700 proveniente dal chiostro di S. Corona e di proprietà dell’ingegnere architetto Antonio Gaidon.
La mostra “Andrea Palladio. Il mistero del volto” è a cura di Guido Beltramini e il consiglio scientifico, presieduto da Howard Burns, raccoglie Donata Battilotti, Stefano Grandesso, Charles Hind, Fulvio Lenzo, Fabrizio Magani, Francesco Marcorin, Fernando Marías, Fernando Rigon Forte, Barbara Savy.
Una mostra di CISA Andrea Palladio e Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, in collaborazione con ROSIZO State Museum and Exhibition Center
Vicenza, Palladio Museum, fino al 4 giugno 2017