Ripercorriamo la storia del vetro di Venezia e Murano con un grande evento in programma dal 10 al 17 settembre: ecco The Venice Glass Week tra grandi artisti e tradizione

The Venice Glass Week è il primo festival internazionale della città dedicato all’arte del vetro, con particolare attenzione a quello di Murano. Il festival coinvolgerà molte delle principali istituzioni di Venezia, con l’obiettivo di rivitalizzare e sostenere una delle più importanti attività artistiche e creative della città.
Giunto alla primissima edizione, che avrà luogo dal 10 al 17 settembre con oltre 140 eventi tra cui mostre, conferenze, proiezioni, attività didattiche, serate a tema, fornaci aperte al pubblico e molto altro ancora in numerose località tra Venezia e Murano, The Venice Glass Week è un’occasione straordinaria per ripercorrere la storia del vetro a Venezia e Murano, tra artigianato e creatività.

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Qualche evento in programma?
Ad esempio al T Fondaco dei Tedeschi esporranno Camilla Brunelli e Simone Crestani con le loro originali creazioni in vetro, espressione dell’ancestrale relazione tra il design dell’uomo e le forme della natura. “Metamorphosis” rientra nell’ambito di The Glass Week 2017 per celebrare la tradizione dell’arte vetraria, eccellenza veneziana e importante risorsa produttiva. Il progetto di Brunelli e Crestani, realizzato per Editamateria, trae ispirazione dalle illustrazioni delle enciclopedie del XIX secolo e dei trattati entomologici. Così, i disegni degli esoscheletri degli insetti sono tradotti in forme tridimensionali e assumono una consistenza trasparente, leggera, generando vasi e bottiglie. In questa occasione, sarà possibile vedere anche la collezione permanente di T Fondaco dei Tedeschi, con creazioni artigianali in vetro, tra cui quelle firmate da Venini, una delle più antiche fornaci dell’Isola di Murano. Per la mostra di Brunelli e Crestani, sarà esposta anche Pyros, opera di Emmanuel Babled, che applica la spontaneità del gesto pittorico all’oggetto in vetro.

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La storia del vetro di Venezia e Murano

Il vetro nella preistoria:
L’uomo dell’ era preistorica conobbe certamente il vetro come prodotto naturale, quale per esempio, la lava solidificata e l’ ossidiana, simile al vetro nero da bottiglie che si trova in zone vulcaniche della Terra: molti oggetti degli uomini primitivi furono appunto ricavati dall’ossidiana.

L’arte vetraria nell’antichità:
E’ certo comunque che i più antichi oggetti di vetro vennero fabbricati nella Fenicia e nell’ Egitto. In Egitto sembra che l’ arte della fusione del vetro sia nata nella 17a dinastia: in questo paese raggiunse un alto grado di perfezione.
Sono stati ritrovati i resti di antiche vetrerie, che lavoravano le materia prime locali, sabbia e soda naturale.
I procedimenti e le sostanze usati erano noti solamente ai sacerdoti: era usata la tecnica della colatura negli stampi come quella dell’ immersione di oggetti di terracotta, vasi per esempio, nella pasta vitrea fusa; diversi colori, come l’azzurro, il giallo, l’arancio venivano incorporati nel materiale vetroso a scopo decorativo. Custodita nel segreto l’arte vetraia non si trasmise in Grecia, gli stati che vollero utilizzarla dovettero ricorrere alle lusinghe e anche all’ inganno per accaparrarsi i più abili artigiani. Durante il periodo ellenistico, la produzione di oggetti di vetro aumentò. Il centro più importante per la produzione del vetro era Alessandria: qui nacque la tecnica di intagliare, a scopo decorativo, la superficie dell’ oggetto in vetro. Conquistato l’Egitto, i Romani scelsero i migliori vetrai e li condussero in Italia, dove venne inventata la “canna da soffio”, in ferro, usata tuttora. Ai tempi di Nerone il vetro era già un articolo di uso comune a Roma; in seguito, l’ industria vetraria si installo anche in altre località dell’ impero dove si trovava la sabbia adatta: in Spagna, in Gallia.

Il vetro nel medioevo:
Bisanzio portò la tecnica vetraria a un alto grado di sviluppo e conquistò il mercato vetraio mondiale dominando per circa 500 anni; a Bisanzio fu inventato il sistema di sovrapporre due strati di vetro di cui quello sottostante era ricoperto da un foglio d’oro che traspariva in superficie. Durante l’epoca carolingia il vetro trovò impiego nelle finestre sotto forma di vetrate. Con l’invenzione dei listelli di piombo che servivano da supporto, si potevano formare figure come avviene nei mosaici. Nel XII e nel XIII secolo , con lo stile gotico, l’importanza delle vetrate colorate inserite nelle strutture architettoniche delle cattedrali, si accrebbe. Contemporaneamente si ebbe una vasta produzione di :coppe, vasi, bicchiere e calici.

Il vetro a Venezia, l’isola di Murano:
Caduta Bisanzio (1453), l’industria e l’arte del vetro continuarono a Venezia, dove avevano cominciato ad organizzarsi cinque secoli prima. Nel 1291 la repubblica di Venezia ordinò il trasferimento di tutte le fornaci, funzionanti in centro storico, nell’isola di Murano per motivi di sicurezza legati al timore di incendi. I prodotti dell’industria muranese acquistarono ben presto rinomanza mondiale. Venezia si era accaparrata i migliori artisti vetrai del mondo e ne era gelosissima:ogni loro tentativo di espatriare era severamente punito. Inizialmente celebre per la produzione di vetri per vetrate, tessere e conterie (perline di vetro per collane), Murano raggiunse nel XV secolo fama internazionale per la produzione di vetri soffiati dovuta ad artigiani specializzati di altissimo livello tecnico ed artistico. Nei secoli seguenti perfezionato l’impasto vitreo, fu possibile ottenere oggetti mirabili per leggerezza aerea. Tipici di Murano i vetri “a reticello”, “all’avventurina”, “a ghiaccio”, “millefiori”, imitati in diversi paesi del mondo. Con la fine della repubblica veneziana la produzione di Murano venne quasi totalmente interrotta:rimase aperta solo qualche piccola officina. L’attività vetraria riprese in pieno nella seconda metà del XIX secolo: si formarono scuole per futuri maestri vetrai (famosa la famiglia dei Seguso).

Fonte: www.muranoglasswonders.com 

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Redazione Sgaialand
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