Da Sergio Leone ad Amadeus, all’Ultimo Imperatore. Treviso, in tre sedi, celebra con una grande mostra 
Renato Casaro, il cartellonista che “firmò” i manifesti per i capolavori del cinema, da Cinecittà a Hollywood

A Treviso, con una grande mostra in tre diverse sedi cittadine il Mibact tramite la Direzione Regionale Musei Veneto, il Comune di Treviso, con la Regione del Veneto, rendono omaggio a Renato Casaro (Treviso, 1935). Ovvero a colui che è considerato come l’ultimo dei grandi cartellonisti. Di quegli artisti cioè che sapevano trasporre l’anima di un film in un manifesto non utilizzando l’immagine fotografica di un personaggio o di una scena, ma disegnandola. Il tutto mentre il film era ancora in lavorazione, potendo contare solo su qualche fotografia di scena e su un formidabile intuito comunicativo. 

Renato Cesaro

Il sodalizio di Casaro con il cinema inziò quando, ancora ragazzo, creò le grandi sagome, pezzi unici dipinti a mano, che venivano collocate all’ingresso del Cinema Teatro Garibaldi e del Cinema Esperia di Treviso. A 19 anni, nel 1954, parte per Roma e trova lavoro nello studio di Augusto Favalli dove rimane per circa un anno e mezzo imparando le tecniche e i “trucchi del mestiere”. È del ’55 il suo primo manifesto ufficiale per Criminali contro il mondo. Poi, sempre a Roma, nel 1957, apre uno studio a proprio nome. 

Artigiano di genio, misurò la sua arte con quanto Cinecittà e il cinema internazionale andavano proponendo. Via via il suo stile conquistò grandi registi e Hollywood: Jean-Jacques Annaud, Dario Argento, Marco Bellocchio, Ingmar Bergman, Bernardo Bertolucci, Luc Besson, John Boorman, Tinto Brass, Liliana Cavani, Francis Ford Coppola, Milos Forman, Costa Gavras, Pietro Germi, Claude Lelouch, Ugo Liberatore, Sergio Leone, Sidney Lumet, Anthony Mann, Mario Monicelli, Francesco Rosi, Alberto Sordi, John Sturges, Giuseppe Tornatore, Francois Truffaut, Carlo Vanzina, Carlo Verdone.

Renato Cesaro

La mostra documenta 170 film, dei mille e più per i quali Cesaro lavorò. E lo fa partendo dal “prodotto finito”, ovvero dai manifesti a due e quattro fogli, destinati alle sale cinematografiche o all’affissione. Sono oltre un centinaio i pezzi selezionati e restaurati per l’occasione.

Nella innovativa sede di Santa Margherita, dove si svilupperà il percorso della mostra dal titolo L’ultimo cartellonista, è stata ideata anche una sezione didattica dove i visitatori più giovani potranno, in totale autonomia, comporre e creare un loro manifesto di cinema. E ancora, un sezione dedicata agli ipovedenti con la riproduzione tridimensionale del celebre affisso Il tè nel deserto.
Una sezione particolare, dal titolo Dall’idea al manifesto, è allestita negli spazi di San Gaetano, prima sede del Museo Nazionale del Manifesto. Qui il pubblico può scoprire l’intero iter della creazione di un manifesto: dai contatti con le case di produzione o di distribuzione ai primi schizzi a matita; dal bozzetto di prova (spesso con molte varianti richieste, o imposte, dalla committenza) a quello esecutivo. Sino alla fase dell’inserimento del lettering (un tempo manuale, in seguito fotomeccanico) e alla stampa. Sei film simbolo di Casaro “raccontano”, con una forte valenza didattica, tutto il mondo tecnico e artistico che sta dietro la creazione di un manifesto. E in un video – prodotto per l’occasione da FilmWork e proiettato nell’attigua Chiesa di San Gaetano – Casaro rende conto della sua lunga esperienza nel mondo del cinema.



RENATO CASARO
L’ultimo cartellonista del Cinema. Treviso, Roma, Hollywood


Treviso, 13 giugno 2021 – 09 gennaio 2022


Museo Nazionale Collezione Salce, Chiesa di Santa Margherita
Museo Nazionale Collezione Salce, Complesso di San Gaetano
Musei Civici di Santa Caterina
collezionesalce.beniculturali.it
museicivicitreviso.it

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