Nella severa e suggestiva cornice del rifugio antiaereo di Udine, con il progetto “Revolution has been televised” una selezione di lavori di videoarte indaga la creazione dell’identità nazionale (anche attraverso la propaganda) dalla Prima guerra mondiale ai conflitti bellici di oggi. 

“You will not be able to stay home, brother / You will not be able to plug in, turn on and drop out” così recitava Gil Scott-Heron nei primi versi della sua “The revolution will not be televised”.  Perchè allora la provocazione “Revolution has been televised?” Oggi, a quasi cinquant’anni dai versi del poeta, e a cento dal primo conflitto mondiale, il rapporto tra la macchina da presa e le vicende belliche sembra essersi morbosamente cementificato in visioni crude, assuefacendo lo spettatore ad angoscianti e ripetitive immagini. Nel bunker antiaereo della città di Udine, per tre giorni, installazioni di videoarte diventano chiavi di lettura suggestive sul tema della propaganda bellica e del suo sviluppo nell’arco dell’ultimo secolo, attraverso immagini ad alto impatto estetico ed emotivo, capaci di enfatizzare l’austero linguaggio architettonico del bunker.

 

Contrariamente alla comunicazione unilaterale imposta dai mass media, l’arte lascia ancora ampia possibilità di dialogo, di rappresentazione, di significazione e di ricerca: gli artisti Mattia Cesaria (Italia), Vanessa Gageos (Romania), Michal Hustaty & Lenka Kuricova (Repubblica Ceca), Arijana Fridrih (Croazia) e Katarzyna Pagowska (Polonia), esporranno le loro opere video all’interno del bunker udinese indagando e affrontando l’ampio tema della manipolazione dell’immagine in epoca bellica, non indugiando sulla violenza delle immagini stesse, bensì favorendo una percezione intima dei simboli che contengono.  

revolution has been televised

Perché, se è vero che le rivoluzioni e i conflitti sono stati trasmessi sugli schermi, abituando gli occhi delle folle a una violenza insensata, è anche vero che la sensibilità estetica e umana degli artisti può proiettare i nostri sguardi verso un linguaggio interattivo e universale, conferendo nuove prospettive e nuove percezioni del conflitto e dei media attraverso i quali viene giustificato.

Il bunker ospitante la mostra, ai piedi del Castello cittadino (con accesso da piazza I Maggio), costruito nel 1943 per dare rifugio ai cittadini in seguito ai continui bombardamenti aerei, diventa parte integrante delle installazioni stesse, cornice che penetra nelle opere con la sua estetica tagliente, spiccata, dal suono riverberante.

I video impongono un silenzio rituale, la location, un isolamento ermetico dal caotico vivere quotidiano, ricongiungendo chi vi entra con il suo trascorso e con i ricordi dell’esperienza bellica che gli è stata tramandata dalla collettività, rivelando la memoria familiare (saggia, intima e personale), come antidoto alla propaganda.

 

CONTATTI E INFORMAZIONI:

www.bsidewar.org

facebook/iodeposito

michele.dibenedetto@iodeposito.org

La selezione di opere di videoarte sarà visitabile solo per i giorni del 23, 24 e 25 febbraio 2018.

Ingresso gratuito, visite guidate disponibili in loco (l’ingresso del rifugio antiaereo, è in piazza I maggio).

Evento organizzato con la collaborazione del Comune di Udine e con il finanziamento della Regione Friuli Venezia Giulia

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