Anteprima nazionale al Biografilm Festival per il documentario sulla figura di Alain Daniélou firmato dal talentuoso regista veneziano Riccardo Biadene
Sarà presentato in anteprima nazionale al Biografilm Festival il documentario del regista veneziano Riccardo Biadene, dedicato alla figura emblematica di Alain Daniélou.
Selezionato dalla manifestazione sarà proiettato oggi, giovedì 15 giugno alle 19.30 al Cinema Jolly di Bologna, e lunedì 19 al Cinema Lumière alle 15.30.
“Alain Daniélou. Il labirinto di una vita”, questo il titolo del film, racconta il viaggio musicale, esistenziale e spirituale che Alain – bretone d’origine, figlio di un ministro socialista e con un fratello cardinale, amico di A. Gide e J. Cocteau – intraprende dal 1932 con il compagno fotografo Raymond Burnier alla volta dell’India, lasciando un Occidente che non lo soddisfa. Molti gli spostamenti che caratterizzeranno la sua vita e gli studi che lo faranno divenire un punto di riferimento per la sua cultura nel mondo, lui che tradusse i testi sacri e li mise in musica, e istituì lo studio della musica comparata, affinché avesse importanza paritaria, rispetto a quella occidentale a Berlino e a Venezia. E, proprio a Venezia, il regista è tornato, nella sua città natale, per effettuare parte delle riprese del documentario, all’Isola di San Giovanni, considerato che Alain visse in Laguna, e che il materiale da lui prodotto in tal senso è conservato alla Fondazione Cini.
Il regista, Riccardo Biadene, classe 1973, esperto di musica e di cultura indiana (agli inizi della carriera cinematografica co-diresse “Come un uomo sulla terra” con Andrea Segre) parte dal ’32 a narrare la vita di Daniélou, che, dopo un periodo in Bengala presso lo scrittore premio Nobel Rabindranath Tagore, si stabilisce sulle rive del Gange a Benares, nel cuore della tradizione indiana, nel palazzo di Rewa, per quasi 20 anni, e studia il sanscrito, i testi vedici, la filosofia, la musica e la danza indiane, alla ricerca di un’armonia fra natura e spirito, che il continente in cui è nato sembra aver dimenticato. Diventa hindu e continua a ricevere visite di personalità indiane e occidentali, quali Jawaharlal Nehru, Jean Renoir, Cecil Beaton, Eleanor Roosvelt o Roberto Rossellini.
Daniélou diviene un poliedrico studioso, indianista e musicologo di prima grandezza, che dal 1950 sotto l’egida dell’UNESCO registra e pubblica la prima collana di world music classica della storia e porta in Occidente i grandi musicisti d’Oriente, rivendicando un ruolo paritario per le musiche classiche non occidentali. Nel 1963, rientrato in Europa, fonda e dirige il primo Istituto Internazionale di Studi per la Musica Tradizionale a Berlino, e poi a Venezia l’Istituto Internazionale per gli Studi di Musica Comparata – attualmente attivo presso la Fondazione Giorgio Cini. Infine, nel 1969 dà luogo nei pressi di Roma alla Fondazione Harsharan – oggi Fondazione India-Europa di Nuovi Dialoghi – ove continua sino alla fine dei suoi giorni (1994) a tradurre testi classici indiani (Ramayana, Kamasutra) e a scrivere articoli e libri sulla mitologia e i riti arcaici (Shiva e Dioniso).
Il percorso del film di Riccardo Biadene, dopo l’anteprima nazionale, proseguirà il 22 giugno al Ravenna Festival, importante manifestazione dedicata alla musica, il 29 al SummerMela, il festival di arte e cultura indiana a Roma, il 30 giugno a Padova al River Film Festival, in una serata particolare, a chiusura della rassegna, e l’8 luglio al Soleluna Festival a Palermo, per poi aprirsi a una distribuzione internazionale, che lo farà sbarcare in molti paesi europei, fra cui a Berlino e in India, nel corso del 2017. Ma per Biadene il ritorno in terra lagunare proseguirà il 2 luglio, al Teatro la Fenice di Venezia, quando accompagnerà un progetto in veste di produttore, con la sua Kama Productions: il documentario “Aquagranda in crescendo” racconta il Teatro La Fenice durante la realizzazione di “Aquagranda”, l’opera-evento che commemora i 50 anni dalla terribile alluvione che colpì Venezia il 4 novembre 1966, diretto da un altro veneziano Giovanni Pellegrini, e trasmesso lo scorso maggio su Rai 5.
Curiosità dal film
Il materiale filmato è arricchito dalle preziose foto d’archivio in possesso alla Fondazione FIND, che consiste di circa 9000 scatti originali presi in india tra il 1935 e il 1955 da Alain Daniélou eRaymond Burnier. Viaggiando con una roulotte fatta arrivare apposta dalla California, Daniélou e Burnier sono stati tra i primi occidentali ad aver fotografato i templi indiani, quasi sconosciuti in Occidente all’epoca. Con queste fotografie venne organizzata un’importante esposizione che fece il giro del mondo (Parigi, 1948, Roma, 1949 e New York, Metropolitan Museum, 1949).
Note biografiche del regista
Classe 1973, cresciuto a Venezia, Riccardo Biadene si laurea con lode in Filosofia a Bologna. Ha scritto e diretto i documentari “Come un uomo sulla terra” (Italia, 2008, cinquina David Donatello, coregia Andrea Segre), “Marino Mazzacurati” (Italia, 2010) e “Azezana, Kabul” (Afghanistan, 2011). Ha lavorato inoltre come direttore di produzione ai film “Per non dimenticare” di M. Avati, “Viaggio segreto” di R. Andò, “L’aria salata” di A. Angelini. È il direttore artistico di FIND – Fondazione India Europa di Nuovi Dialoghi dal 2006 (www. nd.org.in). È stato creatore e direttore artistico dei Festival “Cinema della realtà” (O cine, Roma, 2009), “Portello River Festival” (Padova, 2010-11), Festival di distribuzione CINEMA.DOC (Venezia, Roma, Torino, Firenze, Salina, 2010). Dal 2009 è in giuria per i David di Donatello e Italian Doc. Nel 2016 fonda la KAMA Productions, casa di produzioni audiovisive, musicali e teatrali, con la quale ha coprodotto questo lavoro e prodotto il film documentario “AQUAGRANDA in crescendo”.