Alla scoperta dell’isola di Poveglia nella laguna veneziana, tra fantasmi, appestati, leggende, orrori e storia

Amanti del mistero e delle leggende, questo articolo è dedicato a voi: parliamo dell’isola di Poveglia, che si trova nella Laguna di Venezia, di fronte a Malamocco lungo il canal Orfano, e che fu abitata per la prima volta nel 421 d.C. da popolazioni di Este e Padova in cerca di un rifugio dalle invasioni barbariche.
Ma non è questa la peculiarità di questa singolare (e sinistra, per certi versi) isola veneta: Poveglia, infatti, già nel 18° secolo divenne punto di transito e controllo sanitario, in seguito lazzaretto e, a partire dal XX secolo, stazione marittima per la quarantena.
Dal ’68 appartiene al demanio di Stato, e ad oggi è una piccola isola disabitata, stupenda, piena di vegetazione e che negli anni ha visto crescere numerose leggende sulla possibile presenza di fantasmi che la popolerebbero indisturbati.
Già dal 1700, infatti, vi venivano sepolti i malati dei flagelli dell’epoca, come testimoniato da una strana lapide con tanto di monito a non scavare per evitare sgradevoli sorprese. Un lazzaretto e un cimitero a cielo aperto, dove uomini e donne ancora coscienti venivano confinati, condotti a morire lontano dai fasti veneziani, lentamente, consumati dalla malattia e in solitudine.
Tante le leggende, anche recenti, come quella che risale al 1922, quando a Poveglia venne costruito uno strano edificio di dubbia destinazione, spesso persino negato nella sua esistenza da alcuni, per molti una casa per anziani, per altri una clinica per malati di mente, tesi accreditata come vera poiché in molte pareti dello stabile è incisa la scritta “reparto psichiatria”.


Dal 1946, però, l’edificio fu smantellato, ma secondo le leggende tramandate persino dai più scettici, pare che gli sfortunati ospiti della clinica raccontassero di sadici dottori, atroci operazioni di lobotomizzazione e altri terribili orrori perpetrati negli anni.
Poveglia e la sua storia narrano anche del destino che ebbe in sorte il direttore della clinica psichiatrica, che, tormentato dagli spiriti come accaduto ai suoi pazienti, impazzì e si suicidò gettandosi dal campanile dell’isola. Secondo la leggenda, pare che l’uomo non morì al momento dell’impatto col suolo, ma soffocato da una strana nebbia che lo lasciò senza vita a terra.
Dopo la chiusura del manicomio, Poveglia lentamente venne abbandonata a sé stessa, salvo curiosi esploratori che ancora oggi la visitano, armati di barchetta e coraggio, alla ricerca di fantasmi e adrenalina.
Fatto sta che, ancora oggi, misteriosi viaggiatori mossi dal desiderio del brivido, raccontano di gite pietrificanti a Poveglia, tra rumori sinistri e vegetazione imperante.
Leggenda, realtà o suggestione?

Articolo precedenteApri-amo: al via la nuova stagione del Teatro Sociale di Rovigo
Articolo successivoPadova Jazz Festival: si alzi il sipario della 19^edizione
Ilaria Rebecchi
Diploma di scuola media superiore, giornalista free lance appassionata di musica e piante, collabora saltuariamente con redazioni locali.