La storia degli occhiali parte dal Cadore, dove nel 1878 nacque la prima fabbrica di montature. Scopriamo i tesori del Museo dell’Occhiale a Pieve

Occhiali da vista e da sole, montature originali o evergreen, lenti colorate, design, tradizione e maestria: il Cadore è senza dubbio la patria del mondo dell’occhialeria internazionale, da tempi non sospetti.
Da oltre 100 anni, infatti, si fanno occhiali in queste meravigliose zone circondate delle Dolomiti Orientali, che confinano con Tirolo, Carinzia, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, dove le lingue parlate sono di ceppo ladino (ad eccezione del sappadino, dialetto germanofono), e dove, precisamente a Pieve di Cadore, sorge un Museo dedicato proprio alla Storia dell’occhiale, che raccoglie 7 secoli di tradizioni e storie di questo prezioso strumento, utile e alla moda, iconografico anche nel ricordare personaggi come Galileo Galilei, Elton John, John Lennon e Woody Allen.
Il Cadore è la “culla” dell’occhialeria italiana: la prima fabbrica di montature nacque in quel di Calalzo intorno al 1878 per mano di Angelo Frescura e Giovanni Lozza.
Tante le attività industriali ed artigianali legate all’occhialeria nate negli decenni successivi, che hanno portato alla formazione di un distretto industriale affievolito solo nella metà degli anni ’90 del secolo scorso, per via delle dinamiche di globalizzazione e delocalizzazione.
Nel Museo dell’Occhiale di Pieve di Cadore sono presenti circa duemila pezzi, dal Medioevo ad oggi: capolavori del migliore artigianato e della miglior produzione mondiale, unione di abilità, fantasia, scienza ottica e costume.

A partire dai “fassamani” francesi in oro e pietre, dalle manifatture cinesi in giada e oro, fino agli straordinari ventagli in avorio che nascondevano monocoli, al tempo in cui la miopia era difetto da nascondere. Il tutto in un percorso storico che ricostruisce la storia dell’occhiale fino alla comparsa della stanghetta e degli occhiali da sole (i cui primissimi progenitori apparvero nel ‘700), quando Carlo Goldoni usava vetri verdi per riparare gli occhi dai raggi solari, iniziando a suo modo a creare una moda, seppur inconsapevolmente.
Due i percorsi: dalla nascita ed evoluzione dell’occhiale, con le collezioni di occhiali, astucci, strumenti ottici, binocoli, cannocchiali, frutto di ricerche degli ottici Jean Bodart e Jean Bernard Weiss, e degli studiosi Enrico De Lotto e Luca Moioli, a cominciare dal Medioevo, alla storia dell’occhialeria bellunese, con le peculiarità dello sviluppo del distretto industriale dell’occhiale nella provincia a partire dalla fine del secolo XIX, tra immagini storiche, oggetti e documenti originali che consentono di ripercorrere i primi decenni di sviluppo dell’industria in Cadore.
E poi, lo sapevate che Santa Lucia è la protettrice della vista, degli occhi e degli oculisti? Mancano poche settimane, potrebbe essere l’occasione per festeggiare questo giorno con una bella gita in Cadore!

(Fonte immagini: Museo dell’Occhiale website)

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Ilaria Rebecchi
Diploma di scuola media superiore, giornalista free lance appassionata di musica e piante, collabora saltuariamente con redazioni locali.